Addio al poeta e accademico Ciril Zlobec

0
Addio al poeta e accademico Ciril Zlobec

LUBIANA | È venuto a mancare nella giornata di ieri Ciril Zlobec, uno dei maggiori poeti sloveni, oltre che romanziere, saggista, antologista, traduttore, redattore, accademico. Italianista e poeta di larghe frequentazioni europee, ha contribuito in maniera importante alla diffusione della cultura italiana in Slovenia, traducendo in sloveno opere di Dante, Ariosto, Foscolo, Leopardi, Carducci, Ungaretti, Quasimodo, Sciascia, Moravia e altri.

Nato il 4 luglio 1925 a Ponikve (Carso triestino, dalla parte slovena), nono e ultimo figlio di una famiglia contadina, frequentò la scuola elementare italiana nel vicino paese, le prime classi ginnasiali nel seminario minore, prima a Gorizia, poi a Capodistria. Nel 1941 fu espulso dal seminario “perché scriveva poesie in sloveno” (erano gli anni duri del fascismo) e, di conseguenza, “per assenza di spirito religioso”.
Gli anni successivi furono per Zlobec segnati dalla logica della guerra: a diciassette anni, in quanto sloveno “sospetto”, fu confinato in Abruzzo. Nel settembre del ’43 ritornò in patria e prese parte attiva alla Resistenza slovena. Dopo la guerra continuò gli studi a Lubiana, si laureò in lingua e letteratura slovena e russa. Per tre decenni lavorò nel giornalismo dirigendo quotidiani, riviste letterarie. Esordì insieme ad altri tre autori con l’antologia “Pesmi štirik” (‘Poesie di quattro’, 1953), che segnò il distacco della poesia slovena dal realismo socialista. Sorretti da uno slancio vitalistico che trasforma in coraggiosa accettazione la disperante consapevolezza dei limiti dell’esistenza, i suoi versi si segnalano per la varietà dei ritmi, l’uso insistente della suddivisione strofica, la concretezza delle immagini – “Pobeglo otroštvo” (L’infanzia fuggita), 1957; “Pesmi jeze in ljubezni” (Poesie d’ira e d’amore), 1968; “Kras” (Carso), 1976; “Nove pesmi” (Nuove poesie), 1985; “Moja kratka večnost” (La mia breve eternità: antologia personale), 1950-1990.

Le minoranze, una realtà

Assiduo frequentatore di convegni e simposi, Ciril Zlobec partecipò nel 1994 a Trieste a “Incontri internazionali di poesia. settembre 1994”, sul tema “Il ruolo culturale delle minoranze nella nuova realtà europea”, con “Quando la minoranza diventa un malinteso”, vale a dire un problema. A quel congresso di Trieste, difendendo i diritti delle minoranze slovena in Italia e italiana oltre confine, Zlobec disse tra l’altro: “La reale posizione della minoranza non è mai tale da essere soddisfacente per la minoranza”. E più avanti: “Le minoranze sono qui e vi resteranno… Resteranno con il loro e nostro problema. Ma con la loro bicultura, il loro bilinguismo e con il dialogo potranno servire da modello di convivenza. A condizione però che ci sia per essi una vera democrazia”.
Nome assiduo nei volumi della nostra rivista culturale “Battana” – dal maggio 1966 fino al dicembre del 1990 –, sempre sensibile alla realtà delle minoranze, in un numero del 1989 contribuì con il testo “Minoranze fra maledizione e speranza”.

La poesia

Ritornando all’opera poetica di Zlobec, la critica ha rilevato che dal surrealismo degli inizi maturò poi una poetica personalissima, basata su concetti cosmologici e sulle sue esperienze umane. È stato considerato soprattutto poeta d’amore, inteso nel senso più ampio e autentico del termine. In un’intervista aveva affermato: “Delle mie poesie d’amore ho fatto la storia della mia vita. L’amore è un sentimento universale, di amore si può impazzire, per amore puoi uccidere. Le grandi liriche d’amore sono di solito indirizzate verso un aspetto dell’amore: fortunato o sfortunato. Io descrivo mia moglie, che è anche fidanzata, madre ed amica. L’amore è la mia religione laica.”
Per meriti nel campo culturale e letterario Zlobec è stato più volte onorato con i massimi riconoscimenti nazionali sloveni, tra gli altri con la Medaglia d’oro per il lavoro (culturale) e con il Distintivo d’oro della libertà. Numerosi pure i Premi letterari assegnatigli in Italia quali Città dello Stretto, Eugenio Montale, Campiello, Giuseppe Acerbi, Carlo Betocchi, Circe Sabaudia, Sigillo della Città di Trieste, Fulvio Tomizza.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display