Abbazia. I Sabaton e il power metal affascinano più di 5.000 fan

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Abbazia. I Sabaton e il power metal affascinano più di 5.000 fan
I Sabaton alla Scena estiva di Abbazia. Foto: Roni Brmalj

I Sabaton, il gruppo musicale Power metal svedese, che venerdì sera si è esibito sulla Scena estiva di Abbazia ha donato al pubblico uno spettacolo da ricordare. Il concerto, fissato per le 21, è iniziato senza nemmeno un minuto di anticipo o di ritardo e si è concluso alle 22.30 senza l’immancabile bis, nonostante il pubblico sia rimasto a invocarli per altri 20 minuti. Per quanto riguarda il concerto in sé, i fan dei Sabaton non sono rimasti delusi della serata, in quanto il gruppo svedese ha eseguito tutti i suoi brani più famosi.

Foto: Roni Brmalj

Anche se i temi principali affrontati dal gruppo nei suoi brani sono alcuni tra i più famosi conflitti della storia e le loro battaglie più rilevanti, tra il pubblico di Abbazia non si sono trovati solo i classici metallari dai capelli e dalle barbe lunghi, ma anche famiglie, anziani e bambini.
Sul palcoscenico della Scena estiva, a dare il benvenuto al pubblico è stato un enorme carro armato in cima al quale si trovava il batterista. Dalla canna del carro armato, ma anche da altri punti della scena, durante tutto il concerto venivano sparate cannonate e palle di fuoco, a simulare una battaglia. I membri del gruppo erano circondati da sacchi di juta, presumibilmente a voler imitare una trincea della Prima guerra mondiale. Per quanto riguarda il concerto, la prima canzone ad aprire lo spettacolo è stata “Ghost division”, accompagnata da un video di sottofondo sul quale scorrevano le parole e si potevano vedere i membri del gruppo dal vivo. È seguita “Great war”, dedicata alla Prima guerra mondiale e durante la quale il cantante ha tirato fuori un lanciagranate, ovviamente finto, per sparare in aria. Nonostante il clima bellico dovuto alle tematiche trattate dai Sabaton, principalmente lla guerra, antica e, soprattutto, moderna, il gruppo ha salutato calorosamente il pubblico, sia in inglese, che in croato, e lo ha ringraziato per l’entusiasmo e per aver accompagnato tutte le canzoni.
Molti testi dei Sabaton riguardano battaglie famose della storia viste da un punto di vista generale o dall’occhio di una delle fazioni. Sulla playlist di venerdì, però, non sono mancati i classici come “To Hell and Back”, che parla del pluridecorato soldato americano Audie Murhpy, o ancora “The Red Baron”, canzone su Manfred von Richthofen, il “Barone Rosso”. Tutto sommato, dunque, il concerto dei Sabaton è stato uno spettacolo come pochi, a condizione che lo spettatore sia a conoscenza delle tematiche affrontate e apprezzi quella che molti definirebbero come mascolinità tossica. Il lancio di bombe, il fumo dovuto alle esplosioni, le maschere a gas e i giubbotti antiproiettile indossati dai membri del gruppo rientrano pienamente nell’immagine curata dal gruppo svedese, ma non sono elementi ai quali è avvezzo un pubblico che non ha interesse per i temi bellici.
In ogni caso, de gustibus non disputandum est e l’elevato numero di entusiasti al concerto di qualche giorno fa è la dimostrazione lampante che la vita notturna abbaziana è capace di adattarsi ai gusti di tutti i suoi ospiti.

Joakim “Jocke” Brodén, il cantante dei Sabaton. Foto: Roni Brmalj

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