Ancora un attimo di pazienza – quel tanto che basta per smaltire i postumi delle feste di fine anno – e Stoia sarà cantierata per l’avvio dei lavori di restauro e riqualificazione al costo di 4 milioni di euro, due dei quali a carico della Città di Pola e due di contributo Ue. Ieri la firma del contratto d’appalto tra il sindaco, Filip Zoričić e David Grbac, della società di costruzioni “Fracasso” di Fiume, alla presenza dell’assessora alle Opere pubbliche, Samanta Barić e del direttore dei lavori, Filip Banovac. Stando alle previsioni, dunque, il restauro inizierà in gennaio per terminare entro la scadenza contrattuale di 18 mesi. Questo significa che si lavorerà anche la prossima estate, benché a ranghi ridotti e soprattutto “sottovoce”, per “non compromettere la stagione balneare e non disturbare il vicino campeggio dell’Arena Hospitality, le spiagge e i locali del vicinato”. Del resto, la stessa delibera municipale sul divieto di esecuzione dei lavori edili in estate non permetterà che la società appaltatrice faccia più… fracasso del dovuto.
Intervento capillare
Ma ecco la dichiarazione del sindaco in margine alla stipulazione del contratto che arriva giusto in tempo per smentire le accuse delle opposizioni sulla sua presunta inerzia o inettitudine a gestire importanti opere pubbliche: “Ieri abbiamo mostrato che è possibile restituire ai polesi un’area smilitarizzata e devastata come Vallelunga, che sarà il futuro di Pola. Oggi ci troviamo qui per dire che è possibile fare lo stesso con un relitto del passato, capace di rinascere a nuova vita. La storia dei bagni di Pola comincia col Bagno polese nel porto di Pola, ma include un lungo novero di spiagge da Valcane a Valovine, dal Bianco a Saccorgiana, con un posto speciale occupato proprio dallo stabilimento balneare di Stoia, eretto negli anni Trenta su progetto di Enrico Trolis, esponente dell’architettura italiana tra le due guerre. Lo stabilimento venne progettato nel 1932, costruito a tappe e aperto in forma ridotta nel 1936 e in forma integrale nel 1938”. Nel rievocarne la storia, il sindaco ha ricordato anche la figura del leggendario bagnino Nini, primo custode e primo soccorritore di un bagno pubblico gestito e spesato dal Comune. Grazie al Programma degli Investimenti territoriali integrati, dopo anni di degrado, diversi anni di progettazione ed emendamenti dei progetti, ma anche dopo una serie di bandi di gara falliti per un motivo o per l’altro, ecco che Stoia verrà restaurata da cima a fondo e non più solo a scaglioni, con interventi commissionati di volta in volta per tappare le falle della struttura (ora della terrazza al piano, ora del molo col trampolino, ora del piano inclinato per prendere il sole).
Attenti all’anima
A Stoia intanto, i bagnanti invernali fanno ancora il bagno e non temono il freddo. Piuttosto temono che “dopo il restauro lo stabilimento perderà l’anima”.
Il loro è un timore fondato oppure una paura come tante, immotivata, suscitata dall’attesa di un cambiamento in arrivo? Il sindaco ha risposto anche a questa domanda: “Lo stabilimento non può perdere l’anima perché non è un organismo vivente: è necessario che gli uomini non perdano l’anima. Quello che conta è crederci, ma anche restaurare i beni culturali che col tempo, inevitabilmente, vanno in rovina. Inoltre, conta la sicurezza dei clienti: che scendano in mare con la certezza di non aver rischiato una frattura. Se poi c’è il timore che cambierà qualcosa nell’estetica delle strutture, questa è una paura senza fondamento. Stoia è un monumento architettonico di interesse pubblico e come tale è tutelata dalla Soprintendenza ai beni culturali. Quindi, non c’è verso di cambiarla, si può solo ristrutturare e valorizzare. Le cabine, la rotonda, la pineta: tutto è inviolabile dalle dimensioni allo stile e si va solo a restaurare. Nessuno vuole fare di Stoia un complesso turistico né potrebbe farlo, del resto. La spiaggia sarà frequentata dagli stessi bagnanti di sempre. Tuttavia, si vedrà di migliorare le modalità di fruizione e ripristinare il galateo di un tempo per renderla ancora più godibile. Tornando alla questione dell’anima: Pola ha un anima, Stoia ha un anima, ma siamo noi quell’anima. Gli edifici non respirano”, ha concluso il sindaco e ribadito che il progetto non prevede alcun “esibizionismo architettonico, alcun lusso, alcuna stravaganza”.
Per la cronaca, il valore dell’opera è stimato a 4.749.508,86 euro, di cui 2.033.244,82 assicurati dai Fondi europei. La direzione dei lavori è stata appaltata alla società Primum ing di Pola al costo di 86.625 euro, il coordinamento del cantiere e la messa in sicurezza è stata appaltata alla società Trasa Adria di Zagabria al costo di 5.750 euro. L’appalto della costruzione è della Fracasso Production di Fiume.
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