Traffico Sarà rivoluzione all’entrata Nord

Per tutte le strade da allargare, ricostruire, aggiustare e dotare di raccordi, nei prossimi anni l’ente nazionale «Hrvatske ceste» investirà a Pola la bellezza di 109 milioni di kune. Dibattito aperto anche sui parcheggi

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Traffico Sarà rivoluzione all’entrata Nord
Milan Pavlović, Dubravko Ponoš, Marko Ražem, Željko Ukić, Silvana Sorić, Valeria Ferri Benčić e Nikola Pejković. Foto: DARIA DEGHENGHI

Ad avere la macchina del tempo e poter saltare i prossimi due o tre anni, probabilmente ci ritroveremmo a vivere in una città diversa. Così almeno viene da concludere dopo il panel sulla mobilità sostenibile, il traffico e i trasporti promosso dalla Città di Pola in collaborazione con il quotidiano locale Glas Istre nell’ambito della Conferenza internazionale sulla mobilità in corso a Pola. Considerazioni scontate a parte, come il mantra sulla necessità di sacrificare buona parte delle nostre comodità personali per una qualità della vita sociale migliore, il panel ha fornito informazioni dettagliate su come dovrebbe cambiare nell’arco dei prossimi due o tre anni la rete viaria polese, i posteggi ma anche i servizi dei trasporti pubblici. Silvana Sorić delle Hrvatske sceste (Ente strade) ha messo tutto nero su bianco: entro l’anno partiranno i lavori di rivoluzionamento del traffico stradale in corrispondenza dell’ingresso Nord. Ma si procederà a tappe, a fasi, a scaglioni. Quindi, lentamente.

Gli interventi previsti
Intanto il chilometro di tangenziale compreso tra la maxi rotatoria (Lidl) e il cavalcaferrovia raddoppierà in larghezza della carreggiata e nel numero delle corsie, guadagnerà un marciapiedi, una pista ciclabile, una striscia verde spartitraffico, canali di drenaggio, illuminazione eccetera. Poi subirà la stessa metamorfosi il viadotto che sovrasta la ferrovia e la strada costiera parallela, e in sostituzione dell’attuale incrocio delle tre strade convergenti verrà costruita un’isola rotazionale a tre uscite, ognuna a due corsie. Le stesse modifiche toccheranno quindi alla statale D-75 nel tratto tra il cavalcaferrovia e il quartiere urbano di Montegrande fino al distributore di benzina. Anche in questo caso la strada guadagnerà due corsie, marciapiedi e piste ciclabili, ma con alcune modifiche di rilievo: in primo luogo, la rotatoria per la diramazione di Fasana si sposterà di qualche centinaio di metri più in là, sulla strada secondaria, per sgravare la principale (la Pola-Dignano) dalla pressione del traffico “laterale”. Per la stessa ragione l’attuale incrocio con le vie Cherso e Padul scenderà a un livello inferiore come sottopasso stradale rispetto alla D-75 allargata, mentre la diramazione per Vallelunga si dipartirà dalla principale con un raccordo tradizionale, più o meno come finora. Questa soluzione aprirà la via all’integrazione delle due zone abitate di Montegrande (Padul e via dei Partigiani), ora irreparabilmente divise da una strada veloce che ha bisogno di crescere ulteriormente per assorbire le automobili dell’anello polese e dei turisti. Ora siccome questa zona è un nodo nevralgico della viabilità polese, e siccome i lavori dureranno non meno di un anno e mezzo senza pause, per partire sarà necessario edificare un bypass stradale che correrà parallelo lungo il cantiere dall’incrocio con via Cherso al cavalcaferrovia, ma anche così facendo l’opera potrebbe tardare a decollare per la presenza di ostacoli patrimoniali, per cui l’ente strade si prepara ad avviare una serie di collaborazioni esterne con studi legali specializzazioni in espropriazioni di proprietà fondiarie.

Coinvolte pure le municipalizzate
E questa (della lentezza dei lavori) era la cattiva notizia. La buona notizia è che c’è un tratto di strada con le carte in regola per cominciare subito o quasi (probabilmente entro l’anno o in gennaio). Si tratta della parte interna della statale D-400, propriamente detta via Trieste, e cioè la strada che parte da piazza al Ponte per raggiungere l’incrocio con la tangenziale sul cavalcaferrovia. Si tratta di 1,4 chilometri di asfalto da ricostruire, allargare dove possibile, dotare di reti e impianti idrici e fognari, illuminazione stradale… La ricostruzione in questo caso riguarderà anche via dei Vecchi statuti e la stessa rotatoria di piazza al Ponte, solo che per rifare l’isola rotazionale bisognerà attendere la ricostruzione del collettore di Siana, altro progetto infrastrutturale di prima categoria. Ma c’è da mettere in conto che, pur essendo una statale, via Trieste è parte imprescindibile della rete viaria polese ed è attraversata da importanti infrastrutture. Per questo gli appalti saranno gestiti dall’azienda municipale Vodovod (e non dalle Hrvatske ceste) e per questo gli investimenti saranno multipli e riguarderanno praticamente tutte le aziende erogatrici di servizi del territorio: oltre ai 9,7 milioni stanziati dall’ente strade, vi saranno impegnati anche 3 milioni della Vodovod, 2 milioni dalla Città di Pola, e 1 milione dall’ente elettrico nazionale (HEP), senza contare la Pragrande che è ancora in attesa dei fondi europei per l’opera di potenziamento del servizio idrico integrato Pola Nord. Insomma, un bel da fare. Per tutte le strade da allargare, ricostruire, aggiustare e dotare di raccordi dell’entrata Nord, nei prossimi anni l’ente nazionale “Hrvatske ceste” investirà a Pola la bellezza di 109 milioni di kune. Niente male. Una volta tanto, l’attesa non sarà vana.

Autosili? Sì, ma non in centro
Che dire invece dei parcheggi? Nikola Pejković del gruppo “Best in parking” ha dichiarato che la multinazionale è disposta a investire in uno o più autosili in città, ma da piazzare fuori dal centro storico, che va preservato, salvaguardato e ridisegnato in funzione della vita sociale e culturale della località, come stanno facendo appunto le città d’arte e le località turistiche d’Europa. “Il parcheggio in centro città non è una categoria sociale ed è un lusso: chi insiste a parcheggiare davanti l’anfiteatro potrà farlo ma dovrà rassegnarsi a pagare”, ha detto Pejković. Così si fa ovunque in Europa, e infatti una delle sessioni della conferenza sulla mobilità è stata dedicata all’esperienza di Oslo, che per tenere le auto private dei cittadini fuori dalla portata della zona storica ha istituito una specie di tassa d’ingresso. Così ora tutti circolano in autobus, in treno e in bicicletta, mentre quelli che insistono a guidare pagano. Soluzioni come queste sono state introdotte negli ultimi nel Nord Italia e ovunque in Europa, ma con il potenziamento dei mezzi pubblici e non in assenza di quello.

Una vettura pro capite
In Croazia come stiamo andando? Dubravko Ponoš dell’azienda “Markoja” fornitrice di parcheggi rotanti, vale a dire impianti di posteggio automatizzato con struttura a scaffalature che consentono il posizionamento verticale delle vetture (fino a 16 posti macchina invece di uno a terra) ha detto che in Croazia siamo ancora messi male: “Nel centro di Zagabria abbiamo 8.000 posti auto e 13.000 pass privilegiati per altrettanti residenti. In partenza siamo sotto di cinquemila posti e tutti che vogliono posteggiare sotto casa”. A Pola secondo gli ultimi dati abbiamo un’automobile pro capite, quindi la bellezza di 60.000 vetture su altrettanti abitanti. E la stessa filosofia del posteggio: tutti vogliono parcheggiare ovunque, possibilmente gratis. Ma le cose non funzionano in questa maniera e prima o poi bisognerà rendersene conto: questo il ragionamento della massima parte dei panelist. Per concludere, alla tavola rotonda hanno partecipato anche i rappresentanti dell’aeroscalo, Marko Ražem, delle Ferrovie dello Stato (HZ), Željko Ukić, e Valeria Ferri Benčić del costruttore “Cesta Pula” che quest’anno festeggia i sessant’anni della fondazione. A moderare il panel il giornalista Milan Pavlović che ha riesumato l’arcinoto problema della ferrovia agonizzate. Si è parlato quindi della necessità di integrare il traffico ferroviario nella rete dei trasporti urbani perché altrimenti rimarrà una risorsa persa, e col treno che arriva fino cuore storico di Pola, sarebbe proprio una brutta occasione da perdere.

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