Arsen Jardas, 7º sigillo per la sua Belica

Consegnati a Castua i premi ai migliori vini locali. Hanno partecipato 32 cantine con 74 tipi di vino

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Arsen Jardas, 7º sigillo per la sua Belica

Tra pochi intimi, con la cautela che viene raccomandata a tutti nonostante i segnali positivi dal fronte Covid, ieri a Castua si è svolta la premiazione dei migliori vini locali. “Belica 2021”, organizzata dall’Associazione Belica, sedicesima edizione del concorso, si è conclusa con l’assegnazione dei riconoscimenti in sei categorie. Di anno in anno aumenta il numero di partecipanti e quello dei vini affidati al giudizio degli addetti ai lavori, a una giuria qualificata che ha avuto modo di esprimersi su 74 vini proposti da 32 produttori.

 

Matej Mostarac, rieletto sindaco già al primo turno delle amministrative, ha brindato con i vincitori auspicando che fin dalla prossima edizione si possa tornare a premiare i vini migliori in un contesto diverso da quello attuale, tra centinaia di persone, senza limitazioni. “Si sta avvicinando la bella stagione e il quadro generale sta miglirando, per cui sono certo che sapremo recuperare socializzando con i buoni vini locali. La tradizione è viva grazie all’impegno dei piccoli produttori, che oggi possono vantare anche vini di altissimo livello che vorremmo mantenere anche cercando di aumentare le quantità. Quest’associazione resterà un marchio inconfondibile della nostra città”.

…e al vincitore per la migliore Malvasia, Darko Mandić

Cinque vitigni autoctoni

Sono state assegnate 7 medaglie d’oro, 25 d’argento, 17 di bronzo e 7 riconoscimenti speciali. Nella categoria regina del concorso, dedicato alla Belica, vino prodotto con cinque vitigni autoctoni, ha trionfato per il settimo anno consecutivo Arsen Jardas, seguito da Kristijan Lučić, che ha vinto pure la medaglia d’oro, ma con un punteggio più basso. Il miglior vino in assoluto, con il massimo punteggio mai raggiunto in queste sedici edizioni del concorso, è la Malvasia di Darko Mandić, prodotta con uva “importata” dall’Istria. In questa categoria la medaglia d’oro è stata assegnata dalla giuria anche a Zdravko Štefan, Klaudio Kršul, Arsen Jardas e Sanjin Srok.

Nel Castuano, dall’edizione di un anno fa, sono state piantate 4.000 viti su un ettaro, aumentando del 10 per cento circa l’area complessiva coperta da vigneti. In quest’area, la configurazione del terreno non è ideale per la viticoltura, ma c’è un interesse crescente per mantenere viva una tradizione e, perché no, di ambire a livelli qualitativi richiesti dal mercato. Le quantità di vino prodotto nel Castuano non sono tali da potere aspirare alla conquista di grandi mercati, anche perché la maggior parte dei produttori si occupa di viticoltura e vinificazione a livello di hobby, pur osservando, soprattutto negli ultimi anni, ciò che offrono le nuove tecnologie in tema di fermentazione controllata. Al di là di quello che può essere il successo commerciale, l’intero programma di rilancio dei vitigni e dei vini locali viene incentivato dall’amministrazione cittadina. In buona parte dei locali pubblici, tra bar e ristoranti, si possono gustare i migliori vini delle cantine locali che rappresentano in modo sempre più dignitoso il territorio, e che si avvicinano sempre più velocemente agli standard già da tempo raggiunti, per esempio, dai produttori istriani.

Futuro assicurato

Per la Belica, prodotta utilizzando cinque vitigni locali, non sono stabiliti degli standard per cui aromi e sapori cambiano da una vendemmia all’altra, a seconda della disponibilità di questo o quel vitigno. In ogni caso, il futuro è assicurato per le cinque varietà anche grazie al vivaio in cui viene conservato il prezioso patrimonio genetico da cui anche in futuro si potrà attingere per tenere viva la tradizione e la fragranza, sempre diversa, della Belica.

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