Zlatko Devedžić: «Con le polemiche continue non si va da nessuna parte»

A colloquio con il candidato sindaco indipendente

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Zlatko Devedžić: «Con le polemiche continue non si va da nessuna parte»
Zlatko Devedžić. Foto: GIULIANO LIBANORE

Tra i dieci candidati a sindaco c’è anche Zlatko Devedžić, a capo della sezione polese dell’Associazione nazionale delle fortificazioni. È la terza volta che tenta la scalata a Palazzo municipale: nel 2017 era stato estromesso perché non aveva raccolto il numero sufficiente di firme valide per la candidatura, quattro anni fa si era fermato al primo turno. Stavolta ha deciso di ricandidarsi. La sua campagna preelettorale viaggia esclusivamente su Facebook e raramente concede interviste. Noi siamo riusciti ad accordarci e lo abbiamo incontrato a Stignano per vedere che cosa ha da dire agli elettori.

È tempo di Amministrative e anche stavolta ha deciso di mettersi in gioco. Per quale motivo?
Perché desidero una Pola migliore, una città a misura d’uomo. Chi ha governato la città nei tempi passati l’ha uccisa, il sindaco attuale ci ha messo un chiodo. Mi batto per una città urbana. Decenni fa Pola aveva 21 discoteche, ora non ne ha neanche una. I giovani ormai non hanno dove divertirsi. Ma ci sono molte altre cose che mi danno fastidio. Ad esempio in centro non c’è un bagno pubblico dove effettuare i propri bisogni. Sono forse dettagli, ma la dicono lunga su quanto Pola sia trascurata. Purtroppo gli elettori nelle recenti tornate guardano soltanto il candidato e non il programma che espone. Come se non gli interessasse niente dei programmi. La città è nel caos, i cittadini sono confusi e delusi e non sanno a chi credere. Tutti noi ascoltiamo storie su storie, ma nessuno non vede o non offre soluzioni concrete. Con me sarà diverso.

Quali sono a suo avviso i problemi concreti?
Uno dei problemi più grandi per i cittadini sono i parcheggi. In centro non c’è posto, in periferia regna il caos, tutti sono nervosi. Io una soluzione la troverei facilmente, ma non con delibere quali “Holders Only”. A causa di questa delibera i cittadini avvertono un’ingiustizia. C’è poi la questione dell’albero a Valcane. Il sindaco, chiunque sia, deve studiare a fondo il problema, capire in che modo il terreno è divenuto proprietà degli attuali titolari, chi sta alla basse del progetto, è stato fatto tutto a regola d’arte? E ancora, il centro deve diventare il cuore della città; attualmente è vuoto, lasciato a se stesso. Bisogna far sì che i cittadini si “riapproprino” del centro. E poi gli ex Grandi magazzini in centro devono avere una propria funzione, oggi fanno pena e non hanno una destinazione d’uso. Si rifaccia un emporio, si costruisca un albergo, li si trasformi se non altro in parcheggio coperto. Negli asili c’è poco posto, nelle scuole bisogna investire affinché gli alunni abbiamo condizioni migliori. C’è poi l’ex zona militare di Musil che a mio avviso deve rimanere a disposizione dei cittadini e trasformarlo in Parco nazionale. Le varie fortezze, i tunnel sotterranei vano aperti e destinarli a chi ne avrebbe cura. Stesso discorso per i rifugi atomici, anch’essi abbandonati. Tutta l’Europa si sta mobilitando, mentre noi non abbiamo neppure assicurato le condizioni minime per accogliere i cittadini nel malaugurato caso ce ne fosse bisogno. Si tratta di progetti che potrebbero venire realizzati, ma con le continue polemiche in Consiglio cittadino non si va da nessuna parte

Quattro anni fa uno dei tempi della campagna elettorale era proprio l’area di Musil. Ora non ne parla più nessuno. Come mai?
Forse il mio impegno nelle fortificazioni di Musil li ha demotivati sotto questo punto di vista. Oppure dicono che le fortificazioni non interessano a nessuno. Ma è un asserzione sbagliata. C’è sicuramente gente che non è interessata minimamente alle fortificazioni, ma ce n’é molta altra che è interessata eccome. La mia squadra è numerosa e abbiamo a cuore le fortificazioni di Musil per cui le teniamo pulite per quanto possibile anche perché i vandali sono sempre all’opera. Il nostro scopo non è quello di appropriarsi delle fortificazioni, ma di tutelarle dal degrado.

A differenza degli altri candidati, lei si promuove soltanto mediante i social network. Come mai questa scelta?
Tanto prima o dopo tutto finisce sui social. I manifesti, le conferenze stampa e altro sono ormai obsoleti, le persone oggi trascorrono sempre più tempo su Internet. Negli ultimi quattro anni sono stato due volte in Australia e mi sono sincerato in prima persona quanto sia progredita. Sono mille anni davanti a noi. A Pola a candidarsi a sindaco di solito sono gli avvocati, i dottori o i professori e sono riusciti a convincere i tecnici e gli ingegneri che la poltrona di primo cittadino non fa per loro. Ma dico io, nessuno può guidare la città così bene come un tecnico o un ingegnere. Questo è un dato di fatto.

Se venisse eletto quale sarebbe la prima decisione che prenderebbe?
Ci sono molte decisioni da cambiare, la concorrenza in questo senso è molto elevata. Ma la prima cosa sarebbe chiamare a raccolta la maggioranza e l’opposizione e costruire un dialogo costruttivo. Bisogna rivitalizzare diversi settori e ciascuno va guidato da una persone con le competenze adatte. Purtroppo in città non si produce più, tutte le attività sono concentrate verso il turismo e questo non va affatto bene.

Parliamo della sua lista…
La legge obbliga ad avere almeno il 40 per cento delle donne. Alcune liste lo recepiscono come un obbligo, nella mia lista invece ci sono molte donne capaci. Anche se a dire il vero raccogliere 900 firme non è stato facile. Anche per questo servono serietà ed esperienza. Speriamo in una buona adesione al voto anche se negli ultimi anni diminuisce sempre di più.

La tutela dei diritii della Comunità Nazionale Italiana a Pola dal suo punto di vista?
A questa domanda dovrebbero risponedere in primo luogo gli italiani. Per quel che mi riguarda credo che la convivenza da noi sia molto elevata, molto al di sopra delle altre Regioni della Croazia e come società funzioniamo meglio, anche perché siamo molto laboriosi.

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