Žlahtina e Sansigot. Eccellenze a braccetto

Negli spazi della Kašetica, i migliori prodotti della cantina «Kuća vina Katunar», plurimedagliati alle rassegne nazionali e internazionali

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Žlahtina e Sansigot. Eccellenze a braccetto
Egle e Ivan Katunar. Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Nella sua storia, Fiume non è mai stata prima una destinazione turistica e sicuramente non possiamo indicarla come un punto di riferimento tra le località vitivinicole per eccellenza. Cambiano le tendenze e i costumi e la città sta scoprendo, anno dopo anno, la sua vocazione per quello che viene definito turismo urbano. Con la giornata di oggi parte WinRi, senza le misure di contenimento della pandemia di Covid-19, una tra le rassegne attraverso le quali si vuole proporre la regione quarnerina, assieme alle zone montane, come un brand, un marchio di qualità, insistendo sulla genuinità, sull’autenticità e sull’appartenenza geografica dei suoi prodotti.

Con questo spirito vengono messe in evidenza le eccellenze. L’Istria, ormai da trent’anni, si è imposta con successo grazie ai suoi due vitigni tipici, cioè la Malvasia per quanto riguarda il vino bianco e il Terrano per quelli rossi. Sono i trascinatori dell’intero comparto eno-gastronomico istriano. La Regione litoraneo-montana non può e non potrà mai paragonarsi all’Istria, disponendo di meno aree disponibili da riservare alla viticoltura, ma se si parla di qualità, il confronto è alla pari. Non c’è concorrenza, ma prendere come esempio chi è già riuscito a raggiungere certi livelli, non è un’eresia.
Ieri si è presentata a Fiume, in Gomila, nel punto vendita di prodotti locali “Kašetica”, una delle cantine di Verbenico (Vrbnik) sull’isola di Veglia, la prima a proporre il vitigno locale Žlahtina in cinque versioni diverse. “Kuća vina Katunar”, assieme alle altre cantine della località isolana, prende parte al progetto “Kvarner wine” in cui ognuno ha l’opportunità di mettere in mostra il meglio di sé, a modo suo. Ivan e Egle Katunar hanno presentato ai media, ma anche al presidente della Regione, Zlatko Komadina, alla direttrice dell’Ente per il turismo del Quarnero, Irena Peršić Živadinov e al vicesindaco di Fiume, Goran Palčevski, le cinque versioni di quello che potrebbe venire considerato un vitigno semplice, più o meno come la Malvasia istriana. Invece, accanto alle versione tradizionale, di un vino che si consuma da una vendemmia all’altra, c’è la variante nata dall’uva accolta fuori dalla valle di Verbenico, a Krasina, con 24 ore di macerazione e sei mesi in botte di legno. Parliamo di un vino maturo, vendemmia 2020. C’è la vendemmia 2018 da cui è nato un vino prodotto in quantità limitatissime, soltano 800 bottiglie, concepito secondo il percorso riservato ai vini rossi. Vi sono, infine, il passito, vino liquoroso e quello spumante.
Lungo elenco di riconoscimenti
Ci sarebbe un lungo elenco di riconoscimenti, medaglie d’oro, conquistate alle varie rassegne nazionali e internazionali, ma in questo caso sorvoleremo sulla Žlahtina, andando a puntare su un vitigno rosso, riscoperto, rivalutato e rivitalizzato. Ci riferiamo al Sansigot, premiato di recente a Vinistra. Si tratta di una varietà sulla quale la cantina di Ivan Katunar ha voluto scommettere nel 2008, assieme a quella di Ivica Dobrinčić. Si tratta di un vino impegnativo, ma non troppo, in cui ha creduto anche Anton Katunar. Oggi sono tre le cantine che lo producono, in quantità ancora modeste, ma i veri appassionati hanno sicuramente il modo per arrivare a gustare questa varietà autoctona, originaria dell’isola di Sansego, che era ormai destinata all’estinzione. Non ci sono e non ci saranno mai quantità tali da rendere il Sansigot una fonte di grandi profitti, ma assieme alla Žlahtina tende a diventare un oggetto raro e ricercato da gustare, preferibilmente, lì dov’è nato.

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