Olio extravergine, vino, cacio, prosciutto, salumi, risotto e tartufi. Se non fosse per il cioccolato di Perugia e il pesce dell’Adriatico, sembrerebbe una tavola istriana, e invece siamo in Umbria. Cioè, siamo in Istria, ma per gustare le specialità gastronomiche umbre. La Settimana della cucina italiana nel mondo, promossa dall’Ambasciata d’Italia a Zagabria e dal Consolato Generale d’Italia a Fiume con la collaborazione dei partner istriani e italiani, quest’anno ha proposto un programma di gran classe nel salone degli spettacoli della Comunità degli Italiani di Sissano. L’evento culinario ha unito le due tradizioni gastronomiche e i rispettivi prodotti tipici in una specie di gemellaggio dei fornelli piuttosto ben assortito. Le due cucine, come si è visto, hanno in comune un DNA italiano e mediterraneo, mitigato in modo accessorio da specificità geografiche e climatiche, dall’innovazione della cucina moderna, dalla fantasia e dall’individualità dei rispettivi chef, fattori di ricchezza nella divergenza. Tartufo e malvasia, olio, prosciutto crudo e formaggi sono il trait d’union delle due tavole regionali, entrambe apprezzate dai commensali riuniti a Sissano.
Un gemellaggio… gastronomico
Un viaggio a ritroso nel tempo, nei secoli che hanno plasmato le due cucine. Uno showcooking, in un ideale gemellaggio culinario umbro-istriano che ha visto ai fornelli gli chef delle due regioni ora gemelle nel nome del brindisi e del boccone. A servire gli ospiti gli studenti dell’Istituto di alberghiera di Pola. A salutarli, invece, la console generale d’Italia a Fiume, Iva Palmieri, il presidente della Comunità degli Italiani di Sissano e presidente dell’Assemblea dell’Unione Italiana Paolo Demarin, il presidente della Giunta esecutiva dell’UI Marin Corva e la vicepresidente della Regione istriana in quota CNI Jessica Acquavita. “La Settimana della cucina italiana nel mondo è una delle rassegne principali del Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, volta a promuovere le eccellenze gastronomiche italiane su scala globale. Mi è piaciuta l’idea di realizzare questo gemellaggio culinario tra la Regione Umbria e l’Istria perché hanno delle produzioni piuttosto simili, a partire dal tartufo, che è un ingrediente tipico tanto dell’Umbria quanto dell’Istria, ai salumi, ai formaggi, ai vini”.
Jessica Acquavita ha ringraziato la console, che ha proposto il gemellaggio, il direttore dell’Agenzia regionale di sviluppo rurale, Igor Merlić, che ha avuto l’incombenza di coordinare l’evento: “Tartufo a parte, che ci accomuna, noi abbiamo voluto puntare sul bovino istriano autoctono, il boscarin, specie tutelata dall’AZZRI che sta salvando la specie dall’estinzione col suo allevamento in funzione della gastronomia. Il nostro antipasto freddo include appunto un tris di salumi, asino, pecora e boscarin, in abbinamento a un tris di formaggi e io v’invito a indovinare quali sono”.
Le eccellenze umbre in penisola
Gratitudine a tutti i partner anche nel discorso di circostanza di Paolo Demarin, il padrone di casa che ha preparato per gli amici umbri un salotto delle grandi occasioni. Anche Marin Corva ha ringraziato gli chef dell’Umbria per aver portato in Istria le sue eccellenze. Corva ha ricordato di essere stato in Umbria e gustato le sue specialità, ricavandone l’immancabile impressione di essere sentito a casa, come “se fosse stato nell’entroterra istriano” perché “in Umbria mangiano come noi”. “Ringrazio la console per averci dato la possibilità di organizzare questo evento, di avvicinare i nostri due popoli, ringrazio la famiglia Moscarda per i vini e l’istituto di alberghiera, ma in primo luogo la nostra Comunità di Sissano perché i nostri connazionali in Comunità fanno volontariato in e credo che si debba essere loro riconoscenti per questo servizio”.
Omar Di Curzio, presidente dei Giovani imprenditori di Confcommercio Umbria e presidente della Consulta Giovani del Comune di Cascia ha detto di essere qui per rappresentare con orgoglio il proprio territorio, l’Umbria: “La nostra è una terra che vive attraverso i suoi paesaggi mozzafiato, i suoi sapori unici e la passione delle sue comunità. È un luogo in cui la storia e le tradizioni si fondono con la capacità di innovarsi, raccontando una storia senza tempo che continua a ispirare ed emozionare”.
La tavola della serata
Ma ecco la tavola della serata con portate in alternanza istriane e umbre: dopo l’antipasto freddo istriano con i due tris di salumi e formaggi offerto, lo chef Gennaro Ferraro di Cascia (protagonista dello cooking show) ha portato in tavola l’antipasto di lonzino stagionato in carpaccio con cipolla rossa caramellata e crema di pecorino, l’orzotto con una spolverata di tartufo, il risotto carnaroli con zafferano di Cascia, gamberi e tartufo nero e la millefoglie con una chantilly allo zafferano e fondente di castagne e caffè. Lo chef istriano di Pola, Grgo Komazin, ha servito l’arrosto di boscarin con contorno di polenta rustica alle olive e erbe spontanee e un dolce speciale: gnocchi ripieni con ricotta.
Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.
L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.