
In seguito al divieto imposto all’Iniziativa civica nata per contrastare la costruzione dello ski lift nella baia di Valovine e all’Associazione ambientalista “Zelena Istra – Istria Verde”, alle quali la Capitaneria di porto, richiamandosi a motivi di sicurezza, ha negato il permesso per la maratona di nuoto ricreativa, che avrebbe dovuto svolgersi domenica scorsa quale manifestazione di protesta contro l’impianto in via di costruzione a Valovine, sulla faccenda si è espresso pure l’investitore, ossia la ditta Warm Up.
Pur consapevoli dei dubbi che possono scaturire da un progetto che volenti o nolenti cambierà la fisionomia della baia di Valovine, i responsabili della ditta fanno presente che l’impianto s’inserisce in una zona che nel Piano ambientale è riservata per lo sport e la ricreazione, lungo un tratto della costa polese finora trascurato e in quanto tale privo di contenuti. Lo ski lift non farà dunque che migliorare l’offerta, attirando un numero più elevato di turisti, per non dire della prevista apertura di nuovi posti di lavoro a lungo termine, visto che il nuovo contenuto non è necessariamente limitato alla stagione turistica. Si tratta infatti di un investimento di 6,5 milioni di kune, per un impianto che prevede l’assunzione di una quindicina di persone.
La variante meno invasiva
A quanti sono preoccupati di un’eventuale deturpazione dell’ambiente, l’investitore assicura che nella progettazione dell’impianto ci si è attenuti rigorosamente alle condizioni imposte dalla Città, che prima di dare la concessione, ha imposto di prevedere la variante meno invasiva, senza provocare alcun danno ai bagnanti. Per questo l’impianto è stato previsto a una sessantina di metri dalla costa, senza nulla togliere alla spiaggia e lasciando tutto lo spazio necessario ai bagnanti. Come si precisa dalla Warm Up, l’adempimento di tale condizione ha praticamente raddoppiato i costi di realizzazione dello ski lift. Tuttavia, sarà proprio il suo posizionamento nel bel mezzo della baia a renderlo ancora più attraente, se non il migliore in Europa, per tutti gli amanti dello ski lift, che gli investitori sono sicuri giungeranno numerosi a Pola.
«Tutto tornerà come prima»
Per quanto riguarda l’accusa lanciata dall’Iniziativa civica e da “Zelena Istra – Istria Verde” riguardante l’irreparabile inquinamento del mare in seguito alla bonifica di un tratto della spiaggia, dove sono stati scaricati circa 200 metri cubi di pietre, dalla Warm Up fanno sapere che l’intervento s’è reso necessario per consentire l’accesso ai mezzi pesanti. Tuttavia, si è avuta l’accortezza di usare un tipo di materiale generalmente usato per sanare le spiagge, per cui non è stato fatto alcun danno. Per di più, sgomberata l’area dai mezzi pesanti, questo materiale sarà rimosso, per cui tutto tornerà come prima. “Tutto ciò che facciamo, è in sintonia con la legge, gli studi e i permessi ricevuti, nel massimo rispetto dell’ecosistema e con un occhio di riguardo alla specie protetta pinna nobilis presente nell’area dell’intervento. Chi afferma il contrario non fa che trarre in inganno l’opinione pubblica”, affermano alla Warm Up, specificando che proprio per tutelare la specie protetta, l’investitore ha commissionato la mappatura del suo habitat nell’area in questione, di cui si terrà severamente conto al momento di calare in mare i blocchi di cemento previsti per realizzare la struttura.
Lavori temporaneamente sospesi
Diremo pure che in zona i lavori sono stati temporaneamente sospesi. Questi avrebbero dovuto concludersi entro il 10 luglio, per cui l’investitore dovrà provvedere a rinnovare la concessione. Prima, però, preferisce attendere l’epilogo giudiziario riguardo alle denuncia che l’Associazione ambientalista ha sollevato a carico dell’investitore. All’inizio del prossimo mese scade inoltre il termine che la Città ha imposto all’investitore per mettersi in regola, ossia per colmare determinate lacune evidenziate nel caso, pena la revoca della concessione.
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