Promossa la seconda edizione del Pét-Nat

Verteneglio. Dalla cantina Veralda uno spumante artigianale a basso contenuto d’alcol prodotto dal Terrano

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Promossa la seconda edizione del Pét-Nat

Visto il successo della prima edizione del Pét-Nat, vino della cantina Veralda, questa ha promosso una seconda edizione limitata. Si tratta di uno spumante prodotto dal Terrano coltivato sui colli del Buiese, dal colore attraente e di una freschezza fruttata. Si presenta di un colore rosso pallido, con un basso contenuto d’alcol, non filtrato e nebuloso. Il Pét-Nat è prodotto con il metodo ancestrale, spesso descritto come un metodo “onesto e autentico”, altrimenti noto come rurale o artigianale. Il vino viene imbottigliato prima di completare la sua prima fermentazione, consentendo al biossido di carbonio di essere prodotto dagli zuccheri naturali presenti nell’uva. La produzione del Pét-Nat è estremamente variabile e può essere difficile da controllare e pertanto richiede un elevato livello di competenza da parte dell’enologo. Rispetto agli altri spumanti, è imprevedibile in quanto non si ha nessun controllo sulla fermentazione; si può soltanto cercare di standardizzare il processo, ma ogni bottiglia sarà leggermente diversa dalle altre. Il risultato finale è un vino rustico e vivace.

 

“Il Pét-Nat nasce insieme alle prime bottiglie di vetro, che i viticoltori riempivano di vini in fermentazione. Questo metodo era raro e prezioso e godeva di grande popolarità. Aprire una bottiglia di questo vino era un privilegio riservato per lungo tempo solamente ai re”, spiega il padrone di casa, Luciano Visintin.

Quindi il Pét-Nat è l’immagine del vino ribelle, una versione meno elaborata di uno spumante classico o di uno Champagne. Il termine è l’abbreviazione del più sofisticato francese pétillant-naturel (frizzante naturale), un prodotto meno tecnologicamente guidato, per il ritorno a un passato più semplice. “È qualcosa di più di un divertente progetto sperimentale: è un vino complesso di terroir”, rileva Luciano Visintin, spiegando come questa sia una tecnica enologica usata in Francia già nel 1500, che ebbe origine con la nascita di quelli che oggi consideriamo essere i primi vini spumanti della storia. Un paio di secoli prima che Dom Perignon presentasse al mondo i suoi vini pétillants, altri monaci misero a punto un metodo che permetteva di ottenere dei vini effervescenti e vivaci. Era circa la metà del XVI secolo quando a Limoux (Francia) questa tecnica venne usata per creare un semplice sottoprodotto della stagione. La fermentazione di quei vini veniva bloccata con l’abbassarsi repentino delle temperature in inverno e una volta imbottigliati, in primavera, con il rialzarsi delle temperature, i vini riprendevano a fermentare, creando così un vino naturalmente frizzante. Prodotto in una quantità limitata, questa varietà di spumante simboleggia il desiderio di tornare alla natura con approcci e sapori più semplici, ma che si distinguono dagli altri.

Luciano Visintin durante un controllo al Pét-Nat

”Il Veralda Pét-Nat 2021 è un vino elegante, raffinato, originale e autentico, con schiuma ricca e duratura, bollicine numerose, colore fragola, leggermente torbido, come prevedibile, poiché la fermentazione si è conclusa in bottiglia. Può essere servito fresco a 6° Celsius come aperitivo per la sua freschezza e intensità aromatica, con cibi come pesce, frutti di mare, pizza e anche dolci. Suggeriamo di provare il Pét-Nat pure durante l’autunno in abbinamento con le castagne”, conclude Visintin, spiegando che questo spumante naturale rappresenta il nuovo volto del Terrano, fluttuante e fruttato e offre a chi lo assaggia un ritorno alla natura e ai sapori rustici, che non lasciano nessuno indifferente, dall’apertura della bottiglia fino all’ultima goccia.

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