
La prima edizione di quest’anno del programma “Il film fuori dai confini” (Film izvan okvira) nell’Art cinema di Fiume ha avuto in veste di protagonista il filmologo e docente alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Zagabria, Nikica Gilić, il quale ha presentato nell’occasione il suo volume “Predavanja o filmskom modernizmu” (Lezioni sul cinema moderno). Il colloquio con il rinomato esperto di cinema, noto a un pubblico più vasto anche come frequente ospite della trasmissione della Radiotelevisione croata (HRT) “Posebni dodaci”, dedicata alla settima arte, è stato guidato dal docente della Facoltà di Lettere e Filosofia di Fiume, Saša Stanić.

Foto: IVOR HRELJANOVIĆ
Concetti complessi
Nell’introduzione alla serata, che è proseguita poi con la proiezione del film “Pickpocket” di Robert Bresson, Stanić ha spiegato che il libro di Gilić è nato da una serie di lezioni universitarie e conferenze che l’autore ha svolto in diverse sedi e ha sottolineato il notevole talento dell’autore di spiegare concetti complessi in modo accattivante e facilmente comprensibile. Stando a Stanić, si tratta di un libro capace di aprire lo sguardo, soprattutto alle nuove generazioni, al meraviglioso mondo del cinema. Ha pertanto paragonato l’autore al prof. Milivoj Solar e al ben noto filmologo Ante Peterlić, entrambi studiosi che vantavano uno spiccato talento per la divulgazione del sapere in maniera accessibile a un vasto pubblico. Di quest’ultimo, inoltre, Gilić è stato pure studente.
Compiaciuto per la bella introduzione, Nikica Gilić ha dichiarato di sentirsi sempre a suo agio a Fiume e soprattutto nel bellissimo Art cinema che, a detta dell’autore, “è uno spazio speciale e unico a livello della Croazia e anche fuori dai suoi confini”. Si è detto orgoglioso di essere stato paragonato a Solar e Peterlić, in quanto entrambi erano capaci di spiegare concetti complessi in maniera al contempo semplice ed estremamente interessante.
I film ambiziosi sono pochi
Stanić ha ricordato che nell’ambito del programma “Il film fuori dai confini” l’anno scorso si è già parlato del cinema moderno, al che Gilić ha osservato che il suo libro rientra nella tendenza, in quanto attualmente in tutto il mondo il cinema e i film sono caduti in secondo piano rispetto ai videogiochi. A detta di Gilić, i film ambiziosi sono relativamente pochi, per cui l’interesse per il cinema moderno è una reazione a questo fenomeno.
Il filmologo si è in seguito soffermato sulla differenza tra il cinema classico, quello moderno e postmoderno, rilevando che il film classico è concepito in modo da dare allo spettatore l’illusione di vedere il mondo, non un’opera cinematografica, che sia esso ambientato nel wild west, nello spazio o in qualche altro ambiente o genere. Nei film classici la motivazione dei personaggi è palese e la trama è esposta in maniera chiara. “Nel cinema moderno la questione si complica, in quanto ci sono tanti modi di esplorare la storia e numerosi modi di espressone – ha spiegato Gilić –. Pertanto, in un film appartenente al cinema moderno l’autore può giocare con il montaggio e con gli elementi della storia, può basare la pellicola sulla psicoanalisi, sui sogni e via dicendo. Questo tipo di opere cinematografiche appartiene a uno spazio al di fuori dello stile classico: rappresentano in pratica una reazione al classico film hollywoodiano, oppure, quando parliamo di cartoni animati, all’opus di Disney”, ha precisato, aggiungendo che nell’ambito del cinema postmoderno le cose si complicano ulteriormente. “Qui dobbiamo innanzitutto determinare in quale misura il postmodernismo sia un fenomeno distinto.
In passato ero convinto che fosse così, ma oggi non ne sono più sicuro. Mi pare più probabile che il postmodernismo sia una variante del modernismo, in quanto il postmodernismo utilizza tantissimi elementi del modernismo, come pure quelli del cinema classico e fa ampio uso dell’ironia: un esempio è l’opera di Quentin Tarantino. Direi che il postmodernismo adegui il cinema moderno a un pubblico più vasto e alle nuove generazioni”.
Il rapporto tra estetica e politica
Gilić si è in seguito soffermato sull’importanza di determinati autori, mettendo particolarmente in rilievo l’artista multimediale Tomislav Gotovac e la Scuola zagabrese di animazione (Zagrebačka škola crtanog filma), due fenomeni unici a livello internazionale. “Per quanto riguarda la Scuola zagabrese di animazione, è davvero straordinario il fatto che questo gruppo di artisti che hanno ampliato i mezzi espressivi dell’animazione si sia formato in un Paese marginale come la Jugoslavia. Si tratta di una produzione talmente importante che rappresenta un patrimonio artistico di straordinario valore”, ha sottolineato Gilić, il quale ha parlato anche del rapporto tra estetica e politica, che è indissolubile. Ha osservato infine che, parlando della distinzione tra il film “per le masse” e quello per un pubblico più ristretto bisogna andare molto cauti, in quanto nella storia del cinema ci sono stati alcuni autori che hanno saputo creare capolavori innovativi e sperimentali che, grazie a una saggia campagna pubblicitaria, sono riusciti a venire accettati da un vasto pubblico: tra questi rientrano senza dubbio Stanley Kubrick e il recentemente scomparso David Lynch.
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