
Dalle scuole italiane nel Belpaese alle scuole italiane in Croazia, la distanza c’è e le differenze sono ancora più abissali, ma la voglia di fare reciproca conoscenza esiste e le prerogative per instaurare un legame d’amicizia e di considerazione reciproca esiste nel nome della comune lingua e cultura italiana, che fanno da ponte tra le sponde dell’Istria e quelle dello Stivale. Ieri la Scuola Media Superiore Italiana Dante Alighieri di Pola ha avuto il privilegio di ospitare una nutrita delegazione di dirigenti, collaboratori e docenti italiani giunti a Pola tramite la rete nazionale “Il Giorno del Ricordo”, una comunione istituzionale nata in occasione del ventennale dalla proclamazione del “Giorno del Ricordo” (Legge n. 92/2004), quale modello che consente al mondo scuola di creare percorsi di conoscenza guidati dai principi di cittadinanza attiva e di democrazia partecipata. La medesima ora include addirittura una sessantina di scuole impegnate a promuovere nei propri ambiti tantissime iniziative mirate a una maggiore conoscenza della storia del confine orientale italiano, approfondendo aspetti del patrimonio culturale, storico e letterario delle terre di confine.
Condivisione delle esperienze
Stavolta, l’opportunità di poter raggiungere Pola è nata nell’ambito del Seminario nazionale “Un percorso da Trieste a Pola” che ha conosciuto il proprio incipit nella capitale giuliana, tramite i saluti istituzionali della dirigente del Ministero dell’Istruzione e del Merito, Caterina Spezzano – con la quale la Dante intrattiene una buona collaborazione – per poi proseguire all’insegna dei ragionamenti in merito alle finalità, alle prospettive e all’esperienza maturata in Rete, fino a cimentarsi in un tavolo di lavoro e con degli workshop. La seconda giornata formativa, invece, è stata tutta polese, o per meglio dire polesana, contraddistinta da una visita guidata attraverso la scuola, dalla preside Debora Radolović, nel nome della condivisione delle esperienze didattiche. Tra i protagonisti principali di quest’itinerario i dirigenti Maria Vittoria Pomili dell’Istituto comprensivo “Città dei bambini” di Mentana (Roma), Luca Michielon dell’I.C. Tina Anselmi di Dolo (Venezia), Rosetta Carlino dell’I. C. Cappuccini (Brindisi), Beatrice De Donato dell’I.C. San Giovanni Bosco di Polignano a Mare (Bari) e Mimma Loiudice del Liceo linguistico-scientifico Liceo Orazio Tedone di Ruvo di Puglia (Ba).
L’importanza delle scuole
Ma prima di eleggere a tematica principe la scuola italiana in Isria, ecco offerta da parte di Debora Radolović, la rara opportunità di conoscere da vicino un’importante sofferto spaccato di storia italiana, che seppur rimasto fuori dai confini geografici italici, giunge a testimonianza di come siano state perpetuate la lingua e la cultura della nazione madre… anche e soprattutto attraverso le scuole. Il discorso si è sviluppato partendo dalle menzione di quei luoghi in Croazia e Slovenia dove la Comunità nazionale italiana non è riuscita a superare indenne le conseguenze della tribolata grande storia della Seconda guerra mondiale, e, si è appreso ancora una volta che il medesimo percorso cosparso di spine per la CNI è stato condiviso dalle sue scuole, sopravvissute nel tempo grazie a una caparbia e orgogliosa opera di resistenza. Gli astanti hanno applaudito con sincera ammirazione questa nostra resilienza, prendendo atto di quello che è stato e di quella che è la situazione odierna.
Le sfide da affrontare
Nel presentare generalità e particolarità della realtà scolastica di casa, la preside della Dante ha intercalato pillole di storia servite con la dovuta eloquenza per lasciar intuire meglio i trascorsi di queste terre e delle sue genti autoctone. La Dante ha fatto così in modo di aprire le sue porte da istituzione che veicola cultura, multilinguismo, e coscienza di appartenenza identitaria italiana di generazione in generazione. D’obbligo l’infarinatura sui nostri percorsi didattico-formativi, sui programmi e progetti, sulle novità di studio e successi scolastici, sui tanti problemi che assillano la scuola italiana, a causa della rigidità e l’intransigenza di un sistema scolastico nazionale che non sempre tiene in considerazione le specificità delle istituzioni formative della CNI. Assieme sono state attraversate le tappe più salienti della storia e del presente della scuola italiana di Pola, ma anche di Croazia e di Slovenia, concentrando l’interesse non solo sulle difficoltà di prima e di adesso, ma anche sul paragone tra differenti sistemi, problemi e realtà scolastiche.
Dopo una piacevole conversazione e tante domande in cerca di risposta in merito alla scuola della minoranza italiana autoctona e dei suoi innumerevoli valori aggiunti, gli ospiti hanno poi visitato il centro di Pola con guida organizzata dalla Dante. Arrivederci alla prossima occasione, nel nome di una sincero desiderio espresso da parte dei visitatori, di essere vicini e di supporto alla nostra scuola italiana.

Foto: ARLETTA FONIO GRUBIŠA
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