Scardona e Verbenico: vino e buon mangiare

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Scardona e Verbenico: vino e buon mangiare

Distante 15 chilometri da Sebenico, Scardona (Skradin) è un romantico borgo tipicamente mediterraneo con un intrico di viuzze, porticcioli e calette a due passi dall’ingresso al meraviglioso Parco nazionale Krka. Un importante sito archeologico nelle sue vicinanze ci racconta che la storia di Scardona ha almeno 2000 anni. L’intero borgo di Scardona è un bene culturale sotto tutela. Nel luogo i segni della Serenissima, Venezia la dominò dal 1683, sono più che evidenti. Per tutto il XIX secolo, gli atti del Comune furono redatti esclusivamente in italiano. Nel 1867, il deputato bilingue e podestà cittadino Giovanni Marassovich, rilevava che in città si impartiva l’istruzione in italiano e in lingua slava, “ciò in omaggio alla coltura italiana di Scardona e alla sua nazionalità slava”.
Oggi il turismo classico e quello da diporto fanno la fortuna della città che può godere di un marina moderno e capiente. È fra i luoghi più belli della costa dalmata, un posto capace di far innamorare di sé il più esigente dei turisti. Uno degli appuntamenti clou dell’estate è il Festival dei vini, a cui quest’anno hanno aderito i produttori Bibich, Boškinac, Kabaj, Matošević, Šćurek, Roxanich, Brkić, Cilić e Duboković: con le loro eccellenze, bianchi e rossi di alto livello, al bar e bistrot “Arka Pasquale”, con il marina strapieno di yacht e imbarcazioni di lusso a fare da scenografia, hanno accompagnato e rinfrescato la calda serata (a invito) e accompagnato le delizie gastronomiche presentate da noti chef: Ivan Pažanin, Rudolf Štefan, Marin Rendić, Vjeko Bašić, Pero Savanović, Ante Božikov e Mate Janković. Presente anche l’azienda Luxardo, che a Zara  in passato diede vita al celeberrimo Maraschino e che oggi, assieme ad altri prodotti, continua a produrre vicino a Padova.

​Veglia: «mangia e bevi» per tutti
Da Scardona a Verbenico (Vrbnik) il passo è breve: dal 7 al 14 luglio la località sull’isola di Veglia ospita “Mangia e bevi”, autentico inno a due caratteristici prodotti del posto e dell’isola in genere: le šurlice (tipo di pasta) e la Vrbnička žlahtina (vino bianco leggero e aromatico). Le šurlice che ancora oggi vengono prodotte alla maniera tradizionale, possono venir accompagnate da vari tipi di sugo: dagli arrosti di carne fra cui spicca quello d’agnello, agli asparagi quando è stagione, fino agli scampi o ai frutti di mari o a un mix mari e monti sempre di successo. La particolarità delle šurlice e che assorbono bene il sugo con cui vengono servite, per questo risultano ottime in qualsiasi “salsa” vengano servite.
Il vitigno della žlahtina, invece, si ritiene sia arrivato sull’isola negli Anni ’80 del XIX secolo e, nei campi di Verbenico, solo nel periodo tra le guerre mondiali. Il nome žlahtina deriva da un aggettivo che significherebbe “nobile”. Il vino è di colore giallo chiaro o giallo paglierino: al naso ha un profumo delicato, in bocca il sapore è leggero, piacevole, vivace ma aromatico con note lievemente fruttate. La sua nota fresca, influenzata dal clima, è una caratteristica dell’area dell’Adriatico settentrionale. Nel nord dell’isola di Veglia prevalgono oltre alla žlahtina, anche la Malvasia istriana, la Draganela, l’Opačevina, nonchè il Sansigot. Quest’ultimo è un rosso prodotto da una varietà d’uva che di stava estinguendo. In passato era molto diffusa sulle isole di Susak (Sansego) e Veglia. Il nome di Susak deriva dal greco sansegos, termine che significa origano (pianta che cresce in abbondanza sull’isola). Susak tempi addietro era  conosciuta come “vigneto galleggiante”: il 95% dell’isola era ricoperto di vigne. Per impedire la scomparsa del Sansigot alcuni viticoltori hanno ripreso a coltivare quest’uva e  produrne il  vino seguendo i processi di produzione tradizionali. Al momento, i produttori di Sansigot imbottigliano quasi 3.000 bottiglie, ma la produzione è destinata a salire. Dall’8 al 12 luglio sono in pogramma le giornate aperte delle cantine di Verbenico. L’occasione giusta per gustare Vrbnička žlahtina e Sansigot. Cin-cin… (gioffi)

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