SECONDO ME A Pola è finita una convivenza d’interesse

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SECONDO ME A Pola è finita una convivenza d’interesse

Uno scricchiolio, dite? Non è un’allucinazione uditiva. È la coalizione in Città che ha dei cedimenti strutturali. Anzi, diciamo le cose come stanno: la coalizione che conoscevamo non esiste più. Lo ha detto lo stesso sindaco, Filip Zoričić, deluso per essersi visto sparare alle gambe dalla piattaforma Možemo!, i cui quattro consiglieri hanno bocciato la proposta di vendita di alcuni immobili, avanzata dal sindaco e necessaria per non far morire d’inedia le casse cittadine. Con l’OK, gli immobili avrebbero portato nel portafogli grossomodo 4 milioni di kune. Per i comuni mortali, una cifra da capogiro, per una Città potrebbe anche non essere una cifra da matti, ma, come si dice dalle mie parti ”cento pici fa un grande”.

Il Bilancio si ritrova con un buco nello stomaco. Anche Filip Zoričić, a sentire Cocciante. Avete presente la sua bellissima “Quando finisce un amore”… “Ti senti un buco nello stomaco/Ti senti vuoto nella testa e non capisci niente”… Ecco, il sindaco deve sentirsi più o meno così. Con un buco nello stomaco, un vuoto nella testa, forse non capirà (per lo stupore e la delusione, ai quali comunque non ha diritto) quello che sta succedendo in genere, ma quello che è gli capitato lo ha capito più che bene. Almeno crediamo. Speriamo. Sennò…

Sindaco, mi ascolti (se ha tempo e voglia): nel suo caso, non è propriamente un amore, quello che è finito. È finita una convivenza d’interesse. E diciamo anche che si è trattato d’interesse da entrambe le parti. Lei sa quanto abbiano detto peste e corna di lei (non personalmente, ma politicamente) in campagna elettorale i nemici di prima che sono diventati gli amici di poi. Il Podemos di casa nostra ha fatto il prezioso nel post voto, ma poi, dopo avere presentato una lista di desiderata accettati per non vanificare il risultato elettorale, ha ceduto. Ma non è sulle stesse basi pro futuro che ‘sta benedetta coalizione ha tirato su i mattoni che poi, come in un film comico, uno a uno ricadono sulla testa di qualche povero diavolo. Esaurito il mantra “a casa la DDI”, è rimasto poco. La coalizione cucita con lo stesso filo dell’odio antidietino non poteva reggere, perché poi, una volta ridipinte le pareti degli uffici e ridistribuiti gli arredi, bisogna pensare al pratico del quale ognuno ha una propria definizione.

Le posizioni di Možemo! non sono una sorpresa. La piattaforma alza altari all’economia circolare, sente odore di zolfo ogniqualvolta vede un mattone (in effetti ultimamente si è costruito oltre il troppo), guai a toccare un albero. Ma non è tanto la bocciatura della proposta di vendita a dare l’allarme. È il mancato accordo che ogni maggioranza stabilisce prima di ogni seduta consiliare. Suvvia! Non siamo mica tanto ingenui da credere che tutto capiti in Consiglio per la prima volta e che le domande consiliari – almeno quelle provenienti dalle parti della maggioranza – non siano distribuite a tavolino (magari non tutte, però…). Né in questo, né in altri Consigli. Ecco, è questo sgusciare e svincolarsi che difficilmente trova perdono politico. Paura di sentirsi dire di essere venuti meno alle promesse e ai propri principi? Ridicolo. Per fare politica bisogna sapersi adeguare ed essere in grado di giustificare le scelte. Dire che bisogna prima radiografare il patrimonio e poi vedere, studiare, proporre, decidere, significa volersi accaparrare tre-quattro mandati, ben che vada.

”Questo strappo non si può ricucire – ha detto il sindaco Zoričić, paventando per Možemo! un conto politico da pagare alquanto salato. Non è passato inosservato neppure il caricatore che Sanja Radolović (SDP) ha sparato contro la presidente del Consiglio cittadino, Dušica Radojčić (anima di Možemo!) nel corso del suo intervento. Alla nona seduta consiliare si è ricordata di dire che per nove sedute il Consiglio sta operando in maniera illecita. Peccato che non l’abbia segnalato alle sedute precedenti. E allora questo lascia supporre che il “no” podemossiano alla vendita di lotti era nell’aria, forse chiaramente dichiarato in pre seduta e allora si sia deciso di compattare le file e buttare pece su chi in corsa tira il freno a mano. Così, Možemo! color pece è declassato, Zoričić fa il deluso e l’incompreso, Radolović giustifica la presidenza del Consiglio cittadino nella seconda metà del mandato (come definito nell’Accordo di coalizione. A distanza, breve, peraltro, sembra un Accordo prematrimoniale, ben sapendo che il sacro vincolo avrà un termine di scadenza, per cui tanto vale tutelarsi).

”I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela”. Se l’ha detto un politico navigato come Enrico Berlinguer, bisogna crederci. Naturalmente, vale per tutte le colorazioni. Sì, Indipendenti inclusi. Perché non avranno le varie liste una solida colorazione partitica, ma comunque hanno collocazione nel firmamento politico

Non è un “ve ‘avevamo detto”, questo, né è una crociata in difesa della DDI (hanno una macchina ben oliata per farlo da soli e a questo punto possono comodamente guardare l’evolversi delle cose), né un attacco al sindaco indipendente o alla piattaforma Možemo! (che molti ritengono una sorta di ostaggio della sua presidente e che a sua volta tiene in ostaggio la coalizione) o all’SDP (che per scaldarsi al fuoco del potere ha tenuto per mano un po’ tutti). Sono constatazioni a mezza voce che aprono a un dubbio strisciante: senza maggioranza (perché ormai Zoričić non ci crede più) si andrà di seduta in seduta. Možemo! voterà un po’ random. La DDI e l’HDZ probabilmente contro, il consigliere serbo secondo coscienza non di partito ma di cittadino). Eppoi, vallo a sapere quale sarà l’ordine del giorno delle sedute e le “carte” in aspettativa. Detta così, un fiasco colossale. A meno che non si vada a caccia di qualche consigliere di Možemo! disposto a cambiare immagine e a convertirsi. Perché sembra che anche in casa Možemo! non tiri la migliore della arie. Ah, meglio di un film alla tivù. Resta l’incognita del (lieto) fine.

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