Alla ricerca della vita nei mondi extraterrestri

Nella libreria V.B.Z. di Fiume è stato presentato il «Piccolo libro degli alieni» di Adam Frank, del quale ha parlato il traduttore e docente universitario Dario Hrupec

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Alla ricerca della vita nei mondi extraterrestri
Ana Marija Ilić con il traduttore del volume Dario Hrupec. Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

Siamo davvero soli nell’universo? È la domanda che ciascuno di noi si è probabilmente fatto qualche volta nella vita e alla quale cerca di rispondere uno dei principali astrobiologi mondiali Adam Frank nel suo libro “Mala knjiga o izvanzemaljcima” (Il piccolo libro degli alieni), la cui presentazione si è tenuta l’altra sera nella nuova libreria V.B.Z. nel Corso di Fiume. L’evento, organizzato dalla Società nazionale di scienze naturali (Hrvatsko prirodoslovno društvo) in collaborazione con la casa editrice V.B.Z., ha visto in veste di relatore il docente di fisica all’Università “Josip Juraj Strossmayer” di Osijek e traduttore del volume Dario Hrupec, mentre l’introduzione è stata affidata alla giornalista Ana Marija Ilić, la quale ha spiegato che il libro si occupa della ricerca scientifica della vita nell’universo in maniera accessibile anche ai non esperti.

Un tema che interessa tutti
Il prof. Hrupec ha esordito dicendo che la vita extraterrestre è un tema che interessa tutti e sul quale gli esseri umani riflettevano da sempre. Il fisico, astronomo e scrittore Adam Frank, docente all’Università di Rochester, è un esperto nel campo dell’astrofisica computazionale e di astrobiologia e finora ha scritto diversi libri di divulgazione scientifica. “A primo acchito, il titolo di questo libro può ricordare una pubblicazione spazzatura sugli alieni e gli UFO, ma non è così, in quanto in questo volume l’autore ci racconta la ricerca della vita fuori dal nostro pianeta mediante l’applicazione del metodo scientifico – ha spiegato Hrupec –. Gli ultimi trent’anni hanno visto un forte sviluppo dell’astrobiologia, grazie alla quale sono stati scoperti circa 6mila esopianeti, ovvero corpi celesti che orbitano intorno a una stella simile a quella del Sistema solare”, ha specificato il traduttore, aggiungendo che il libro è scritto con un linguaggio semplice, ma è ricco di informazioni.

Le prime idee sull’universo
L’autore parte dalle prime idee sull’universo agli sviluppi raggiunti negli ultimi anni, quando oltre che con il telescopio spaziale Hubble le osservazioni vengono fatte anche con il telescopio James Webb lanciato nel 2021. Quest’ultimo è capace di individuare anche le atmosfere dei pianeti distanti e così pure la loro composizione chimica. Grazie a queste informazioni è possibile individuare le cosiddette biofirme, ossia qualsiasi sostanza o elemento che fornisce prove scientifiche della presenza di vita, e le tecnofirme, ovvero evidenze dell’esistenza di tecnologie aliene che quindi sprigionano isole di calore, inquinamento luminoso, segnali radio e via dicendo. “L’autore non trascura il tema degli UFO e racconta la storia dei presunti avvistamenti di oggetti volanti nel cielo. Si tratta in prevalenza di fenomeni erroneamente identificati oppure di inganni, anche se esistono casi in cui questi fenomeni non si prestano a una spiegazione semplice in quanto non si dispone di informazioni sufficienti”.
Hrupec si è quindi soffermato sulle idee sull’universo di filosofi come Aristotele, che aveva una visione pessimista e non credeva che ci fosse altra vita nell’universo, ed Epicuro il quale invece apparteneva alla corrente ottimista e credeva che esistesse questa possibilità. Ha menzionato anche il filosofo e poeta Giordano Bruno, che ingenuamente e forse anche stupidamente, considerato il contesto sociale e religioso dell’epoca, parlava dell’esistenza di altri mondi simili al nostro e dell’universo sconfinato, cosa che gli costò la vita in quanto venne arso vivo a Firenze nel 1600 su ordine dell’Inquisizione.

L’evento è stato seguito da un pubblico interessato.
Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

Scoperti 6mila esopianeti
Parlando degli esopianeti, Hrupec ha spiegato che tra i 6mila mondi noti alcuni sono molto simili alla Terra per dimensioni e distanza dalla loro stella, per cui potrebbero contenere qualche forma di vita, ma questo non è stato ancora confermato. Il fisico ha fatto quindi riferimento al paradosso di Fermi, attribuito al fisico Enrico Fermi, che si riassume nel fatto che, dato l’enorme numero di stelle nell’universo osservabile, è naturale pensare che la vita possa essersi sviluppata in un grande numero di pianeti e che moltissime civiltà extraterrestri evolute siano apparse durante la vita dell’universo. Il paradosso sta nel fatto che non è stata ancora rinvenuta nessuna prova della loro esistenza, né presente, né passata. A esso si aggiunge l’equazione di Drake, che proporrebbe un universo ricco di pianeti con civiltà avanzate in grado di stabilire comunicazioni radio, inviare sonde o colonizzare altri mondi.
“Prima che Frank Drake formulasse la sua equazione matematica, la possibilità di una vita extraterrestre era soltanto un’opinione, quindi senza alcun valore dal punto di vista scientifico. L’equazione rappresenta l’applicazione del metodo scientifico a questo problema. Infatti, questo implica la scomposizione del problema in diversi segmenti al fine di fornire quanti più dati validi”, ha precisato Hrupec.

La ricerca di segnali radio artificiali
L’autore si sofferma in seguito anche sul progetto OZMA, un esperimento condotto nel 1960 nell’ambito del progetto SETI, volto alla ricerca di segnali radio artificiali provenienti da pianeti extrasolari, proposto e diretto dall’astronomo Frank Drake. Il progetto non produsse risultati.
Adam Frank si chiede anche come sviluppare la tecnologia per raggiungere Proxima Centauri, la stella più vicina al Sole, intorno alla quale orbita un pianeta simile alla Terra. La vela solare, una forma di propulsione che sfrutta la pressione di radiazione, è una tecnologia promettente che potrebbe raggiungere la succitata stella nell’arco di una decina di anni per svolgere le proprie osservazioni e inviarle sulla Terra.
Frank menziona anche il primo asteroide interstellare Oumuamua, proveniente dall’esterno del Sistema solare, osservato nel 2017. Nell’ultimo capitolo del libro, come spiegato da Hrupec, l’autore parla dell’importanza della vita extraterrestre per la scienza, in quanto la sua esistenza potrebbe aiutarci a comprendere la nostra posizione nell’universo e modificare le nostre concezioni della religione, dell’etica e dell’arte.

La copertina del volume.
Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

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