Senzatetto Persone spesso dimenticate e stigmatizzate

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Senzatetto Persone spesso dimenticate e stigmatizzate

Ospiti particolari ieri nel salotto del Centro sociale Rojc. Che ha accolto per l’appunto gli abitanti della Casa per senzatetto di via Altura in occasione dei 6 anni dell’apertura della struttura. Il Centro d’accoglienza, aperto nel 2012 in via Gubec a Stoia, da dove venne trasferito presto in una sede migliore, ha aperto la sua giornata con la mostra fotografica di Snježana Bratanović, un’artista polese molto vicina con il suo obiettivo alle problematiche e alle cause civili. Tanto che dall’obiettivo fotografico sono venuti fuori questa volta, degli scatti in bianco e nero che hanno per protagonista Ana, assistita del Centro, la quale ha voluto dire alcune parole di ringraziamento alla cerimonia d’apertura della mostra. La Bratanović ha immortalato negli scatti molto belli, di toccante semplicità, la giornata di Ana al Centro, tra incombenze domestiche, momenti di riposo e di svago, con i compagni di ventura, di cui uno speciale, Medo: un bel cane dal pelo biondo e riccio, salvato a suo tempo dalla strada. “Ho voluto raccontare una storia che non tutti conoscono”, così la fotografa. “Quella di persone spesso e volentieri dimenticate e stigmatizzate. Che ci vivono accanto. E hanno bisogno di una cosa importantissima: di essere accettati. Ecco perché “Accettazione” è il titolo della mia mostra”.

Igor e David, esempi da seguire

All’inaugurazione Jasna Vekić, direttrice della Società cittadina della Croce rossa, ha ringraziato donatori, volontari e finanziatori – la Città e la Regione –, dell’aiuto che continuano a dare a una struttura che ha bisogno di essere allargata.
Elena Puh Belci, vicesindaco di Pola, con accanto l’assessore alle Politiche sociali, Elvira Krizmanić Marjanović, ha salutato i presenti, mentre subito dopo c’è stata la consegna di alcuni presenti a donatori e collaboratori del Centro. È stato piacevole scoprire che anche nel nostro territorio vivono persone socialmente sensibili, e responsabili, che regalano al Centro quello che non riescono a vendere durante la giornata. Così, Igor, panificatore polese, che ogni sera porta alla casa di via Altura pane e croissant dalla sua panetteria in centro. “Strano da dire – così la direttrice della Cr –, però non conosco ancora Igor di persona; eppure, può anche nevicare che lui non sgarra un solo giorno della settimana per portare ai senzatetto i prodotti della sua panetteria”. O David (che è riuscito a presenziare all’incontro), che con l’OPG (azienda agricola) Guštin di Pisino porta agli assistiti tutta la verdura che non viene venduta, e prima dell’inverno li riempie di confetture e sottaceti.

Migliorare il servizio d’accoglienza

​Helena Babić, coordinatrice del Centro, è intervenuta per presentare la struttura dai suoi primi giorni a oggi. Muniti di programmi e progetti si ha in mente un allargamento della ricettività e si vorrebbe ristrutturare la casa di via Altura. Quello di elevare il servizio d’accoglienza è una storia di sinergia, volontà e caparbietà “che portiamo avanti via via – così la giovane coordinatrice –, confrontandoci con la situazione del momento. Ho sempre detto che per me vale una regola: prima dobbiamo vedere in quanti siamo e chi siamo, e poi cerchiamo di funzionare adottando la tattica che meglio corrisponde alla situazione”.
Gente di tutte le età
“Ci sono assistiti che riesci ad aiutare presto, mentre c’è invece chi non puoi aiutare, com’è il caso dell’uomo ritrovato in un bunker. L’emarginazione, l’alienazione, in casi particolari, è talmente presente e radicata da non poter più fare nulla per quella persona”. La Babić ha voluto precisare che in questi anni, tra gli assistiti ci sono state persone sia giovani, sia di mezza età che anziane; single, divorziati, vedovi. ma anche madri o padri di famiglia; persone con la sola licenza elementare, o il diploma delle medie superiori, ma anche laureati: capaci o inabili al lavoro. Insomma, il crollo può capitare a tutti, in ogni periodo della vita per cause svariate, oltre agli squilibri e alle motivazioni personali, i senzatetto e i barboni diventano tali dopo una fuga dagli abusi domestici, per una reazione alla vedovanza (e alla conseguente solitudine), per motivi di salute mentale, per la perdita del posto di lavoro o di un reddito elevato. Tra le altre cause anche la tossicodipendenza e la dipendenza da alcol o da gioco, con la conseguente perdita di ogni bene materiale.
Accanto alla presentazione dell’operato svolto, si è parlato pure del modello “La casa prima di tutto/Housing first”, che prevede una scala a gradini progressivi, dal marciapiede al dormitorio, da questo alle comunità, e solo dopo molto tempo a un alloggio autonomo. Pola manca però di case sociali, senza le quali il modello di cui si è parlato non troverà implementazione.

Gli altri appuntamenti

Ieri pomeriggio era in agenda allo stadio Aldo Drosina di Pola l’incontro di calcio tra la Nazionale dei senzatetto e una squadra composta dai volontari della Società cittadina della Croce rossa, dalle giocatrici del Club calcistico femminile dell’Istra 1961 e dai donatori di sangue volontari. Oggi si continuerà a stare insieme, questa volta all’aria aperta, in Bosco Siana, dove sono in programma dei giochi sociali. Seguirà il pranzo e la proclamazione dei vincitori.

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