Un viaggio di 12 mesi a ritroso nel tempo

Il Calendario della CI di Pola per l'anno 2025

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Un viaggio di 12 mesi a ritroso nel tempo
L’Arena di Pola, olio su tela, Friedler, 1842. Foto: CI DI POLA

L’anno nuovo non parte senza il calendario della Comunità degli Italiani. Ci siamo talmente abituati che l’abbinamento è diventato praticamente scontato. Come si legge nella prefazione, il calendario della Comunità degli Italiani di Pola per l’anno 2025 è un omaggio alla Pola del XVIII e dei primi anni del XIX secolo, così come viene ritratta in acquerelli, guazzi, oli su tela, incisioni, acqueforti, disegni a matita e a inchiostro, in bianco e nero o a colori. Tutte le raffigurazioni hanno come soggetto i monumenti dell’antichità romana secondo lo stile neoclassico allora predominante.

Comprensibilmente, è un susseguirsi di porte e mura antiche solo minimamente conservate fino ai giorni nostri, di archi, di templi, di palazzi ad uso civile, di chiese e di basiliche, di “confortanti equilibri panoramici della città vecchia dove nulla viene scartato e nulla fatto risaltare”. Le vedute sono quelle che conosciamo dalla vita di tutti i giorni, con la differenza palese del distacco temporale. Dove c’era l’erba prima ora c’è una città, avrebbe detto Celentano, e infatti laddove tutto era verde, ora è grigio: la terra è stata soppiantata dalle lastre di arenaria o, peggio, dall’asfalto e dal calcestruzzo. Greggi e pastori sono stati esiliati e al loro posto troviamo macchine e mezzi pubblici, il mare che lambiva l’anfiteatro è stato allontanato con opere di edilizia portuale che hanno cambiato per sempre i lineamenti della città. Insomma, se pochi anni sono in grado di fare la differenza, figurarsi quanta ne possono fare un secolo o due.

Santa Maria del canneto, Clérisseau, acquerello 1757.
Foto: CI DI POLA

Immagini incantevoli
Le immagini sono a dir poco incantevoli. S’incontrano anche animali domestici e animali da lavoro, da latte e da carne, mussi, pegore e gati de casa, in dolce contrasto con archi, colonne, capitelli, sagrati e trabeazioni. Le vele nel porto, i signori del paese, i militi armati, le donne col grembiule e le ceste di vimini… Ma sopra tutti e sopra tutto domina, si erge e regna sovrana la Rena di Pola, l’anfiteatro romano che ha dato alla città più lustro di ogni altro monumento storico, opera civile o militare per quanto importante sia stata ed è tuttora. Gli autori delle opere d’arte riprodotte sono di Eduard Ludwig Theodor Weyde, Carl Geyling, Bernard Friedler, Charles-Louis Clérisseau, Karl Friedrich Schinkel, Antonio Joli de Dipi e Louis François Cassas, che a prescindere dalle tecniche e dalle preferenze individuali, “avevano in comune l’interesse intellettuale per l’antichità classica, il genio della rappresentazione artistica di monumenti, paesaggi e genti, la smania di viaggiare e la curiosità di conoscere”. È a questi autori che dobbiamo la certezza dell’aspetto di Pola quand’era ancora solo “un borgo, monumentale e allo stesso tempo decadente, più volte devastato dal morbo e benedetto da un mare bellissimo, senza opifici né manifatture né arsenali ma con un anfiteatro incredibile, con pochi residenti e rari viandanti, e per tutte queste ragioni in grado di sedurre il viaggiatore illuminato”.

Incontro davanti al muro dell’orto, Weyde, 1854.
Foto: CI DI POLA

Mese per mese
In copertina la ragazza seduta accanto alla colonna del tempio con in grembo il fuso del filato: “Bellezza orientale”, olio su tela, di E.L.J.T. Weyde, del 1854. Gennaio riporta un panorama dell’Arena immersa nel verde del 1842, olio su tela frutto del pennello di Bernard Friedler. Febbraio ripropone l’anfiteatro ma nella versione di Greyling del 1938. Marzo raffigura la Basilica di Santa Maria del canneto (acquerello/disegno) di Clérisseau del 1757, mentre “La porta gemella” o “Das Zwillings Thor” (Weyde, 1850) è abbinata al mese di aprile. Maggio offre una splendida vista sul mare (Schinkel, 1803), giugno l’olio su tela “Vista sulla baia della città con l’anfiteatro fuori le mura” (Joli de Dipi, 1745), luglio, agosto e settembre tre le incisioni ad acquaforte “Vue de la ville e du port de Pola”, “Vue des ancienees murailles des Pola” e “Vue latérale de la Porte-Dorée et d’une partie del murailles dela la Ville de Pola” (Cassas, 1802), mentre ottobre sfoggia un “Incontro davanti al muro dell’orto e delle colonne del tempio” di Weyde (olio su tela, 1854). Il calendario si chiude con altri due acquerelli del 1757 o 1760 di Clérisseau: il “Tempio di Augusto e Palazzo comunale” per novembre e “Lazzareto e mura cittadine, viste dalla porta del mare” per dicembre. Il calendario è edito dalla Comunità degli Italiani di Pola nella tiratura di 650 copie e viene distribuito gratuitamente ai soci che versano la quota sociale annua.

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