Abbazia. Showbusiness: il talento da solo non è sufficiente

Damir Kedžo, Nikolina Tomljanović e Mario Battifiaca hanno parlato del loro mestiere

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Abbazia. Showbusiness: il talento da solo non è sufficiente
Damir Kedžo, Nikolina Tomljanović e Mario Battifiaca con la conduttrice Vedrana Lisica Pavlović. Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

Tenendo conto del glamour e di una certa solennità che accompagna i festival e le canzoni di successo note all’ampio pubblico, si può fare a volte fatica a conoscere la persona vera che c’è dietro la star. A dare un assaggio di come sono davvero alcuni dei cantanti e showman croati, è stata la “Chiacchierata imprenditoriale – Speciale Dora: la canzone e l’imprenditoria”, tenutasi ad Abbazia. Damir Kedžo, Nikolina Tomljanović e Mario Battifiaca hanno parlato nell’ambiente intimo della sede dell’incubatore imprenditoriale Hubbazia e hanno dimostrato con parole chiare anche a chi non si interessa minimamente dell’Eurovision Song Contest e della Dora chi sono loro davvero e quanto il lavoro di cantante, come ogni altro, abbia i propri vantaggi e le proprie sfide.
Il titolo dell’incontro “Speciale Dora”, non ha rispecchiato del tutto i contenuti che si sono potuti sentire, molto più ampi. Con un approccio aperto e rilassato, i tre ospiti hanno parlato di come è nata la loro passione per la musica, qual è il loro rapporto con il Festival Dora, come bisogna lavorare nella musica per potersi permettere dei guadagni stabili e adeguati e di cosa rappresenti oggi essere un volto noto sui media tradizionali. Un discorso molto ampio, del quale si potrebbe parlare per giorni e giorni, è stato affrontato in modo molto spontaneo e comprensibile a tutti, rivelando così l’intelligenza, la passione e l’esperienza di chi vive in primo piano il mondo dello spettacolo.

Le esecuzioni di ieri e di oggi
Nikolina Tomljanović ha partecipato nel 1997 alla Dora e poi all’Eurovision Song Contest. “Noi quattro ragazze del coro ‘Putokazi’ siamo andate alla Dora e abbiamo vinto. Non ce lo siamo aspettate per niente. Pensavamo che saremmo andati solo a divertirci un po’. Già allora esistevano i favoriti al concorso”, ha raccontato, commentando che a quei tempi “era tutto molto più innocente rispetto ad ora”. Battifiaca ha ricordato di aver partecipato alla Dora in numerosi ruoli: da giornalista, cantante e conduttore. “Dora è un’ottima opportunità per presentare te stesso”, ha detto, ma ha anche avvertito del presente “imperativo” del Festival di “produrre una canzone per l’Eurovision”, con cui i colleghi si sono visti d’accordo. “Mi piace come si fa in Italia o in Spagna, dove il Festival è funzionale a sé stesso”.
Damir Kedžo ha raccontato la sua esperienza alla Dora nel 2020, con la canzone “Divlji vjetre”: “la mia esperienza più bella. Non per la vittoria, ma per il fatto di essere stato un underdog, quando per due mesi consecutivi i media parlavano di altre canzoni che avrebbero vinto. Entri lì dentro completamente rilassato e ti dici, ‘vabbè, andiamo a cantare’. Non speravo che la fortuna mi avrebbe toccato”.

Sanremo e la Svezia
Su un punto di vista più pratico, Battifiaca ha ricordato l’esempio di Olly a Sanremo che ha deciso di non voler partecipare al prossimo Eurovision. A prescindere dalle sue motivazioni, finanziarie o no, i tre cantanti hanno concordato che ognuno ha la legittima possibilità di scegliere la strategia che gli sembri più opportuna per la propria carriera.
Esiste un grande numero di fattori che devono venire assieme per raggiungere la fama, hanno ammesso i cantanti. “Si potrebbe dire che si tratti di destino, ma se poi, da questa prima luce dei riflettori, si riesce a capitalizzare il proprio successo è un altro discorso”, ha affermato Battifiaca. È necessario, secondo i cantanti, sfruttare al massimo la propria visibilità, che non è eterna, e riuscire a costruire uno spazio con cui poter guadagnare abbastanza del proprio lavoro.
Ma l’industria dello showbusiness è qualcosa di molto concreto e il talento da solo non basta. È necessaria tutta un’industria e un’infrastruttura dedicata a questo ramo economico. Kedžo ha fatto l’esempio della Svezia, un paese piccolo ma comunque il terzo paese al mondo per numero di canzoni esportate. Qualcosa del genere in Croazia semplicemente non c’è, ha riassunto. Per Sanremo, ha riferito Battifiaca, ogni cantante ottiene 53mila euro per ideare e realizzare la propria presentazione mentre in Croazia ognuno si arrangia come può. Come in altre iniziative economiche private, non c’è garanzia di ritorno.

I nuovi canali musicali
Una tendenza alla Dora è che partecipino nomi nuovi, meno noti e con minore prestigio e peso mediatico. Una volta erano molto più frequenti i grandi della scena musicale. Dora è diventata un festival di autori di debutto, ma, come si sono visti d’accordo gli ospiti, è un trend che si riscontra ovunque. D’altro canto, hanno notato Battifiaca e Kedžo, i cantanti di riserva alla Dora hanno storicamente avuto molte volte un successo inaspettato.
In un mondo connesso da Internet e dalle reti sociali, ha commentato Kedžo, tecnicamente non hai bisogno di avere una carriera alla radio: “è tutto molto frammentato”. “Una volta era più facile riuscire – ha valutato Battifiaca –. C’era un po’ di stazioni radio e TV e lì ti seguiva il 70 p.c. della popolazione. Oggi c’è tutta una serie di autori che non compaiono sulla radio, anche data la natura dei loro testi. Invece i loro stream sui servizi video raggiungono le stelle. “Esiste un enorme squilibrio tra quello che la gente ascolta e quello che i media offrono”, ha concluso. C’è un enorme numero di persone che si occupa di musica e che non ha niente a che fare con i media classici. È stata ricordata laurakojapjeva, che molti non conoscono ma su TikTok è già da tempo un volto noto.

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