Storia e costumi di una volta a spasso per la città di Pola

Presentato il progetto interdisciplinare «Il giovane che volle ballare il valzer», che rievoca il periodo austro-ungarico, concepito e studiato per diventare un prodotto turistico

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Storia e costumi di una volta a spasso per la città di Pola
Alla Stazione ferroviaria con la locomotiva a vapore. Foto: DARIA DEGHENGHI

Chiamatelo storytelling o narrazione, chiamatelo turismo esperenziale o viaggio d’immersione, chiamatela pure, se vi piace, rievocazione storica o tuffo nel passato di una località che di storia ne ha da vendere, perché “Il giovane che volle ballare il valzer” è tutto questo insieme e anche qualcosa in più. Si tratta di un progetto interdisciplinare concepito e studiato a dovere per diventare un prodotto turistico da servire ai viaggiatori appassionati di storia, usanze e costumi del luogo. Nella fattispecie è la prima visita guidata di Pola in costume dedicata al periodo austriaco e austro-ungarico. Di rievocazioni storiche ne abbiamo avute anche prima d’ora, è vero, ma sono state sempre ispirate a Roma antica e ai suoi monumenti, luoghi, personaggi e curiosità. Ora è tempo di cambiare, come sostengono alla Pro loco, non per trascurare Roma, si capisce, ma per valorizzare l’Austria, finora massimamente snobbata a fini turistici. Ieri c’è stata dunque questa prima presentazione alla stampa del nuovo progetto-prodotto con lo staff al completo già in divisa (le repliche dei costumi di una volta), gli autori e gli interpreti, tra cui spiccano i nomi di Ivna Bevanda, operatrice culturale, estetica, Wellness e SPA, Igor Šaponja, storico, Mina Dobrić ed Elica Iljoska, costumiste, e Šandor Slacki, attore comico nei panni del “giovane che volle ballare il valzer”, affiancati da una ventina di comparse e una mezza dozzina di musicisti che compongono l’orchestrina di fine Ottocento. Un piccolo, ma autentico capolavoro.

Ritorno al passato
Sanja Cinkopan Korotaj, dell’ente turistico, ha spiegato che l’idea non è esattamente recente perché anche prima del 2020 c’erano stati degli input finalizzati a questo scopo, ma, si sa, anche su questo fronte la pandemia ha frenato ogni iniziativa e gli intenti non hanno sortito l’effetto desiderato. Forse è stato un bene perché nel frattempo Ivna Bevanda si è fatta avanti per ampliare il discorso al wellness, all’estetica e alla cultura degli aromi. Un passo alla volta è venuto su questo storytelling tra guida, rievocazione e spettacolo in costume che quest’anno sarà ripresentato una dozzina di volte, gratuitamente ossia spesato dalla Pro loco (ma solo il primo anno), a titolo promozionale. L’anno dei fatti è il 1913, quando un giovane di Medolino (Šandor Slacki) senz’arte ne parte, arriva a Pola in bicicletta con un quarto di cacio in tasca, in cerca d’impiego presso le officine dell’Arsenale, sognando di scalare i gradini della società e arrivare – chissà – fino alla corte di Vienna per ballare con una gran dama di classe un valzer di quelli composti dal celebre Johann Strauss. Attualmente lo spettacolo è solo bilingue e cioè è nato in croato ed è stato tradotto in inglese, benché la versione originale sia in parte arricchita da un valido repertorio italofono (istro-veneto e istrioto) che, mancando, renderebbe la messinscena alquanto monca. Tuttavia è lecito aspettarsi che la guida sia riproposta quasi esclusivamente in inglese, fino a un’eventuale traduzione tedesca o italiana, sperando nella richiesta del pubblico e nella disponibilità degli artisti. L’anno nominale della rievocazione storica è il 1913, ma il periodo di cui si narra abbraccia in realtà vari momenti storici della presenza degli Asburgo in città e corre dal 1856, l’anno dell’inizio della costruzione dell’Arsenale nel porto, al 1914, l’inizio della Prima guerra mondiale.

Si parte dalla Stazione ferroviaria
Il percorso narrativo inizia alla Stazione ferroviaria col “benvenuto” in musica e il monologo del “giovanotto”. La prima tappa ha per scenografia la locomotiva a vapore in via della stazione, l’episodio successivo si consuma davanti alle ville Münz e quello dopo di fronte all’albergo Riviera, cui segue la tappa nel Parco Francesco Giuseppe Primo in Riva e quindi l’inevitabile sosta ai Giardini Valeria, che un tempo erano stati ornati dall’imponente monumento dell’imperatrice Sissi. Lasciata l’Arena alle spalle, si procede verso la banchina del proto per ammirare prima la sede del Comando militare della Marina da Guerra (o quello che anche oggi chiamiamo Ammiragliato), per raggiungere Scoglio Olivi, il cuore pulsante dell’Arsenale, che l’imperatore fece costruire a partire dal 1956 su incitamento di Hans Birch Dahlerup, l’ammiraglio danese al servizio della Corona austriaca che tra Trieste e Pola scelse appunto Pola per l’insediamento del porto militare principale dell’Impero.

Le tappe di rilievo
La visita continua con altre tre tappe di rilievo nella storia architettonica, urbana, economica e sociale di Pola: il mercato vecchio in prossimità del Foro, poi abbandonato, il Marine Casinò in piazza Dante Alighieri (che quest’anno festeggia i 110 anni) e il Markthalle o Mercato coperto, che oggi compie 120 anni. Il tour avrà anche una sua componente olfattiva perché per questa speciale occasione Ivna Bevanda ha realizzato una fragranza che s’ispira come la rievocazione stessa, ai profumi graditi alla Corte di Vienna. Tre sono gli ingredienti chiave di questa piacevole esperienza olfattiva: l’essenza di cedro (perché con l’Austria Pola ha avuto i suoi primi parchi di conifere e giardini pubblici moderni, cioè costruiti secondo il canone urbanistico e paesaggistico dell’epoca), e le essenze della violetta e della rosa, a quanto sembra i profumi più apprezzati dell’imperatrice Sissi. Insomma, c’è un’altra Pola da scoprire (e… fiutare) oltre a quella Romana di Porta Ercole, dei Sergi e dei Castropola: è la Pola austriaca, la città moderna venuta su letteralmente dal nulla, visto che prima è stata un villaggio di pescatori di appena mille anime, e poi una roccaforte militare e una città industriale di cinquantamila.

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