
Una comitiva di liceali di Milano ha fatto visita a Pola nell’ambito del progetto “Viaggio del Ricordo 2024-25” con “finalità didattica e di arricchimento formativo”. Ieri pomeriggio la preside della Scuola Media Superiore Italiana “Dante Alighieri” di Pola Debora Radolović ha fatto gli onori di casa agli studenti dell’Istituto di Istruzione superiore “Salvador Allende” di Milano, in città per ragioni di studio sotto la guida del professore di storia, Federico Sesia. Incontri come questo procedono sempre per paragoni e analogie. Ci si chiede come si studia in una scuola italiana fuori Italia e come sia possibile una scuola di questo tipo in primo luogo, quali sono le differenze e quali le convergenze tra i due sistemi scolastici, come si diventa docenti, come si arriva alla maturità, di che tipo sono gli indirizzi di studio e le materie, insomma, che cosa separa e cosa accomuna uno studente e un docente italiano di qua e di là dal confine di Stato, al di là del fatto che ormai siamo tutti europei?
La preside Radolović ha risposto molto volentieri a tutte le domande della platea dopo avere fornito una veloce descrizione dell’istituto e, chiaramente, spiegato come funziona il sistema scolastico croato in riferimento alle minoranze nazionali (“che sono tante, ma non tutte autoctone”, per cui la posizione degli italiani in Istria assume un ruolo e una posizione per così dire privilegiata).

Foto: Daria Deghenghi
Argomenti di varia natura
La presentazione della preside ha toccato argomenti di varia natura con riferimenti alla storia, alla geografia, alla cultura e alle peculiarità del territorio istriano. Si è parlato insomma dei legami passati di Pola con Genova e con Venezia, la Repubblica di San Marco; di pestilenze e di sciagure umane che hanno decimato degli abitanti della penisola cambiandone irreparabilmente il carattere demografico; dell’Arena di Pola, massimo monumento dell’Evo antico in Istria, e naturalmente delle lingue e dei dialetti che convivono non senza urtarsi a vicenda, talune peraltro destinate anche a soccombere, come toccherà del resto a tutte le culture, tardi o tosto.
La direttrice scolastica ha accennato dunque all’istroveneto, al ciakavo, alla filiazione comune e della prossimità semantica e formale del croato e del serbo, quindi è passata a illustrare i tre modelli scolastici minoritari (tipo A, B e C), il metodo e il grado di difficoltà della maturità di Stato croata, gli scambi Erasmus col patrocinio dell’UE, gli indirizzi di studio, il sistema nazionale di valutazione, le possibilità di studio e di lavoro, gli sbocchi professionali. Un dato di fatto curioso è che l’”Alighieri” oggi è frequentata anche da studenti nati in Italia e trapiantati a Pola: le famiglie hanno semplicemente deciso che in Istria si viveva meglio e valeva la pena di piantare baracca e burattini per cambiare vita di punto in bianco. Di più.

Foto: Daria Deghenghi
Il multiculturalismo
Si è parlato anche di architettura, di statuto speciale della Regione istriana (che non è lo stesso della Regione a statuto speciale in Italia), dell’alveare in costruzione nel cortile scolastico, dei polesi famosi in Italia e nel mondo (Alida Valli, Laura Antonelli, Sergio Endrigo…), del senatore della Repubblica di San Marco Gabriele Emo che salvò l’Arena di Pola dalle grinfie della Serenissima perché c’era stato anche qualcuno che ebbe la “brillante” idea di smantellarla e ricostruirla altrove. Si è parlato infine di valori che la scuola italiana a Pola trasmette fiera: il multiculturalismo, il rispetto degli altri e dei diversi, la tolleranza. Dopo la visita dell’Istituto di Istruzione Superiore “S. Allende” di Milano, la SMSI di Pola riceverà nei prossimi giorni anche la scolaresca in arrivo da Roma e un’altra dalla Liguria.
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