Dalla crisi Covid ai preparativi per la stagione degli incendi. Il Comando della Protezione civile regionale ha cambiato tema, ieri, stretto da priorità e necessità che cambiano. Come si dimostra per il secondo anno di fila, con l’approssimarsi della primavera la curva dei contagi tende a flettersi. E come s’avvicina la bella stagione, il pericolo degli incendi aumenta. Non ancora sensibilmente, ma tuttavia aumenta. Pertanto il capo della Protezione civile Dino Kozlevac ha chiamato a raccolta i comandanti delle unità antincendio locali dell’Istria per predisporre le strategie e le attività indispensabili nell’imminente guerra contro gli incendi. In Istria la stagione della tutela antincendio corrisponde in larga parte con la stagione turistica e quindi i preparativi per l’una sono di necessità anche per i preparativi per l’altra.
Ripetere la stagione 2021
L’incontro dei comandanti dei Vigili del fuoco si è svolto ieri mattina a porte chiuse. Si è parlato di piani d’azione, di piani finanziari, d’integrazione delle attività a tutti i livelli della gerarchia amministrativa, di sistemazione delle pattuglie sul territorio a seconda delle strategie logistiche e del coinvolgimento del Comando regionale della Protezione civile nei casi di calamità naturale o catastrofe. A fine incontro il comandante Dino Kozlevac ha rilasciato una dichiarazione e risposto alle domande della stampa. A suo dire la scorsa stagione turistica è andata a gonfie vele nonostante la crisi pandemica e l’eterna minaccia del fuoco anche in ragione della prontezza dei Vigili del fuoco e della Protezione civile a gestire tutte le emergenze naturali e socio-sanitarie. “Abbiamo retto la stagione 2021 nel migliore dei modi visto il concorso di due minacce contemporanee, anzi direi che abbiamo realizzato condizioni di sicurezza e salute migliori che in gran parte dei Paesi europei. Ora cerchiamo di creare i presupposti indispensabili per avere gli stessi risultati anche quest’anno”.
Pompieri professionisti e volontari
A detta di Kozlevac l’Istria dispone di mezzi e macchine sufficienti per proteggere beni e persone da qualsiasi calamità naturale, massimamente dal fuoco. I Vigili di professione sono 230, distribuiti tra 7 unità antincendio territoriali, mentre le società volontarie sono 34 e dispongono di altri 1.050 pompieri istruiti per affiancare le squadre professionali nelle operazioni più esigenti. La filiale regionale dell’Ente forestale (Hrvatske šume) fornisce altri 50 uomini in caso di assoluta necessità. Tutti loro hanno a disposizione un parco macchine regolarmente rinnovato che ormai include 228 mezzi, dai classici APS (auto pompa serbatoio) ai mezzi di pronto intervento (autoscala), agli automezzi speciali per interventi boschivi o interventi nei centri storici poco accessibili.
L’importanza della prevenzione
Tra tutte le manovre dei Vigili del fuoco, soltanto il 35 o il 40 per cento sono operazioni di spegnimento del fuoco propriamente dette. Il resto, come ci ricorda Kozlevac, sono interventi di ogni genere e specie in sostegno alle forze di Polizia e al Pronto soccorso (incidenti stradali e domestici, suicidi…), ma anche operazioni di salvataggio di beni, persone e animali in caso di calamità naturali o pericolo di vita di qualunque altro genere. Tuttavia il grosso del lavoro poggia sulla prevenzione e questo è un bene poiché, come si usa dire, ogni incendio che non è scoppiato è un incendio in meno da spegnere: “Ormai gli istriani nelle zone rurali e nelle periferie suburbane hanno imparato a badare alla propria e all’altrui sicurezza dichiarando per tempo ogni operazione di bruciatura in campagna dei residui colturali – ha spiegato Kozlevac –. Ci sono voluti degli anni per mettere ordine in questa diffusa pratica agricola, ma ormai ci siamo e prova ne sono tra le 15.000 e le 18.000 autorizzazioni rilasciate ogni anno, mentre 25 anni fa, erano appena un migliaio. Con la licenza per bruciare i residui vegetali nei propri campi, l’operazione è sicura perché i Vigili del fuoco sono pronti a intervenire se qualcosa dovesse andare storto. In caso di fuoco non dichiarato, al contrario, è facile che la situazione degeneri”. Ebbene stando a Kozlevac gli istriani dell’entroterra hanno imparato a collaborare.
Azioni più tenaci
Le pratiche d’accensione del fuoco non dichiarate e quindi illecite, sono poche, ormai, ma sono anche quelle che a conti fatti provocano gli incendi nel maggior numero dei casi nella stagione della cura dei campi. Per il resto, è il fuoco nella stagione della siccità che comincia a rappresentare una calamità naturale sempre più temuta, esattamente come l’acqua nella stagione delle piogge torrenziali. “I cambiamenti climatici – ha detto ancora Kozlevac – ci stanno costringendo a predisporre azioni più tenaci anche a livello internazionale. Non è un caso che l’Unione europea si stia attrezzando per creare una flotta aerea antincendio comune per tutti gli Stati membri”. Quelli che s’affacciano sul Mediterraneo come Croazia, Italia, Grecia e Spagna hanno un motivo in più degli altri per confidare nel successo dell’impresa.
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