Abbazia. Un grande concerto con Puccini… nell’aria

La serata «Visse d'arte & Visse d'amore», offerta da «I virtuosi di Aquileia» in occasione del 100º della scomparsa del grande compositore, è stata molto apprezzata soprattutto dai connazionali

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Abbazia. Un grande concerto con Puccini… nell’aria
I musicisti alla fine della serata con il Maestro Alfredo Barchi. Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Una serata tranquilla, delicata e cosparsa di stelle, musica, arie, duetti, intermezzi, eleganza e bellezza, di volti rapiti e di una marea di calorosissimi applausi quella dell’altra sera inerente al concerto-spettacolo “Visse d’arte & Visse d’amore”, offerto da “I virtuosi di Aquileia”, magistralmente diretti dal M° emiliano Alfredo Barchi, sulla Piccola scena estiva di Abbazia per celebrare il centesimo anniversario della morte del compositore Giacomo Puccini. In tale contesto, a salutare i tantissimi convenuti è stato il direttore del Festival Opatija, Ernie Gigante Dešković, il quale ha rilevato che “stasera omaggeremo i cent’anni della scomparsa del grande Puccini, il quale, in quanto spesso ospite della Perla del Quarnero, le fu molto legato e che ha contribuito a farla conoscere e divenire mondana, per cui oggi festeggiamo pure il 180esimo anniversario del turismo organizzato abbaziano. Vi invito a godervi la sua musica, la sua arte e a vivere il momento nel modo e nella lingua in cui lo faceva anche lui, il che è stato reso possibile dalla Città di Abbazia in collaborazione con le Comunità degli Italiani di Fiume e di Abbazia”.

La voce del compositore
Sulla falsariga delle sue parole, prima di presentare i primi brani in programma, la spigliata conduttrice, Bettina Carniato, ha invitato gli spettatori all’ascolto di una preziosa registrazione del 1907, l’unico frammento al mondo che riproduce la voce del compositore, relativa alla vigilia del ritorno di Giacomo Puccini dallo straordinario successo ottenuto al Metropolitan di New York, in cui ringrazia “con tutto cuore l’egregio signor Diafora per le gentili parole pronunziate. Sono veramente grato al gran pubblico di New York per le accoglienze tanto entusiastiche che ha fatto alle mie opere. Accetto l’augurio del buon viaggio e finisco gridando: America forever!” A seguire, a nome dell’associazione Filarmonia di Udine, che da anni fa tappa ad Abbazia, Carniato ha rivolto un caloroso e sentito benvenuto al pubblico alla 20esima edizione del Carro di Tespi, progetto internazionale di opera lirica itinerante, rilevando che “l’evento è stato coordinato da Loretta Del Zotto e vedrà sul palcoscenico due eccellenti cantanti lirici, il soprano Sílvia Sequeira e il tenore Jihoon Park, apprezzati a livello internazionale. Gli artisti saranno accompagnati dalle note dell’orchestra “I virtuosi di Aquileia” diretti dal Maestro Alfredo Barchi. L’iniziativa rappresenta un vero e proprio omaggio a un grande italiano, autore delle opere liriche tra le più ascoltate al mondo e anche maestro del Verismo italiano, un innovatore del linguaggio musicale. Rivolgo, quindi, un ringraziamento alla Città di Abbazia, al Festival Opatija con a capo Ernie Gigante Dešković, alla CI di Fiume nella persona della presidente Melita Sciucca e all’UI in quella del presidente della GE, Marin Corva”.

Ernie Gigante Dešković, Melita Sciucca e Alfredo Barchi.
Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Un’atmosfera contagiosa
Spiegando inoltre che per l’occasione è stato scelto un programma coinvolgente e intenso, la conduttrice ha introdotto i primi brani del concerto: “Intermezzo” da Suor Angelica, l’aria “O mio babbino caro” dall’opera “Gianni Schicchi” e la “Addio fiorito asil” da “Madama Butterfly”, che hanno fatto respirare al pubblico una contagiosa atmosfera pucciniana. Nel prosieguo, ripercorrendo, sempre tramite gli interessanti racconti di Bettina, la vicenda artistica e umana di Giacomo Puccini attraverso “flash e pillole riguardanti il suo linguaggio musicale” estratti da svariati quotidiani importanti, lo stesso ha avuto modo, in due ore di concerto, di ascoltare esibizioni cariche di passione, pathos, forza, tormento, romanticismo e amore carnale e sacrale, evocando le arie tratte da alcune delle maggior opere del grande compositore, quali “E lucevan le stelle”, “Recondita armonia”, “Vissi d’arte” (“Tosca”), “Sì mi chiamano Mimì”, “Un bel dì vedremo”, “O soave fanciulla”, “Che gelida manina” (Bohème), “Nessun Dorma” (“Turandot”) e “Intermezzo” (“Manon Lescaut”), che ne hanno fatto un genio musicale. Un universo colmo di sfaccettature e sensibilità è stato anche il viaggio emozionale offerto dall’ensemble nei mondi musicali di Mascagni (“Intermezzo” dalla “Cavalleria rusticana”), “Cilea” (“Intermezzo” e “Io son l’umile ancella” da “Adriana Lecouvreur”) e “Leoncavallo” (“Intermezzo” dai “Pagliacci”). Generoso il bis a seguito della sentita ovazione degli spettatori.

Terre che affascinano
Molto soddisfatto della sempre caldissima risposta del pubblico, Barchi ci ha riferito che “nonostante arrivi da un’altra parte d’Italia sono legatissimo a queste terre, in cui vi è qualcosa di inspiegabile che mi attrae e mi affascina. Sono anni che siamo presenti al Festival e ormai è nato un rapporto di un certo tipo, nel senso che ci fidiamo e crediamo nei programmi che proponiamo, sempre ricercati e di qualità. In quest’occasione ci hanno accompagnato l’oboista Antonio Haller e il violinista Anton Kyrylov dell’Orchestra sinfonica del TNC “Ivan de Zajc” di Fiume, persone artisticamente e umanamente splendide, con i quali abbiamo collaborato benissimo”.

Il numeroso pubblico nello spazio della Piccola scena estiva.
Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

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