Valmer Cusma: «L’italianità sia un faro che illumini tutta la città»

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Valmer Cusma: «L’italianità sia un faro che illumini tutta la città»
Foto: ARCHIVIO

Che cosa la spinge a (ri)candidarsi a vicesindaco in rappresentanza della Comunità Nazionale Italiana di Pola alle elezioni del 18 maggio?
A dire il vero, diversi connazionali mi hanno sollecitato a candidarmi dicendomi che questa sarebbe una funzione fatta su misura per me. Dopo le dovute riflessioni ho accettato con la consapevolezza di disporre di tutti i requisiti necessari per l’importante passo: decenni di attività nelle istituzioni e associazioni CNI, la conoscenza delle sue problematiche derivante dai quasi 50 anni di carriera giornalistica, la voglia di rafforzare la componente identitaria italiana e tanto amore per i polesani.

Quali sono le sue posizioni politiche generali sull’asse destra-sinistra e quali le referenze professionali e personali?
Da sempre sono contrario a ogni forma di discriminazione e di sfruttamento. Non mi piace vedere come nella corsa al profitto presente a livello planetario, vengano commesse ingiustizie a danno di chi lavora e crea valori morali e materiali. Mi sono sempre espresso a favore dell’uguaglianza e sono sensibile ai concetti di identità e dignità delle persone che vanno assolutamente tutelate, anche in riferimento ai flussi migratori: secondo me i nuovi venuti devono adeguarsi all’ambiente che li accoglie e non essere privilegiati a danno degli autoctoni.

Che tipo di approccio politico intende adottare per rappresentare gli Italiani nell’arena politica locale?
Bisogna partire dai diritti sanciti sulla carta la cui attuazione è sempre carente. Il discorso non riguarda solo Pola ma anche le altre autonomie locali e la Regione stessa. In questo senso è fondamentale la collaborazione con il sindaco e con l’intera amministrazione pubblica. Tuttavia non vorrei limitare il mio incarico a questo argomento. È necessario andare oltre, promuovere eventi di ogni tipo all’insegna dell’ italianità, dalla cultura allo sport, dalla gastronomia alla musica… eventi che coinvolgano tutta la cittadinanza. L’italianità deve essere un faro che illumini tutta la città.

Quali sono, oggi, secondo lei, gli interessi degli italiani di Pola e come vanno perseguiti?
L’identità e la dignità, da perseguire con il coerente rispetto dei diritti sanciti sulla carta. A questi aggiungerei il diritto di veto su questioni che riguardano la CNI sul modello vigente in Slovenia. Inoltre la nostra associazione di base, la CI, dovrebbe essere più impegnata sul piano politico. Un buon esempio arriva dalla CI di Rovigno che ha stipulato un contratto elettorale con la DDI. Sappiamo che i contratti definiscono diritti e doveri delle parti contraenti. A Pola invece almeno per il momento i connazionali non hanno ricevuto alcuna indicazione di voto. Fermo restando che ognuno vota secondo le proprie convinzioni

Come valuta il livello di presenza e visibilità del bilinguismo in ambito cittadino?
Devo riconoscere che il vicesindaco uscente Bruno Cergnul si è dato molto da fare. Tuttavia rimane molta strada da percorrere, sia in fatto di visibilità che in fatto di uso ufficiale della lingua italiana. Purtroppo in occasione di cerimonie e altri eventi pubblici l’italiano è ignorato o ridotto ai minimi termini. Quel “Buona sera a tutti” e basta è riduttivo se non offensivo. Al giorno d’oggi mi sembra superfluo tradurre i discorsi in quanto tutti o quasi conosciamo il croato. Il bilinguismo deve manifestarsi con il giusto alternarsi degli interventi in pubblico. Nell’uso ufficiale dell’italiano siamo messi male innanzitutto per il fatto che negli uffici non conoscono la lingua. Dovremmo imparare dalla prassi in atto sulla fascia costiera slovena.

Come valuta l’attuale livello di cooperazione tra la Comunità degli Italiani (o altri enti CNI) e l’amministrazione municipale?
C’è una solida cooperazione istituzionale che si potrebbe migliorare. Il presupposto per un passo avanti sarebbe l’assunzione in pianta stabile di un coordinatore per le la CI e la Mariani con il compito di interloquire con l’amministrazione pubblica e le sue istituzioni: non possiamo più contare sulla sul sacrificio dei dirigenti, che vanno gratificati anche materialmente. Le risorse nella cultura devono essere un investimento per il nostro futuro. Alla fine vorrei rispondere a due domande che non mi ha posto. Come vicesindaco italiano mi darò da fare a favore dei connazionali in quanto cittadini, indipendentemente dall’appartenenza nazionale. Uno dei miei traguardi è il trasporto gratis dei pensionati sui mezzi pubblici. Secondo punto, mantenere e rafforzare i rapporti con i polesani esuli.

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