Slaven Boljun: «L’Istria sta vagando senza una visione precisa»

Intervista al candidato a presidente della Regione di Možemo

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Slaven Boljun: «L’Istria sta vagando senza una visione precisa»
Slaven Boljun. Foto: Sasa Miljevic/PIXSELL

Membro dell’Assemblea regionale nell’ultimo mandato, è Slaven Boljun il candidato a presidente della Regione istriana della piattaforma Možemo!. Lo abbiamo incontrato per parlare del suo programma e dei problemi che a suo avviso assillano maggiormente la Regione.

Quando la piattaforma Možemo! le ha proposto di candidarsi a presidente della Regione ci ha dovuto pensare su oppure ha accettato subito?
Ho accettato subito perché faccio parte di un team di persone fantastiche con le quali condivido valori comuni, un modo di lavorare e un cameratismo politico. Per tutti questi motivi non ho avuto alcun dubbio. Mi sono unito a quest’opzione politica nel settembre del 2020 e alle elezioni del 2021 ho conquistato un seggio nell’Assemblea regionale, dove sono uno dei rappresentanti più attivi. Come partito stiamo crescendo, stiamo facendo dei passi avanti ed è logico che abbiamo un candidato a presidente della Regione.

Secondo lei qual è il problema più grande in questo momento in Istria?
Ce ne sono tanti, ma credo che ci siamo in qualche modo impantanati nel turismo di massa e in un’edilizia incontrollata e insostenibile. Le poltiche fino ad oggi erano orientate alla svendita delle nostre terre e senza un piano di sviluppo dell’Istria nel futuro, ovvero senza una chiara visione su che tipo di Istria lasceremo alla nostra prossima generazione, ai nipoti. La sensazione che stiamo semplicemente vagando senza una visione precisa è uno dei motivi per cui mi sono iscritto alla corsa elettorale. Amo l’Istria come tutti, ma non mi piace che tutto sia all’insegna della cementificazione, che sia subordinato esclusivamente agli ospiti, che si perda il nostro stile di vita, la nostra autenticità. Dobbiamo sviluppare un’Istria che sia a misura della popolazione locale. Non siamo contrari al turismo, anzi vogliamo salvarlo. Il nostro modello è quello di un turismo responsabile che non danneggi i residenti. Ad esempio, attualmente, a causa dell’aumento dei prezzi degli immobili, chi vive in Istria non ha la sufficiente solvibilità per acquistare un appartamento. Secondo l’ultimo censimento l’Istria ha perso quasi 12mila persone, ovvero una popolazione che supera quella della città di Albona. Abbiamo sempre più edifici e sempre meno persone. Dobbiamo semplicemente fermarci, dobbiamo trovare un accordo e vedere come procedere. Secondo alcune statistiche, entro il 2032 in Istria soggiorneranno durante l’estate un milione di persone, ma non disponiamo delle strutture e delle infrastrutture per far fronte a questo numero. Penso che siamo vicini all’orlo del baratro. Noi di Možemo! puntiamo su un’inversione di tendenza rispetto alle politiche precedenti. Il turismo sostenibile riguarda ciascuno di noi come individui, le grandi aziende e tutti coloro che lavorano nel turismo.

Pola e l’Istria sembrano sempre più concentrate sui servizi e meno sulla produzione?
Esatto. Secondo le pubblicazioni dell’Ufficio statistico statale, per quanto riguarda la produzione ci troviamo nella metà della statistica nazionale. Questo non è positivo, non garantisce un’economia resiliente. Ogni economia che detiene una quota superiore all’8 per cento di un settore rientra in un’economia monoculturale: nel nostro caso il turismo ha già una quota superiore al 25 p.c.. E se si verificasse un incidente marittimo o una fuoriuscita di petrolio come quella avvenuta di recente a Lisignano, saremmo nei guai. Se ciò fosse accaduto in giugno, la stagione sarebbe stata interrotta bruscamente. Con due brutte stagioni perderemo molti posti di lavoro nel turismo. Non siamo ingenui, impariamo dal passato e sviluppiamo un’economia che avrà una produzione forte. In Istria ci sono persone forti, capaci e laboriose che sanno produrre. Questa parte deve essere rafforzata e la Regione deve fornire supporto.

In Istria abbiamo uno sviluppo dissimile. Abbiamo la costa occidentale e l’Istria meridionale che sono sviluppate, mentre l’Istria centrale e settentrionale non lo sono…
Il punto è che condividiamo tutti lo stesso destino e che dobbiamo essere solidali gli uni con gli altri, ovvero la costa deve essere solidale con l’entroterra. Attorno a Botttonega c’è una zona di tutela delle acque, che in un certo senso limita la crescita economica e, d’altra parte, senza quell’acqua, l’intera Istria sarebbe in difficoltà. Anche la costa orientale e l’Istria centrale e settentrionale dovrebbero essere sviluppate. Va anche detto che per lungo tempo l’Istria meridionale è stata politicamente trascurata.

Non siamo più la locomotiva della Croazia come ci piaceva dire una volta?
Siamo ben lontani da questo. Le statistiche del 2024 mostrano che siamo al decimo posto in termini di stipendi. Con questo stipendio non puoi comprare un solo metro quadrato di un appartamento. Le persone che lavorano nel settore sanitario non possono permettersi di acquistare un appartamento. Ora, se coloro che sono i pilastri di una società non ci riescono, figuriamoci gli altri. Ecco dove ci ha portato la politica della Dieta Democratica Istriana: negli ultimi 30 anni si pensava che tutto si sarebbe risolto da solo. Lo sviluppo delle Città e dei Comuni si basava sulla costruzione in ogni dove, ma questa politica si è rivelata fallimentare.

Come valuta il grado di tutela dei diritti della Comunità Nazionale Italiana in Istria?
L’Istria da questo punto di vista è sicuramente a un livello soddisfacente. Ciò è garantito anche dallo Statuto istriano. Naturalmente tuteleremo e cercheremo di elevare i diritti della CNI. In questo ambiente la convivenza è di fondamentale importanza. Ci impegneremo a promuovere maggiormente l’insegnamento della lingua italiana e a tutelare i dialetti locali. I dialetti sono molto importanti perché preservano la cultura. Bisognerebbe dare ulteriore sostegno alle associazioni culturali della CNI per le loro attività. Non vi è alcun dubbio sull’importanza della convivenza e della multiculturalità. Continueremo a sostenere questi valori.

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