Abbazia. Quattro chitarre per un concerto memorabile

Il quartetto triestino "40 Fingers" ha ammaliato il pubblico al Centro culturale "Gervais" con un repertorio di musiche classiche e moderne arrangiate dai musicisti stessi

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Abbazia. Quattro chitarre per un concerto memorabile
La Città di Abbazia. Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Continua con successo la stagione musicale nel centro culturale “Gervais” di Abbazia. Davanti a una platea da tutto esaurito, a esibirsi in un riuscitissimo concerto è stato il quartetto di chitarre acustiche italiano “40 Fingers” letteralmente “40 dita” composto da Matteo Brenci, Emanuele Grafitti, Enrico Maria Milanesi e Andrea Vittori. La formazione originale nata nel 2017 assieme al chitarrista Marco Steffè (con cui la band realizza l’album di esordio “40 Fingers”) viene modificata nell’ottobre 2019 con l’ingresso di Enrico Maria Milanesi.
In poco meno di due ore di spettacolo hanno dimostrato tutta la loro bravura e maestria, per cui si stanno facendo valere a livello mondiale, con un repertorio che spazia dalla musica classica, popolare, jazz, colonne sonore e grandi hit del rock, il tutto reinterpretato e arrangiato per le esigenze dei loro strumenti. Il pubblico ha così potuto godere di un programma di altissimo livello premiando i musicisti triestini con lunghi e calorosi applausi dopo ogni esibizione e richiedendo un bis finale al termine del concerto.
Al pubblico abbaziano i quattro hanno proposto uno spettacolo emozionante e coinvolgente, in un viaggio dal jazz alla musica classica, dal flamenco alle suggestioni celtiche e irlandesi, dal pop al rock.
Ognuno di loro ha un’estrazione stilistica diversa, dalla musica classica e jazz, abilità di composizione e arrangiamento oppure un animo rock. Questo fa sì che si mescolino quattro generi molto diversi, fattore determinante soprattutto per la resa dei brani originali.
Senza barriere linguistiche, con il linguaggio universale delle loro chitarre, i 40 Fingers hanno dimostrato di appartenere alla scena musicale mondiale al fianco di altri nomi illustri.
La combinazione della tecnica del “fingerpicking” (“pizzicare con le dita”) e dello stile particolare di ciascuno dei membri del quartetto, è accompagnata da un’ottima comunicazione con il pubblico, che rende ogni singolo concerto un evento unico e imperdibile.
Il repertorio ha proposto sia brani originali che ri arrangiamenti per quattro chitarre di grandi classici della musica moderna, spaziando da capolavori come “Libertango” di Astor Piazzolla, a “Hotel California” degli Eagles, “Sultans of Swing” dei Dire Straits, “Africa” dei Toto, “Tears in Heaven” di Eric Clapton, “While my Guitar Gently Weeps” dei Beatles fino a “L’Estate” di Vivaldi. Non poteva mancare la celeberrima “Bohemian Rhapsody” dei Queen per cui hanno ricevuto un riconoscimento da parte dei componenti della nota band britannica.
La passione condivisa per il mondo del cinema e per le musiche dei film ha fatto sì che i quattro si cimentassero anche in una serie di interessanti arrangiamenti di famose colonne sonore tra cui la loro versione “a 40 dita” dei due momenti principali dell’opera di John Williams sulla saga di George Lucas (Star Wars), vale a dire il “Main Theme” e la celeberrima “Marcia Imperiale”.

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