Vodovod, via alla manovra di accorpamento

In questo modo di dovrebbe ottimizzare il processo di lavoro e razionalizzare le spese di gestione, considerato che si tratta di aziende municipalizzate che svolgono la medesima attività e forniscono quindi alla cittadinanza i medesimi servizi

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Vodovod, via alla manovra di accorpamento
L’edificio in via Radić che ospita gli uffici della Vodovod polese. Foto: GIULIANO LIBANORE

Tra i punti all’ordine del giorno della seduta del Consiglio cittadino pure la proposte di delibera sull’approvazione della trasformazione societaria con l’accorpamento delle municipalizzate Vodovod di Albona e Albanež di Medolino alla polese Vodovod. Un percorso obbligato, necessario per armonizzarsi a testi normativi di rango superiore. I più certamente ricorderanno che non è la prima volta che si tratta l’argomento e certamente ricorderanno pure la polemica che la manovra aveva provocato.

Con la manovra di accorpamento le municipalizzate minori (senza offesa) portano in dote all’azienda polese tutti i beni, ma anche diritti e obblighi. Naturalmente, nel bagaglio del trasloco pure tutti i contratti d’impiego dei dipendenti, che manterranno tutti i diritti e doveri previsti dal documento.
L’Albanež è iscritta nel Registro del tribunale commerciale di Pisino e le sue attività interessano l’approvvigionamento idrico e lo smaltimento delle acque. La controllata medolinese ha un capitale sociale di 505.120 euro.
La Vodovod di Albona, con capitale sociale di 1.383.500 euro è iscritta a sua volta nel registro del Tribunale commerciale di Pisino per attività di approvvigionamento idrico e smaltimento delle acque. Mentre l’Albanež ha quale fondatore il comune di Medolino, l’azienda albonese ha tra i suoi fondatori la città di Albona e i comuni di Arsia, Santa Domenica, Pedena, Chersano, Cerreto e Gallignana.
Iscritta nel Registro del Tribunale commerciale di Pisino, la polese Vodovod ha capitale sociale di 1.383.500 euro e presta attività nel settore dell’approvvigionamento idrico e smaltimento delle acque. Ne sono fondatori le Città di Pola e Dignano e i Comuni di Barbana, Lisignano, Marzana, Medolino, Sanvincenti e Fasana. Ricorderemo che il 21 novembre 2022 il Consiglio cittadino di Pola aveva accolto la Delibera di accorpamento alla Vodovod della municipalizzata Pragrande.

La stazione di pompaggio di Fonte Gaia nell’Albonese.
Foto: TANJA ŠKOPAC

Organizzazione più efficiente
L’accorpamento dovrebbe ottimizzare il processo di lavoro e razionalizzare le spese di gestione, considerato che si tratta di aziende più che sorelle… gemelle in quanto ad attività e servizi prestati. Questo dovrebbe garantire, una volta completata la manovra dell’accorpamento – fusione, una migliore organizzazione del lavoro e di un organigramma più efficiente. Si reputa che il nuovo modello organizzativo porterà a maggiori entrate a fronte di una migliore qualità del servizio, consentirà di creare una nuova piattaforma di sviluppo e una gestione più efficiente con costi ridotti.
Se i Consigli cittadini di Pola ed Albona e quello comunale di Medolino dovessero approvare la Delibera di approvazione della trasformazione societaria tramite accorpamento alla polese Vodovod, la nuova azienda dovrebbe entrare in attività il 1.mo gennaio dell’anno prossimo. Così ufficialmente: in effetti s’intende mettersi all’opera subito per potere ottenere tutte le licenze necessarie e organizzare il lavoro per l’anno prossimo in termini operativi, di contabilità, legali, tecnici e altri.
Il lavoro da fare in effetti è ancora molto: votata la Delibera in sede consiliare (facciamo riferimento ai Consigli delle tre autonomie locali), bisognerà trattare i documenti necessari in sede delle assemblee societarie interessate dalla manovra. E poi bisogna mettere in preventivo il tempo necessario per apportare le dovute modifiche nel Registro del Tribunale commerciale di Pisino. Non per niente nella motivazione della Delibera da trattare alla prossima seduta del Consiglio in piazza Foro, si sottolinea la necessità di procedere con una certa velocità, proprio per non forare i termini di legge previsti.

Gli antefatti
Vediamo gli antefatti. Questa riforma del servizio idrico è contemplata dalla Legge sui servizi idrici entrata in vigore il 18 luglio 2019, che prevede la cornice istituzionale per l’offerta del servizio stesso, i costi, lo status giuridico e la gestione sostenibile degli erogatori del servizio. La Legge prevede altresì che il servizio vada prestato su zone di servizio, e le stesse vengono stabilite su uno o più aree di fornitura o agglomerati. La fornitura sul territorio viene affidata a un unico fornitore pubblico. In quest’ottica, la Legge prevede l’accorpamento di tutti i fornitori su un dato territorio. La Legge era stata seguita dal Regolamento sulle aree di fornitura emanato dal governo ed entrato in vigore l’8 gennaio 2022 e che prevedeva 41 zone sul territorio. E qui era stata maretta, tanto che in molti avevano richiesto la valutazione della conformità del Regolamento con la Costituzione della Repubblica di Croazia, segnalando nell’esposto incongruenze di ordine formale e di natura giuridica. La Corte costituzionale aveva sospeso l’attuazione di tutti gli atti e delle attività scaturite dal Regolamento e la sospensione dello stesso Regolamento, dando tempo al governo di apportarne uno nuovo entro il 15 luglio 2023, dopo di che il documento sarebbe stato abrogato.
Facciamo grazia delle motivazione, prettamente giuridiche, che avevano portato la Corte costituzionale a deciderà così.

Le zone di fornitura
Comunque, in virtù di quanto stabilito da questa Corte, il governo in data 28 giugno aveva votato un nuovo Regolamento sulle zone di fornitura, entrato in vigore il 15 luglio 2023. Anche detto Regolamento prevede 41 zone di fornitura/approvvigionamento, di cui due in Istria, classificate con le cifre 23 e 24.
La zona 23 abbraccia le aree della Città di Buie, Pinguente, Cittanova, Pisino, Parenzo, Rovigno e Umago e i Comuni di Valle, Verteneglio, Cerreto, Fontane, Gallignana, Grisignana, Canfanaro, Caroiba, Castellier-Santa Domenica, Lanischie, Lupogliano, Montona, Portole, San Lorenzo, San Pietro in Selve, Torre – Abrega, Antignana, Visignano, Visinada, Orsera e Gimino.
L’area 24, che ci interessa nei termini dell’accorpamento è data dai comprensori della Città di Albona, Pola e Dignano e dai Comuni di Barbana, Fasana, Chersano, Lisignano, Marzana, Medolino, Pedena, Arsia, Santa Domenica e Sanvincenti.
Ci sono delle esclusioni/inclusioni di alcune località entro tali aree, ma sono irrilevanti.
Ora, in sede di Consiglio cittadino polese il primo passo verso l’accorpamento, poi si vedrà.

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