Aldo Racané. Una vita segnata dalla musica

Chiacchierata con il leggendario baritono connazionale che ha detto addio alla sua lunga carriera canora in seno alla Comunità degli Italiani di Fiume con un concerto nel Salone delle Feste

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Aldo Racané. Una vita segnata dalla musica
Aldo Racané con la moglie Sonja. Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Il leggendario baritono connazionale Aldo Racané ha detto addio alla sua lunga carriera canora con un concerto nel Salone delle Feste della Comunità degli Italiani. Ad accompagnarlo in quella che era la sua ultima esibizione in pubblico, in occasione del suo novantesimo compleanno, sono stati il Coro femminile, il Coro maschile e quello misto della CI di Fiume, ovvero l’ex SAC “Fratellanza”, nel quale ha cantato per più di settant’anni; il suo collega Antonio Mozina, con il quale ha condiviso il palco per decenni in diverse occasioni e negli ultimi vent’anni nell’ambito dell’ensemble “Virtuosi fiumani” (assieme alla maestra Ariana Bossi e la prof.ssa di pianoforte Vjera Lukšić), Alida Delcaro e Ivan Zorco.

L’amore per il canto
Si è trattato di una vera festa del canto in cui è stata omaggiata una persona che ha donato gran parte della sua vita alla Comunità degli Italiani sia come membro della Mandolinistica che come membro del Coro e solista. Quella di Aldo Racané è stata una una vita segnata dalla musica, alla quale si è dedicato fin da ragazzino, come ci ha raccontato durante un piacevole colloquio nella sua bella casa in uno dei rioni alti di Fiume, alla presenza di sua moglie Sonja.
All’inizio della nostra conversazione, il nostro interlocutore si è detto lettore assiduo del nostro quotidiano, al quale è abbonato. “Da fiumano ho sempre letto ‘La voce del popolo’ e anche ‘Panorama’”, ci ha confidato, aggiungendo che nacque in via Tiziano, in una casa sopra la curva che dalla via Primo maggio porta in Belvedere. Una delle gioie della sua vita è la sua numerosa famiglia, molto unita, della quale, oltre all’amata moglie, fanno parte anche una figlia e un figlio, tre nipoti e due pronipoti. “Sono fortunato di avere una famiglia esemplare, della quale fa parte anche mio fratello più giovane Rino. Noi siamo stati sempre insieme, sia nella vita professionale che come membri della ‘Fratellanza’”, ci ha riferito Aldo Racané.

Grande passione per l’opera
Ma quando è iniziata la sua ricca attività canora? Nato il 17 maggio 1934, dal 1945-46 fa parte del gruppo “Piccole stelle”, che operava nel Teatrino dell’ex Fabbrica tabacchi. Nel 1950 inizia a suonare la chitarra nella Mandolinistica assieme al fratello e canta nel Coro della SAC “Fratellanza”. Da bambino dimostrava particolare interesse per la musica, in quanto suo padre era appassionato dell’opera. “Mio padre usava fischiettare le varie arie d’opera e tramandò anche a me questo amore. Nell’ambito dei ‘Virtuosi fiumani’, negli ultimi vent’anni, mi ero cimentato anche con le arie d’opera. Non ho mai studiato canto lirico, ma per preparare le arie mi aiutarono le proff.sse Lukšić e Bossi”, ha precisato Racané. Con i “Virtuosi fiumani” ha partecipato a numerosi concerti in tutta l’Istria, a Zagabria, in Italia, Austria ecc. Questo ensemble ha occupato un posto di spicco nella sua attività canora.

Numerosi successi
All’inizio della sua carriera musicale, però, cantava musica leggera e in questo contesto ha ottenuto dei successi non da poco. Nel 1952, a Teatro Fenice, si esibisce alla manifestazione “Tutta Fiume canta” con la canzone “Luna rossa” accompagnandosi alla chitarra, in rappresentanza della sezione Arte varia. Un altro evento che merita di venire menzionato è il Festival della canzone alla quale, nel 1959, partecipano gli allora Circoli (oggi CI) di Fiume e Pola nel Salone delle Feste di Palazzo Modello. In seguito al grande successo dell’iniziativa, il programma venne replicato al Teatro Fenice e in seguito all’Arena di Pola dinanzi a 7mila spettatori. I successi si susseguirono anche all’inizio degli anni Settanta, quando nel 1970 partecipa a diversi festival e concerti a Fiume e in Istria e in duetto con Letizia Tertan partecipa al Festival della canzone della Jugoslavia. Nel 1972, invece, il duo Mirta Rusich-Aldo Racané vince al Festival della canzone a Isola con il brano “La baia dell’amor” di Oscar Bogna. Dal 1985 al 2000 collabora con il Mº Severino Stepancich, che lo accompagna al pianoforte in molti concerti, nelle serata danzanti del sabato sera e in altri eventi, spesso duettando con Alida Delcaro.

L’attività professionale
E il lato professionale della vita di Aldo Racané? Di professione, il nostro interlocutore ha fatto il meccanico, ovvero l’attrezzista, il tecnologo e l’imprenditore. Iniziò a lavorare nella fabbrica Torpedo assieme al fratello, dove era impiegato per dieci anni, dopodiché passò all’impresa RAM, che produceva attrezzature da taglio e per la saldatura, come pure attrezzature di protezione. Lì lavorò assieme al fratello Rino e a un altro noto connazionale, Mario Micheli.
Tornando alla carriera canora, è importante rilevare che Racané è stato insignito di numerosi premi e gli è stato conferito il titolo di Cavaliere della Repubblica italiana dall’ex console generale d’Italia a Fiume, Renato Cianfarani, concesso dall’allora presidente italiano Giorgio Napolitano. Nel 1999, per la sua ricca attività musicale venne insignito del premio “Rudi Palisca”.

Un dovere e un piacere
Abbiamo voluto sapere, infine, se al nostro interlocutore sia mai successo di non aver voglia di andare alle prove. “Frequentare le prove era per me sia un dovere che un piacere. Vi partecipavo con serietà e costanza perché soltanto esercitandosi si può progredire e imparare qualcosa. Ovviamente, ho avuto un grande sostegno da mia moglie e dalla mia famiglia”.
Come si sentiva cantando dinanzi al pubblico? “Dopo così tanti anni mi sentivo rilassato, anche se ultimamente ero più preoccupato a non sbagliare qualcosa. Non sono mai stato emozionato prima di uscire ad esibirmi. Succedeva forse qualche volta, quando ero un po’ insicuro o quando la mia voce non era al massimo, ma generalmente cantare era per me un piacere”.

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