Una donna in politica, perché no?

Intervista a Elena Puh Belci che va a chiudere il secondo mandato nel ruolo di vicesindaco. Abbiamo parlato di quanto fatto in questi otto anni e di quello che si può ancora fare

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Una donna in politica, perché no?

Non siamo molto lontani dal conto alla rovescia che ci porterà all’appuntamento con le urne, che chiuderà questo mandato. Incontriamo la vicesindaco polese, Elena Puh Belci, per guardare a quanto è stato, sbirciando per un po’ anche nel futuro più prossimo.

 

Sta finendo il mandato da vicesindaco: come valuta questi otto anni? Qual è stato il suo impegno, quali i progetti portati avanti da lei in persona?
“Quando sono diventata vicesindaco nel 2013, tutto quello che volevo fare era contribuire allo sviluppo della mia città. Molti non credevano che saremmo stati in grado di risolvere cose che nessuno aveva osato iniziare prima, come costruire una nuova rete fognaria e del gas, strade principali, scuole, asili, piscina, un nuovo ospedale generale… implementare centinaia di progetti per una migliore qualità della vita, ma ci siamo riusciti.

Svolgo il compito di vicesindaco in squadra, con dedizione, responsabilità e sono costantemente a disposizione di tutte le mie polesane e polesani. Ho avviato e conduco una serie di progetti, come quello di costruzione della piscina pubblica. Sono coinvolta in gruppi di lavoro per i fondi dell’UE a livello nazionale e conosco bene l’intero processo. A livello locale presiedo il Consiglio di partenariato dell’area urbana di Pola e soltanto attraverso il meccanismo ITU, finanziato dai fondi dell’UE, si investono a Pola più di 110 milioni di kune.

Inoltre, sono la rappresentante dell’amministrazione per quanto riguarda il ‘sistema della qualità’ della Città di Pola, l’unica finora ad aver implementato la norma della responsabilità sociale nel proprio sistema operativo. Ho ideato il progetto di digitalizzazione intelligente e-Asili, che funge da modello statale per la digitalizzazione, poi “PolaPetPlus”, premiato quale migliore progetto di sicurezza della comunità. Coordino il progetto ‘Città di Pola – amica dei bambini’, dove Pola è la prima città in Istria che può vantarsi di questo status.

Abbiamo realizzato molti progetti, seguendo con fermezza la visione di sviluppo sostenibile di Pola e non ci fermeremo qui. C’è ancora molto lavoro da fare. Adesso è il momento di fare un ulteriore passo avanti. Conosco il potenziale di Pola e credo che la nostra città meriti di trovarsi nel novero delle città con maggior successo in Europa”.

Scoglio Olivi e pandemia
La seconda metà del mandato è stata un percorso accidentato per alcune situazioni a dir poco infelici: il fallimento di Scoglio Olivi e la pandemia. Si è risposto in maniera ottimale, oppure, a distanza, si sarebbe potuto precedere diversamente? Quanto la crisi del cantiere ha inciso sulla città e in particolare su altri progetti da lei gestiti?
“Purtroppo viviamo in un momento incerto, in una situazione che non avremmo nemmeno potuto sognare, figuriamoci prevedere. Sono consapevole della gravità della situazione e delle conseguenze che provocano crisi così grandi e sono aperta a tutte le critiche, suggerimenti e idee costruttive. Personalmente, non ho problemi con l’autocritica; credo sia necessaria. Tuttavia, nel caso di Scoglio Olivi e della pandemia, non vedo, anche se a distanza di diversi mesi, cosa avremmo potuto fare diversamente per avere un esisto più positivo. Nello specifico, quando parliamo del cantiere, la Città ha fatto tutto il possibile e anche di più per garantire un futuro allo stabilimento. Abbiamo avuto il sostegno di tutta l’Istria. Se lo Stato avesse fatto lo stesso, oggi la situazione sarebbe completamente diversa.
Quando parliamo di come gestire la pandemia, abbiamo dimostrato di saper affrontare una delle sfide più difficili dell’era moderna. Abbiamo fatto mosse veloci, decise e coraggiose. L’epidemia a Pola e in Istria è stata costantemente sotto controllo sin dal primo giorno. Il nostro servizio della Protezione civile, che da anni si prepara ad affrontare situazioni gravi, gestisce questa situazione complessa e difficile in modo professionale e responsabile. Le reazioni e i provvedimenti della Regione, delle Città e dei Comuni istriani sono stati rapidi, ma al primo posto metterei sicuramente il comportamento estremamente responsabile e l’attuazione delle misure da parte dei nostri cittadini, polesani e polesane, e di tutti gli istriani. I media mondiali per settimane hanno parlato dell’Istria come di un piccolo miracolo mondiale nella lotta contro la pandemia. La nostra Istria è rimasta l’ultima regione verde del mondo e ancora una volta abbiamo dimostrato di essere un passo avanti! Come Polesana, e credo domani come sindaco, desidero curare ancora di più questa particolarità, questo status”.

Tre gruppi prioritari
Che cosa le sarebbe piaciuto realizzare e non è stato possibile farlo?
“Nella vita guardo sempre avanti, a quello che si può fare. Considerando tutto, sono soddisfatta di ciò che è stato fatto e sto già pianificando quale via intraprendere e come procedere. Oggi ho tre gruppi prioritari. Data l’attuale situazione con la pandemia, la salute e le questioni legate all’economia e al lavoro vengono prima di tutto: rappresentano la colonna portante e la base per la prosperità della nostra città. Dobbiamo fornire sostegno all’economia e continuare a creare nuovi posti di lavoro. In secondo luogo, a Pola dovevano essere fatti molti interventi infrastrutturali, che per loro natura richiedono molto tempo. Ora che il sistema infrastrutturale è stato sistemato, possiamo dedicarci all’abbellimento della città, alla sua transizione verde, alla cura delle facciate, dei parchi, delle vie, ecc. Tuttavia, continueremo a focalizzarci sullo sviluppo delle infrastrutture in tutto il comprensorio, con particolare attenzione alla soluzione del problema dei parcheggi e del traffico. In terzo luogo, l’elevamento degli standard sociali nel senso più ampio del termine rimane una delle massime priorità, dagli asili nido, alle scuole, alle case per anziani e disabili, alla cura dei bambini con bisogni speciali, dal rafforzamento delle iniziative culturali e sportive alla trasformazione digitale”.

I programmi di prevenzione
Lei è presidente del Consiglio per la prevenzione della criminalità: ci fornisce un quadro della situazione… dal di dentro?
“Abbiamo istituito il Consiglio per la prevenzione della criminalità come organo di lavoro del sindaco, al fine di sviluppare il programma di prevenzione della criminalità nel comprensorio e aumentare la sicurezza dei cittadini, dei beni materiali e della comunità nel suo complesso. Il programma del Consiglio individua cinque priorità di sicurezza su cui è indirizzata l’azione preventiva: abuso di droga e alcol, violenza tra pari, violenza domestica, problemi di comportamento nel traffico e atti vandalici. Si tratta di un lavoro a lungo termine che ha portato la situazione legata alla sicurezza della nostra città, nel 2020, a essere soddisfacente e non sono stati registrati eventi particolari che comprometterebbero in modo significativo la sicurezza dei cittadini e dei beni. Sottolineo in particolare i programmi di prevenzione, pianificati e attuati in modo mirato e a lungo termine, come varie tavole rotonde, azioni mirate sul campo, rappresentazioni educative nelle scuole, conferenze e tribune. Posso ad esempio evidenziare il progetto educativo ‘Insieme per una crescita sana’ nel campo della prevenzione delle dipendenze proposto agli alunni delle scuole elementari e ai genitori, poi la campagna contro le dipendenze ‘Bježi/Via’ nell’ambito della quale si organizza la manifestazione sportivo-educativa ‘Getta la droga nella spazzatura’ insieme a numerosi altri progetti che conduciamo in collaborazione con diversi partner”.

Fiera della convivenza e del bilinguismo
Lei è al secondo mandato da vicesindaco; questo, detto papale papale, da vicesindaco italiano. La sua candidatura al posto riservato alla CNI aveva destato qualche alzata di sopracciglio e polemica per un’italianità definita ad hoc. Vogliamo dissipare la nebbia sulla questione?
“Sono fiera della nostra convivenza e del nostro bilinguismo. Penso che l’appartenenza nazionale di qualcuno non sia ciò per cui apprezziamo le persone, specialmente a Pola e in Istria. Non posso immaginare che questo rappresenti un problema per Pola, motivo per cui conto sul sostegno di tutte le Polesane e Polesani. Mi dichiaro come vivo e questo è un mio diritto; non può essere contestato in alcun modo. Mio marito e i nostri figli sono di nazionalità italiana, i bambini hanno frequentato la scuola materna e la scuola elementare in lingua italiana e uno dei figli frequenta attualmente il liceo in lingua d’insegnamento italiana. L’italiano lo parliamo a casa e fa parte della nostra identità familiare. Pola è una fantastica unione di culture e questa diversità la rende così speciale e urbana. Uno dei compiti più importanti in qualità di sindaco sarà quello di preservare la nostra diversità che la rende unica nel suo genere”.

La DDI l’ha candidata alle prossime amministrative. Un anno fa, in un’intervista aveva dichiarato di non guardare all’incarico di sindaco, ma piuttosto a un impegno di squadra. Che cosa le ha fatto cambiare idea?
“Sono polesana, nata drio l’Arena. Conosco Pola nell’anima, conosco ogni segmento della gestione della Città e ho un’idea chiara verso quale direzione Pola dovrebbe svilupparsi ulteriormente. Secondo ricerche rilevanti, Pola è nel novero delle migliori città in Croazia per quanto riguarda la qualità della vita e il contesto occupazionale. Sono convinta che Pola possa fare ancora di più per diventare una delle migliori città d’Europa. Questo è il motivo principale per cui ho scelto di candidarmi.
Nella vita accetto tutti gli obblighi e i compiti, compreso questo, nel momento opportuno, quando sento che è quello giusto. La candidatura è sul tavolo da tempo, ma dichiarare nel 2019 la candidatura per la primavera del 2021 sarebbe stato affrettato e prematuro. Come sempre fino ad ora, ho il sostegno della mia famiglia, che è molto importante per me. Avrò la possibilità di dedicarmi completamente alla mia città con devozione, nuove idee, creatività, innovazioni e raggiungere il successo grazie a una visione chiara e lungimirante.

Speranza e ottimismo
Non si sa ancora chi saranno gli altri candidati alle amministrative (anche se alcuni nomi sono noti), ma, come dire, lei avrebbe in mano carte buone: avremo il primo sindaco donna e il primo sindaco italiano?
“Intraprendo questo cammino con delle idee ben chiare su quanto desidero fare, con cuore aperto e con l’enorme sostegno della mia famiglia. Come ho ribadito più volte, non mi preoccupo degli altri candidati, conto sull’appoggio delle polesane e polesani. Quando ho annunciato la mia candidatura le reazioni sono state ottime, si è creata un’ottima energia. Sebbene i polesani abbiano dimostrato una disciplina e una pazienza incredibili, la pandemia ci ha portato uno stile di vita completamente diverso da quello a cui siamo abituati, ecco perché ora abbiamo tutti bisogno di speranza e di un nuovo ottimismo. Pola è la mia casa, ho guadagnato la fiducia unanime dei miei colleghi e abbiamo davanti a noi una lunga campagna in cui presenterò il mio ‘Piano per Pola’ nel dettaglio e cercherò di includere quante più polesane e polesani possibile. Sono grata per i tanti messaggi di supporto; so quanto significhi per molte persone, ed è per questo che sono determinata a renderle orgogliose!”

Chi saranno i suoi vice?
“Non è stato ancora deciso, sto lavorando per creare un team forte e capace per attuare il nostro ‘Piano per Pola’. Non appena prenderemo una decisione informeremo il pubblico, nella tradizione della nostra buona comunicazione con i cittadini”.

Criteri diversi nei confronti delle donne
Una donna in politica: come viene recepita? Certe uscite da parte di politici maschi fanno credere che non sia stata fatta troppa strada e che le pari opportunità siano belle da scrivere ma difficili da attuare.
“Anche se credo personalmente che in un’era in cui inviamo veicoli spaziali su Marte è fuori luogo impegnarsi in un dibattito sul fatto se le donne possano occupare con successo posizioni decisionali a livello statale, cittadino o comunale, è vero che si tratta di un grande passo avanti per la nostra città e la nostra società. Pola è una città aperta e moderna che esprime anche in questo modo la sua progressività. Nonostante le cose stiano cambiando in meglio, tutt’oggi si applicano diversi criteri nei confronti delle donne in molti segmenti della vita rispetto agli uomini. Penso che la mia stessa candidatura rappresenti di per sé un grande messaggio e che insieme dimostreremo grande forza e solidarietà! Ho ricevuto tanti messaggi di sostegno e percepisco davvero una grande energia e un nuovo ottimismo. Vorrei che l’atmosfera di tolleranza e apertura che abbiamo a Pola e in Istria prevalesse in tutto il Paese”.

Il supporto della famiglia
Gestire il privato e un importante impegno pubblico è cosa delicata: come fa?
“Tutto è possibile con una buona organizzazione. Per fortuna questa è una caratteristica che mi accompagna da quando ero bambina, quindi, oggi come ieri, per me è cosa comune svolgere più attività contemporaneamente. I miei figli e mio marito mi sostengono e supportano al cento per cento; desideriamo tutti un futuro migliore per Pola. Confesso un piccolo segreto: abbiamo la grande fortuna di avere al nostro fianco una suocera e un suocero meravigliosi da cui apprendiamo ogni giorno i valori della famiglia, della modestia, del sacrificio…”

Le critiche dell’opinione pubblica a volte sono spietate e senza copertura. Ormai si ha la possibilità di commentare tutto in tempo reale e un certo qual anonimato rende coraggiosi i maleducati. Come si rapporta con i commenti? Ammesso che li legga.
“Sarò onesta: non sono oberata dai commenti sui social media. Ovviamente, quelli positivi portano ottimismo e speranza e sono indice che i cittadini riconoscono ciò che abbiamo fatto bene. Allo stesso modo, la libertà di giudizio di ogni uomo è di esprimere anche commenti negativi. Cerco sempre di trovare un rapporto armonico tra le diverse opinioni perché, a volte, ci incoraggiano davvero a essere migliori. Non ero il ‘bersaglio’ di commenti offensivi, spero che rimanga così…”

In politica non è facile
La politica è un ring: consiglierebbe a una donna di intraprendere una carriera politica, alla luce della sua esperienza?
“Si, certamente. Vorrei che la nostra società fosse pronta nel prossimo futuro a non discutere di uomini e donne in politica, di parità di genere nelle aziende o altrove, ma a differenziarsi per prestazioni e qualità del lavoro, indipendentemente dal genere. Potremo parlarne quando mogli, madri e donne lavoratrici avranno il completo sostegno della comunità. Allora le donne saranno pari agli uomini sul mercato del lavoro e anche in politica. In politica non è facile al giorno d’oggi, né per le donne né per gli uomini che vogliono svolgere il proprio lavoro in modo responsabile, ma credo che nascano buone soluzioni dove visione, professionalità ed energia positiva si uniscono. Credo nelle nostre capacità e sono sicura che insieme cambieremo la nostra Pola in meglio, per tutti. È questo il nuovo passo avanti”.

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