Per la terza e ultima tappa del 2024, la rassegna teatrale itinerante “Il carro di Tespi, teatro italiano in piazza” si è allontanata dai borghi istriani per entrare in un… campeggio! Una scelta vincente vista l’atmosfera suggestiva che sabato sera ha accolto il pubblico a ridosso del mare a due passi dal faro di Salvore. Gli spettatori hanno così potuto godere dello spettacolo “Apocalisse tascabile” proposto dal duo formato da Niccolò Fettarappa e Lorenzo Guerrieri di Roma. Il progetto è ideato dal Dramma Italiano e dal COMITES Fiume, co-organizzato con l’Unione Italiana e le Comunità degli Italiani di Crassiza, Torre “Giovanni Palma” e Salvore e i rispettivi comuni ed enti turistici (Buie, Torre-Abrega e Umago), con il sostegno dell’Istituto Italiano di Cultura di Zagabria, dell’Ufficio per i diritti dell’uomo e per i diritti delle minoranze nazionali e del TRY theatre, con il patrocinio del Consolato Generale d’Italia a Fiume e dell’Assessorato alla cultura e territorialità della Regione Istriana. All’evento erano presenti Federico Guidotto, responsabile del COMITES Fiume, Giulio Settimo, direttore del Dramma, Italiano, Enea Dessardo, direttore del TRY theatre, Maurizio Tremul, presidente dell’Unione Italiana, Marin Corva, presidente della Giunta esecutiva dell’Unione Italiana, Paolo Demarin, presidente dell’Assemblea dell’UI, Miriam Ossich, presidente della CI di Salvore e Giuseppina Rajko, viceconsole onorario d’Italia.
L’ultimo appuntamento di quest’anno ha ribadito il successo dell’iniziativa, confermando che portare il teatro fuori dai luoghi convenzionali per avvicinarlo alle persone è una scelta vincente. “L’edizione di quest’anno è andata benissimo, ancora meglio di quelle passate, si vede che è un progetto che sta funzionando – ha commentato Federico Guidotto -. Rispetto agli anni precedenti, nel 2024 abbiamo deciso di proporre una sera ogni weekend e non due, perché in effetti le località sono molto piccole, quindi fare due spettacoli sarebbe stato un po’ troppo”. Durante le prime due edizioni dell’iniziativa le varie compagnie teatrali avevano messo in scena le loro rappresentazioni nell’entroterra, mentre la tappa di sabato è stata la prima lungo la costa. “Salvore, rispetto al progetto iniziale, non è un borgo interno dell’Istria, ma lo abbiamo scelto per la bellezza della località: tra il faro e il mare l’effetto è spettacolare – ha dichiarato Guidotto. Sulla stessa lunghezza d’onda anche i due interpreti di “Apocalisse tascabile”, per la prima volta fuori dall’Italia con il loro spettacolo: “Penso sia un luogo molto atipico dove portare il teatro per le circostanze abitative, in questo caso all’interno di un campeggio, ossia all’interno di una comunità diffusa dove le persone tornando dal mare possono fermarsi a vedere una cosa già iniziata, anche questo può essere interessante: distrarre la gente dalle loro abitudini di relax estivo” questa l’opinione dei due attori.
Federico Guidotto conferma la grande soddisfazione dell’organizzazione: “Le Comunità sono state disponibilissime, si vede che hanno la voglia di accogliere questo tipo di progetti che vanno al di fuori delle attività dei sodalizi. La sinergia tra le CI e gli enti che abbiamo coinvolto è stata il punto di forza di questo festival”.
La fine del mondo
“Apocalisse tascabile” è una tragicommedia incentrata sulla fine del mondo che ha luogo nei giorni nostri. Tra stereotipi, slogan pubblicitari, omologazione, sogni infranti e indifferenza nei confronti del presente e del futuro, dove l’umanità è totalmente assorbita dall’incessabile lavoro quotidiano, lo spazio per affermare la propria personalità è inesistente. Abbiamo imparato a vivere secondo i canoni disumanizzanti di una società che annulla l’individualità per rendere tutti schiavi delle stesse abitudini, intenti a seguire il consumismo, senza chiedersi di che cosa abbiamo in realtà bisogno. Niccolò Fettarappa e Lorenzo Guerrieri, interpreti della messinscena, hanno portato sul palco l’angoscia di tutti coloro che si sentono “diversi”, non in linea con un modo di vivere sempre più grigio, dove gli unici obiettivi sono il successo e il denaro. Baudelarie lo chiamava “spleen”, una sensazione di noia e mancanza di interesse e disgusto nei confronti dell’esistenza. I due giovani attori invece comparano l’età contemporanea all’apocalisse: un tempo in cui un futuro migliore è precluso a meno che non si assista a un annientamento totale per poi ripartire da zero.
Lo spettacolo è nato nel 2019 scritto da Niccolò Fettarappa, mentre la regia è stata curata da entrambi gli attori. “L’ispirazione è nata studiando l’apocalisse di Giovanni e cercando di trovare una modalità per raccontarla e applicarlo ali nostri giorni. Pensiamo che l’apocalisse sia l’orizzonte di comprensione del senso storico della nostra generazione più vicina a quello che noi proviamo”: ha spiegato il duo -. Proponiamo una speranza di fine, un azzeramento totale per ricominciare. Purtroppo però in giro è presente ancora troppo ottimismo, che fa sì che il sistema si sviluppi con una vischiosità e continui a sopravvivere. Se ci nutrissimo tutti di un sano pessimismo, secondo noi, cominceremmo a indagare anche le cause del perché viviamo così male”.
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