
È nata la Consulta municipale per l’attuazione dei diritti delle persone con disabilità, fondata con un atto amministrativo formale del sindaco di Pola, ma solo dopo essere stata postulata “alla base della piramide”, in seguito a una serie di attività di tipo partecipativo che hanno coinvolto decine di associazioni di categoria del settore socio-sanitario. È il frutto di un’iniziativa lanciata due anni fa da Dunja Mickov di Istria Verde, che ha chiamato a raccolta associazioni e rappresentanti di persone con disabilità di ogni ordine e specie (distrofia muscolare, difficoltà intellettive, disabilità fisica e invalidi del lavoro o civili, ritardo nello sviluppo cognitivo o motorio, sordi e ipoudenti, ciechi e ipovedenti, disturbi dello spettro autistico…). La Consulta – il nome è già una definizione – sarà un organo consultivo del sindaco e della Città di Pola. Avrà nel ruolo di presidente Ivona Močenić, medico neuropediatra e vicesindaco, e conterà altri 11 soci, di cui i primi tre in rappresentanza dell’amministrazione cittadina e gli altri esterni: Ivana Sokolov (Affari sociali), Irena Peruško (Sanità e Welfare), Samanta Barić (Edilizia e opere pubbliche), Ozren Catela (Disabilità intellettiva), Oriana Španić (Disturbi psichiatrici), Mladen Pucarić (Disabilità fisiche e motorie), Ivana Vudrag (Disturbi dello spettro autistico), Alma Zulim (Sordi e ipoudenti), Zlatko Kuftić (Ciechi e ipovedenti), Vanja Marković (Istruzione inclusiva) e Sara Rotta (Università inclusiva). A parte i membri eletti direttamente dal sindaco, gli altri sono stati scelti in sede di concorso pubblico al fine di estendere nel maggior modo possibile il ventaglio delle disabilità da rappresentare, e quindi ogni tipologia di disabilità dalla paralisi cerebrale alla para e tetraplegia, dal deficit intellettivo alla sordità, cecità e autismo, fino ai disturbi psichiatrici particolarmente debilitanti come la schizofrenia e il disturbo bipolare.

Foto: DARIA DEGHENGHI
Le funzioni della Consulta
In estrema sintesi, secondo Ivona Močenić, la Consulta dovrà fungere da ponte tra la pubblica amministrazione e le persone, adulti e bambini, affetti da disabilità motoria o cognitiva indistintamente, per facilitarne l’attuazione dei diritti, la parità e l’inclusione sociale, per ridurre e prevenirne la discriminazione, per combattere l’ineguaglianza che ancora colpisce i portatori di handicap. Attraverso la consulta i gruppi a rischio di emarginazione avranno ogni possibilità di plasmare le politiche locali, generali e particolari, in tutti i campi della sfera pubblica: dall’edilizia al welfare, dall’istruzione all’occupazione, dallo sport allo spettacolo, fino alla mobilità, la rete stradale e via elencando.

Foto: DARIA DEGHENGHI
Un’iniziativa lodevole
Tea Rubeša dell’Ufficio del Garante per le persone con disabilità ha avuto solo parole di lode per l’iniziativa polese, che “recepisce gli esiti della revisione normativa e culturale del sistema inerente la disabilità”, una revisione in atto sia a livello nazionale che internazionale, e ora anche locale, per cui “nessuna decisione politica relativa ai disabili possa essere presa senza il consenso della popolazione a cui si riferisce”. Oriana Španić ha ringraziato le autorità per il “seggio” riservato alle disabilità psichiatriche maggiormente debilitanti per l’individuo e la famiglia: la schizofrenia e i disturbi di tipo bipolare. “Che io sappia, questa è la prima volta che siamo stati inclusi nel novero, e la circostanza mi pare degna di nota”. Del resto, lo spirito che permea l’iniziativa trae ispirazione dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità che cita espressamente l’uguaglianza e la parità di fronte alla legge, la non discriminazione, il diritto alla vita, l’integrità della persona, l’indipendenza, l’inclusione, l’istruzione, la salute, la riabilitazione, l’occupazione, la protezione sociale ma anche la partecipazione alla vita pubblica e politica, culturale e sportiva della società. Il lavoro della Consulta dovrà definire, aggiornare ed emendare le politiche a favore delle persone con disabilità, promuovere azioni d’integrazione e inclusione sociale e sollecitare il riordino dei servizi sociosanitari laddove non abbiano ancora raggiunto livelli soddisfacenti di inclusione.

Foto: DARIA DEGHENGHI
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