Il mare è ossigeno che respiriamo, è risorsa alimentare, è sostentamento di intere economie, è trasporto e commercio, è regolatore del clima del nostro pianeta e ancora tanto altro, oltre a essere stato fin dal principio incubatore stesso della vita. Ecco perché dobbiamo proteggerlo. Ma è possibile farlo? Forse no… ma possiamo imparare a gestirlo sempre meglio, migliorando il nostro rapporto con esso. Un aiuto in questa direzione arriva nientemeno che dall’Università istriana di Scienze applicate (Istarsko veleučilište), che proprio in questi giorni ha promosso un nuovo progetto di tutela del mare e di conservazione dell’ecosistema marino. L’iniziativa, seppure ancora in fase embrionale, è stata presentata ieri dal rettore e dal vicerettore del politecnico polese, Daglas Koraca e Sanja Grbac Babić e dall’assistente, David Košara. Alla conferenza stampa di presentazione del progetto ha partecipato anche la vicepresidente della Regione in quota CNI, Jessica Acquavita, che ha dato il pieno appoggio dell’amministrazione regionale al nuovo programma dell’Università di Scienze applicate.
Coinvolgere diversi partner
“Siamo molto orgogliosi della ricchezza naturale dell’Istria e siamo consapevoli dell’importanza della conservazione dell’integrità del nostro capitale naturale. Non potevamo fare a meno di supportare quest’iniziativa” ha commentato Jessica Acquavita, più che sicura del fatto che la Regione istriana saprà come farsi coinvolgere nel progetto. Programma che il Politecnico ha deciso di chiamare “Prijatelj mora (Amico del mare). Il motivo di questa scelta è semplice ed è stato spiegato da Koraca, il cui intento è coinvolgere nell’iniziativa una moltitudine di partner diversi: le Università, le istituzioni, le unità d’autogoverno locale, le aziende sia pubbliche che private, la comunità scientifica e chiunque sia intenzionato a contribuire alla tutela del mare, alla salvaguardia dell’ecosistema marino, ma anche al miglioramento della qualità della vita delle comunità locali. A tale proposito, i vertici dell’Università istriana di Scienze applicate hanno pensato a una Carta d’intenti. “Firmandola, gli eventuali partner si impegneranno a promuovere e portare avanti sotto-progetti, attività e workshop riservati soprattutto agli studenti del Politecnico, che a loro volta saranno inclusi nell’iniziativa di tutela del mare” ha spiegato Koraca, che ha colto poi l’occasione per ricordare che l’Università polese è già partner di diversi progetti di salvaguardia del nostro mare, come ad esempio “Asteris”, che mira a sviluppare un approccio integrato per migliorare la comprensione della variazione spaziale e temporale (basata su futuri scenari climatici) nell’intrusione d’acqua marina, identificare e mappare esigenze e ostacoli nella gestione del rischio e fornire un piano d’adattamento, fornendo strumenti pratici per una gestione sostenibile del problema.
Il progetto «Watercare»
Un secondo progetto segnalato dal rettore è “Watercare”, il cui obiettivo è ridurre l’impatto della contaminazione ambientale microbiologica nelle acque di balneazione. Altre iniziative simili che vedono il Politecnico impegnato in prima linea sono AdSwim e WildBio Adapt. Parallelamente al progetto “Amici del mare”, l’Università istriana di Scienze applicate porterà avanti anche altre iniziative. Il Politecnico ha infatti ottenuto il via libera dal governo per lo sviluppo di quelle che Koraca ha definito “tre aree tematiche d’interesse”, che riguardano lo sviluppo di nuove metodologie di trattamento delle acque reflue, lo studio delle microplastiche presenti nel mare e lo sviluppo di nuove tecnologie di purificazione delle acque marine e di nuovi metodi di gestione dei sedimenti portuali. “Anche in queste iniziative includeremo i nostri studenti e i nostri professori”, ha detto Koraca, che tornando a parlare di “Amico del mare” si è detto convinto che il Politecnico riuscirà a trovare numerosi partner e che entro un anno potranno essere già presentati i primi risultati. Qualcosa in più sul progetto è stato poi svelato dalla vicerettore Sanja Grbac Babić, la quale ha spiegato: “Ai nostri ragazzi saranno affidati diversi compiti. Dovranno realizzare tesi e tesine, partecipare a ricerche scientifiche, anche di gruppo, elaborare piani ed elaborare progetti”, ha detto, aggiungendo che questo aiuterà gli studenti a sviluppare capacità di problem solving e ad acquisire le competenze pratiche (e non soltanto teoriche) indispensabili e fondamentali per entrare e crescere nel mercato del lavoro. Il tutto contribuendo a salvaguardare il mare e l’ambiente naturale.
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