Delizie dalmate: Marchio IGP

Continua ad allungarsi la lista dei prodotti croati tutelati a livello di Unione europea

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Delizie dalmate: Marchio IGP

La “Dalmatinska panceta” (Pancetta dalmata) e la “Dalmatinska pečenica” (Lonza di maiale essiccata) sono state riconosciute dall’Unione europea come prodotti di origine controllata della Dalmazia, ottenendo il diritto a fregiarsi del marchio IGP (Indicazione geografica protetta). La decisione è stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea pubblicata il 16 febbraio 2021. Il processo di tutela dei nomi era stato avviato nel 2017 quando una serie di associazioni che raccolgono un gran numero di produttori artigianali di prosciutti e salumi locali avevano fatto richiesta al Ministero dell’Agricoltura, affinché nessuno fuori dalla Dalmazia potesse usare questi nomi.

 

 

Il riconoscimento che è ora finalmente arrivato mette dei limiti chiari e ben definiti all’area d’interesse, all’interno della quale si potrà ancora parlare di pancetta dalmata usando quei nomi. In quest’area rientrano la Città di Novaglia (Novalja) sull’isola di Pago (Regione di Lika e di Segna), le Città di Benkovac, Zaravecchia (Biograd), Nona (Nin), Obrovac, Pago e Zara, come pure i Comuni di Bibnje, Galovac, Jasenice, Calle (Kali), Kolan, Kukljica, Lišane Ostrovičke, Novigrad, Pakoštane, Pašman, Polača, Poličnik, Posedarje, Povljana, Oltre (Preko), Privlaka, Ražanac, Sale (Sali), Stankovci, Starigrad, Sukošan, Sveti Filip e Jakov, Škabrnja, Tkon, Puntadura (Vir), Vrsi e Zemunik Donji, nella Regione di Zara, e infine in tutte le località della Regione di Ragusa e della Narenta, della Regione di Spalato e della Dalmazia e della Regione di Sebenico e di Knin.

 

“La ‘Dalmatinksa panceta’ è un prodotto derivato della carne suina, dalla forma rettangolare, che viene ottenuto dalla lavorazione del maiale per il tramite di una serie di salature e salamoie, per poi passare all’affumicamento a freddo e una nuova seccatura con ulteriore maturazione. Il prodotto finale è leggermente salato, tenero, pronto a sciogliersi e succoso, con un leggero aroma affumicato. Al taglio si presenta a fasce colorate, dove si alternano il rosso del muscolo con il bianco del grasso, che in alcuni casi può essere rosa. Ai lati invece il colore è giallognolo, come conseguenza naturale del processo di affumicamento”, si legge nella descrizione del prodotto. “La ‘Dalmatinska pečenica’ è un prodotto derivato della carne che viene fatto a partire dei muscoli dorsali più lunghi del maiale. La materia prima subisce una serie di salature e salamoie, un affumicamento a freddo e una nuova seccatura con ulteriore maturazione. La parte esterna del prodotto finale risulta di un colore marrone che può essere più o meno chiaro, con tratti ricoperti da una parte grassa che risulta giallognola come conseguenza dell’affumicamento. Il suo gusto è leggermente salato, mentre la carne è tenera e succosa con un leggero aroma di fumo”, si legge nella descrizione di quest’altra leccornia.

Pancetta dalmata

Dopo questo ulteriore riconoscimento la Repubblica di Croazia vanta un paniere di 31 prodotti alimentari i cui nomi sono stati tutelati a livello comunitario. Oltre a questi già descritti nell’articolo, l’elenco comprende il prosciutto crudo dell’isola di Veglia, l’olio d’oliva extravergine di Cherso, i mandarini della Narenta (Neretva), le patate della Lika, il kulen della Baranja, il prosciutto crudo di Drniš, quello della Dalmazia…

 

Alcuni di essi hanno però uno status particolare, in quanto lo stesso prodotto è stato registrato come tipico in due Paesi diversi, pur essendo fatto alla stessa maniera. È questo il caso, ad esempio, del prosciutto crudo istriano, per il quale sono stati registrati sia il nome croato che quello sloveno, in quanto la tradizionale lavorazione istriana è la medesima da entrambi i lati del confine che divide i due Paesi.

 

Lo stesso destino potrebbe toccare al miele istriano. Una squisitezza per la quale Croazia e Slovenia si sono accordate per procedere assieme verso la Commissione europea. Con l’Unione Italiana che ha scritto ai rispettivi presidenti dei governi chiedendo loro di tenere in considerazione, e dunque anche di includere, il nome italiano del prodotto nel processo di registrazione.

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