Stoia, regna l’incertezza

Alla vigilia di ogni estate il problema è lo stesso. Lo stabilimento balneare più amato dai connazionali versa in uno stato precario. Ne abbiamo parlato con il vicesindaco CNI Bruno Cergnul che ha riassunto le procedure da seguire e fatto presente l’aumento dei prezzi nel comparto edile. Le idee però non mancano

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Stoia, regna l’incertezza
L’entrata nello stabilimento balneare di Stoia: nemmeno una “mano” di bianco. Foto: DARIA DEGHENGHI

Ogni anno da capo, come nella scena del risveglio a Punxsutawney il giorno della marmotta, i polesani riscoprono il degrado dello stabilimento balneare di Stoia. E ogni anno da capo si torna al mare con la solita impressione che nulla cambierà in meglio per la spiaggia polese più amata dagli italiani. Un anno fa il vicesindaco eletto in quota CNI Bruno Cergnul ha promesso agli elettori una virata verso una soluzione fattibile nell’arco dei primi due o tre anni del mandato, a patto, però, di aggiornare i progetti, le stime dei costi e il piano di esecuzione poiché l’ultima variante progettuale lasciata in sospeso dalla passata amministrazione municipale (risalente al 2019) era ormai superata. Nel frattempo la pandemia, la crisi energetica e ora l’inflazione hanno letteralmente rovesciato le prospettive e la fattibilità di tutte le opere pubbliche di lunga gestazione.

Lunga serie di preparativi
Siamo tornati a parlane col vicesindaco perché si ha appunto l’impressione che per Stoia non sarà mai la volta buona. Questa la risposta del vicesindaco Cergnul: “Guardi che il bagno lo frequento anch’io e i connazionali non fanno altro che ricordarmi le promesse fatte in campagna elettorale. Il fatto è che il recupero dei beni culturali richiede una lunga serie di preparativi dietro le quinte, un lavoro che tra il pubblico passa inosservato. Erroneamente si crede che un’opera cominci con l’apertura del cantiere. Capisco che la gente è impaziente, che vuole toccare con mano, che vuole vedere i ponteggi e i muratori, ma nell’edilizia pubblica la progettazione, i bandi e gli appalti hanno una pretesa di tempo che non ammette scorciatoie. Per chi volesse una risposta concreta dico subito che i lavori edili propriamente detti non inizieranno prima del 2023, ma questo non significa che l’assessorato, il vicesindaco e i progettisti non lavorino affinché l’opera sia cantierata appena possibile”.

Le fasi preliminari
A che punto sono le fasi preliminari? Cergnul riassume in cifre: intanto entro il maggio 2021 l’amministrazione comunale precedente aveva portato a termine la ricostruzione di quella che chiamiamo la “prua” della “nave” che altrimenti sarebbe crollata, e la ricostruzione del molo col trampolino. Fin qui almeno le due strutture a rischio di crollo sono state salvate da un brutta fine e per fare questo sono stati spesi 1.651.202,27 milioni di kune. Dopo quella data e quindi dopo il cambio di potere in piazza Foro, l’amministrazione municipale ha speso altre 90.718,75 kune per la revisione del progetto e il bando per i servizi di direzione lavori e coordinamento dell’opera. Si tratta dell’azienda polese Pontifex, ultimamente ipegnata anche nella bonifica dell’ex discarica pubblica. Stando sempre al vicesindaco Cergnul, il Bilancio di previsione 2022 riserva un altro milione di kune per portare a termine le ultime fasi della progettazione. La gran parte (612.500,00 kune) verrà impegnata per gestire l’opera ossia per la direzione dei lavori.

I costi sono aumentati
“Il fatto è che la stima dei costi risalente al 2019, di 14.790.000 non regge il passo con i tempi e bisogna aggiornarla voce per voce, tanto è vero che i prezzi in edilizia sono volati alle stelle. Fino a quando non avremo aggiornato il capitolato tecnico, non si può parlare di appalti né di cantieri”, ci spiega il vicesindaco e ricorda che lo stesso vale per le fonti di finanziamento. L’amministrazione cittadina non ha soldi a sufficienza per pagare di tasca propria il recupero dello storico stabilimento balneare per cui – definiti i costi – si andrà a bussare alle porte del Ministeri della Cultura e di quello del Turismo e dello Sport nonché dell’Unione europea. Lo stabilimento balneare non è solo la costruzione di Trolis degli anni Trenta, ma un’area costiera da ripensare e da commercializzare. Per farle avere un tornaconto, il ristorante dovrebbe essere aperto tutto l’anno e la rotonda al centro dello stabilimento dovrebbe poter accogliere eventi culturali e sociali in senso lato, perlomeno dalla primavera all’autunno. In secondo luogo nella costruzione ristrutturata potrebbe trovare posto un laboratorio dislocato del Centro di ricerche del mare di Rovigno, che vede di buon occhio l’iniziativa anche se per ora si tratta soltanto di un’idea appena abbozzata. Comunque l’idea sarebbe di avere sul posto un modesto laboratorio di divulgazione scientifica aperto alle scuole e agli studenti di Pola.

I tempi d’esecuzione
Insomma, le idee non mancano. Ma ora si tratta di far partire un ingranaggio che a forza di aspettare è finito per arrugginirsi come le inferriate di Stoia. In questo momento bisogna lasciar correre la progettazione fino alle sue fasi esecutive. In quanto alle modalità della riqualifica e ai tempi di costruzione, si resta nell’incertezza se completare l’opera con un cantiere solo o con due. Nel primo caso si sacrificherà un’estate affinché l’opera venga portata a termine in tempi accorciati. Nel secondo caso i lavori verrebbero divisi in due o più tappe, affinché si possa usufruire del bagno e salvare un’altra stagione balneare. Tuttavia in quel caso occorrerà mettere in conto tempi d’esecuzione più lunghi. Sulla decisione finale potrebbe incidere anche l’entità della spesa maggiorata e la disponibilità dei mezzi finanziari. L’impresa non si prospetta di certo tra le più convenienti.

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