Valovine. Ci mancava soltanto lo ski lift

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Valovine. Ci mancava soltanto lo ski lift

L’insenatura di Valovine è divisa tra chi la vuole selvaggia e chi invece esige l’urbanizzazione. Sull’estremo lembo occidentale della costa praticabile di Pola (più avanti c’è soltanto Musil, ma è ancora off limits) alla graduale lottizzazione dei terreni edificabili è seguita una lenta ma costante attività di compra-vendita, di progettazione e di costruzione, perlopiù di case di villeggiatura. In mare si assiste a un fenomeno analogo soltanto che in questo caso non parliamo di vendita e costruzioni, bensì di concessioni demaniali e installazioni di impianti sportivi removibili, ma sempre a scopo di lucro. Un impianto sportivo che risponde al nome di “Ski lift nautico” e consiste in una struttura fondata su piloni piantati alla necessaria profondità in mare, verrà eretto in breve tempo (entro la fine del mese) nel cuore dell’insenatura, a pochi metri di distanza dalla spiaggia tra Stoia e Valovine. La società che investe nell’impianto sportivo è di Zagabria e si chiama “Warm up”. La sua iniziativa non è nemmeno recente, anzi, sono mesi che la ditta in parola è in possesso di una concessione sul demanio in piena regola, per cui si può dire che, ancora una volta, i cittadini che protestano lo fanno con palese ritardo.

Le proteste degli ambientalisti

Su questo particolare insiste anche Dušica Radojčić, presidente dell’associazione ambientalista “Zelena Istra – Istria verde”, che spiega come le procedure burocratiche siano radicalmente ostili alla partecipazione effettiva dei cittadini nei processi decisionali. Il malcontento della cittadinanza comincia soltanto a cose fatte, e cioè dopo che tutte le valutazioni, le verifiche, i piani, i progetti, i bandi, le concessioni e gli appalti sono belli e finiti. La procedura è tale che consente la possibilità di intromettersi unicamente a chi ci capisce qualcosa, come avvocati, architetti e ingegneri, mentre il cittadino comune non è capace a districarsi nella fitta boscaglia di regole che disciplinano la materia della pianificazione ambientale. L’associazione, tuttavia, è in grado di sostenere anche queste cause, e infatti “Istria verde” è intervenuta con ricorsi a tutti i livelli dell’iter, avanzando obiezioni al piano sia presso la Città di Pola, sia presso la Regione, sia presso il ministero della Pianificazione ambientale. In tutti questi gradi di opposizione al progetto, però, le istanze di “Istria verde” sono state respinte.

Nessun danno all’ambiente

Questo perché i progettisti che firmano la Valutazione d’impatto ambientale hanno stabilito che “l’impianto non danneggerà in alcun modo l’ambiente, né in termini estetici né in termini di inquinamento ambientale”. Ma si sa che le spese della Valutazione d’impatto ambientale sono sostenute dagli stessi imprenditori, aggiungono gli ambientalisti. A loro avviso, un’insenatura ancora vergine come quella di Valovine, una delle poche che possiede anche una spiaggia di sabbia e specie marine protette come la Pinna nobilis, andrebbe preservata da un simile attacco. D’altro canto, chi sostiene l’iniziativa (e non sono pochi) assicura che sport acquatici come lo sci nautico e il wake-board sono praticati a Parenzo, a Rovigno e a Medolino da anni, e sono anche popolarissimi, mentre “a Pola siamo perennemente contrari a tutto soltanto per il gusto di opporci e protestare”.

La nuova ondata edilizia

Piuttosto, ci sarebbe da spendere alcune parole sulla nuova ondata edilizia in quel di Valovine. Case per le vacanze costruite perlopiù con capitale straniero, ma non solo, spuntano una dietro l’altra come i germogli a primavera. E c’è da dire che nel più dei casi o sono enormi, o sono brutte, o sono assurdamente colorate, e in tutti i casi non sembrano frutto di un piano bene articolato e studiato nei minimi dettagli anche per assolvere alle esigenze paesaggistiche. Ma il passo che conduce dall’urbanizzazione alla cementificazione, si sa, è breve, e a Valovine siamo sulla buona strada per farne uno di questo tipo. Un ispettore edile ci assicura che i permessi di costruzione sono in regola, che non c’è un solo mattone fuori posto. Ma come la mettiamo con l’estetica? La risposta che ci danno gli ingegneri è secca e poco rassicurante: “È tutta questione di gusto e dei
gusti è difficile discutere.”.

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