Storia di Pola: gli alberi si raccontano

L’ultima iniziativa della municipalizzata Herculanea, rappresenta un atto di salvaguardia e di considerazione nei confronti dei parchi e delle zone alberate della città. Fa parte di un catalogo dei fusti di tutta la penisola

0
Storia di Pola: gli alberi si raccontano
Il platano che si “mangia” tutto il cortile del Castello veneziano. Foto: ARLETTA FONIO GRUBIŠA

Non solo il lascito storico-monumentale, ma anche l’eredità verde: Pola esibisce l’uno e l’altra. Se l’anzianità e la bellezza degli alberi non è comparabile a quella delle architetture, le medesime completano la visione d’insieme, come organismi viventi, costantemente a cielo aperto e in mezzo alla gente, che sono allo stesso tempo testimoni viventi della storia più recente di Pola. Guarda caso, l’Herculanea, vale a dire il suo settore giardinaggio e manutenzione delle aree verdi, che si prende cura dei parchi e degli angoli silvestri, ha avviato un’iniziativa paragonabile a quella che il Museo archeologico istriano aveva già realizzato diversi anni fa. Ora, oltre a leggere la storia cittadina attraverso le pietre, ci sono le didascalie e i codici QR per apprendere pure la storia degli alberi, grazie alle tabelle informative su piedistallo appena collocate dalla ditta municipale in diversi punti urbani. Nessuna esagerazione di sorta. I racconti “sparpagliati” per Pola in versione rigorosamente bilingue – croata e italiana – non sono delle fattispecie di mini-lezioni di botanica limitate alle piantine, ma un vero e proprio manuale degli alberi che si raccontano.

In Istria 24 specie diverse
Alberi importanti e dalla dignitosa presenza, che sono entrati a far parte del catalogo disponibile in rete “Katalog naj-stabala Istre”, contenente 64 rigogliosi fusti di 24 specie diverse e dettagliate informazioni circa i medesimi. D’ora in poi, anche senza ricorrere a Internet, chi passeggia per Pola potrà imparare qualcosa in più sulla storia vegetale di Pola: l’ubicazione, la grandezza, l’anzianità, lo stato di salute di ciascun gioiello della natura, che cresce in ambiente urbano. Ovviamente, l’onore di finire catalogato non è stato concesso a ciascuna pianta soltanto perché grande o di vetusta età, ma anche se considerata rara e interessante per qualche vicenda che la riguarda da vicino. Procedendo con la scansione del codice QR, reso disponibile per Pola è possibile entrare direttamente nel catalogo e conoscere più da vicino anche il patrimonio verde allargato ai Comuni limitrofi e a tutte le altre città e località d’Istria.

Gli alberi… blasonati
Ma torniamo a Pola. Nella lista degli alberi di casa “blasonati” figura inserito l’abete rosso dei Giardini Valeria. Sarà anche una specie comune, ma sono gli altri suoi connotati a renderlo speciale: estensione del tronco 2 metri, altezza del fusto 17 metri, larghezza media della chioma 10,5 metri, età valutata stando a testimonianze tramandate a voce, 100 anni portati benissimo. Poi c’è l’elenco dei nobili platani: quello gigante che si “mangia” tutto il cortile del Castello veneziano, sede del Museo storico e navale. Peculiarità: tronco da 3,70 metri di diametro, altezza di 15 metri, estensione media della chioma 19,19 metri. Per il solo fatto di vantare un’età valutata sui 120 anni, ne avrà viste di crude e di cotte: dai soldati dell’imperial e regia fanteria o marina austroungarica, alle truppe del Regno d’Italia, a quelle di Jugoslavia fino alla metamorfosi in istituzione museale di Croazia, luogo eletto dai concerti e dal turismo di massa. A fargli da diretta concorrente è il platano di via Kandler, testimone di vite umane e destini che hanno attraversato questa parte più bassa di Pola, ai piedi del colle Castello: 120 anni pure “Lui”, giro vita possente, vale a dire diametro da 4,36 e altezza 20 metri, estensione chioma nientemeno che 20,10 metri. Stato di salute eccellente. Si direbbe un gigante. Tuttavia, a voler individuare il nostro vero “matusalemme” vegetale, ci si deve spostare al Parco della Marina, habitat urbano del Cupressus macrocarpa, un signore di 150 anni. Non risale all’epoca napoleonica, ma a quella del romanticismo e della nascita dei sentimenti nazional-patriottici certamente. Arrivato a Pola ancor prima di Francesco Giuseppe, questo cipresso di tipo “californiano”, in un secolo e mezzo vita non ha guadagnato come fusto più di 2,5 e metri di diametro e oltre gli 8,80 metri di chioma. In compenso, ha raggiunto il XXI secolo esibendo un’eleganza estesa fino a 20 metri d’altezza. Stato di salute? Perfetto. Che dire? È roba da giardinaggio risalente all’epoca quando la banda d’ottoni, diretta da Franz Lehar, faceva da parata attraverso questi illustri sentieri.
A proposito di cipressi, ecco l’Arizonica glauca, che noncurante dei regimi che hanno dominato la Città e delle tormentate vicissitudini della sua gente, continua a sfidare il tempo, indisturbata in cima al Parco di Monte Zaro. In detto caso, il nostro cipresso dell’Arizona, ha “soltanto” 140 anni portati in maniera splendida e senza necessità di troppi “lifting”, per la sua figura da 20 metri in altezza, 4,10 come diametro del tronco e 17,5 di chioma.

I platani “gemelli” di via Kandler.
Foto: ARLETTA FONIO GRUBIŠA

Il simbolico olivo di via dell’Istria
Oltre agli alberi storici per eccellenza, Pola vanta anche esemplari da frutteto. Il Parco della Città di Graz esibisce una Poncirus trifoliata, ossia un Limone siberiano. Ovviamente, le dimensioni sono quelle che si addicono alla specie: altezza non superiore ai 5 metri, chioma da 5,54, diametro di fusto 56 centimetri. Per i suoi 50 anni, snello non c’è che dire e… traboccante di salute. Restando in tema di alberi che fruttano, ecco il giovane olivo di via dell’Istria, quello che piantato nei pressi dell’Arena non dovrebbe risultare assai speciale, quanto prezioso per il suo valore altamente simbolico. In questo loco, quindici anni or sono il presidente della Repubblica di Croazia Ivo Josipović e il presidente della Repubblica d’Italia, Giorgio Napolitano hanno piantato l’olea europaea, nel nome della pace, della convivenza e dell’amicizia tra le due Nazioni.
Molto meno aristocratico e signorile, invece il fico che cresce in via Budicin, strada che si associa all’area più estesa delle ville austroungariche di San Policarpo. Si reputa che sia stato messo a dimora o forse spuntato da solo, nell’immediato dopoguerra, e dunque testimone del tragico svuotamento della città e del suo mutamento storico-demografico e culturale. In ogni caso, 8 metri di altezza, 8,5 di chioma e 1,90 di fusto per un… fico sono eccome rispettabili. Salute? Discreta, dicono. Tanto vale dargli una terapia preventiva e augurargli una serena vecchiaia.

Una qualità altamente educativa
Cosa dice il direttore dell’impresa Herculanea, Robi Fuart, che si assume la responsabilità di mantenere sane tanto di egregie presenze verdi? A parte il fatto di sentirsi orgogliosi dell’inserimento nel catalogo degli alberi più quotati d’Istria si è (finalmente) consci del fatto che tutto ciò per Pola è testimonianza, di cui tener cura e conto attraverso il Catasto verde, le tabelle (in)formative e una politica verde cittadina. “Il nostro lavoro – rileva – è stato riconosciuto con il premio della Camera d’Economia nazionale, assegnato per l’impegno dei servizi comunali in materia di sviluppo sostenibile e conservazione del patrimonio verde”. Convinto anche il sindaco, Filip Zoričić, che l’ultima iniziativa presenta una qualità altamente educativa. “Risulta molto importante come comunità l’essere coscienti delle ricchezze che possediamo e delle quali dobbiamo prenderci cura per tramandarle alle generazioni che verranno”.
Lunga vita agli alberi, allora.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display