Stoia, il restauro inizia nel 2023

Lo afferma il vicesindaco in quota CNI, Bruno Cergnul. Il costo dei lavori dovrebbe aumentare dai 13 milioni previsti a 20

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Stoia, il restauro inizia nel 2023
Lo stabilimento balneare in attesa del restauro. Foto: DARIA DEGHENGHI

Baciato e cullato dalle onde di Valdifora, lo stabilimento balneare di Stoia si avvicina al capolinea di un’altra stagione dei bagni, l’ennesima in attesa del recupero totale delle strutture edificate negli anni Trenta da Enrico Trolis. In pineta si sta da Dio e nella rotonda si gioca sempre a pallone. Proprio come una volta. È vero, non c’è un bar, un gelataio e tantomeno un ristorante, ma in compenso da ieri all’entrata si trova un distributore di bibite, caffè e merendine che dovrebbe servire i bagnanti in mancanza di strutture meglio attrezzate che si avranno solo dopo l’opera del restauro totale.
Per festeggiare la piccola ma pur sempre gradita innovazione, i vicesindaci Bruno Cergnul (in quota CNI) e Ivona Močenić hanno incontrato i frequentatori abituali dello stabilimento e offerto loro caffè e dolci. Su iniziativa del vicesindaco l’azienda “Frank Snogoo” ha fornito il distributore e provvederà ai rifornimenti e alla manutenzione sia in estate che in inverno, perché l’apparecchio resterà in funzione anche nei mesi freddi. “In inverno i bar, i ristoranti e i gelatai della zona chiudono, ma i polesi hanno l’abitudine di andare a passeggio a Stoia, per cui non c’è alcun dubbio sull’utilità dell’iniziativa”. Se mai ci sono dei dubbi sulla collocazione del distributore, che secondo i bagnanti è troppo vicino alla strada per cui all’ingresso le automobili e i pedoni in attesa del caffè dovranno cercare di evitarsi a vicenda, cosa che non sarà possibile fare. Ma forse siamo solo troppo pignoli. In realtà, c’è posto per tutti e che male c’è farsi un po’ da parte aspettando che la macchina serva il cliente.
Che dire invece del restauro? Il vicesindaco afferma che l’anno prossimo avranno inizio i lavori perché la revisione e l’aggiornamento del progetto del 2019 sono a buon punto. Cambieranno alcune soluzioni tecniche e pure i costi dell’opera, ma stando a Cergnul il progetto e i permessi di costruzione dovrebbero essere pronti per la primavera del 2023.
Tra i guai di questo ritardo di esecuzione vi è però l’inconveniente dell’enorme differenza dei costi di edificazione, che infatti salgono dai 13 milioni del preventivo di allora ad una cifra che potrebbe attestarsi sui 20 milioni di kune tra un anno. Che sia colpa dell’inflazione, della guerra in Ucraina, del caro carburanti, della carenza di manodopera nel comparto edilizio poco importa. Tuttavia l’amministrazione cittadina è decisa a fare questo sforzo e per realizzare il recupero cercherà di attingere i soldi da tre fonti diverse: i bandi europei, il bando annuo del Ministero per il Turismo e lo Sport e gli istituti di credito.

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