Scrivere e incontrare i lettori… fonti di felicità

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Scrivere e incontrare i lettori… fonti di felicità

“Ridere come gli uomini” altrimenti detto ridere come Fabrizio Altieri, lo scrittore e insegnante che giura sul potere insito nell’ironia, capace di indurre a riflettere e a far pervenire al pubblico lettore qualsivoglia argomento, anche struggente come le storie legate alla shoah, alla discriminazione della diversità, all’abuso nei confronti dei più indifesi e benevoli. Ma Fabrizio Altieri, ospite clou del programma italiano “Più che una storia” alla Rassegna Monte Librić ospitata dalla Comunità degli Italiani di Pola ha importato anche l’idea di fondo di uno dei suoi ultimi prodotti letterari: l’amore incondizionato, l’affetto gratuito, quello regalato senza essere indotto dalla riconoscenza o mosso dalla naturalezza dei legami di parentela. E se come sentito, incontrare i lettori è fonte di altrettanta felicità come l’atto della scrittura, l’autore italiano di Pisa, lo ha dimostrando divertendosi a concedere voce in capitolo a un esercito di ragazzi: quinte, seste e settime classi delle elementari italiane Giuseppina Martinuzzi di Pola, di Rovigno, e delle fiumane Gelsi e Dolac. Si è lasciato letteralmente bombardare da domande, ritenute tutte bellissime, meno che quella inerente alla sua età…

L’ironia di un Pisano

Ma anche questa è ironia da chi arriva dalla Città della “torre che pende che piga” (e che come svelato torre non è, bensì campanile). Il messaggio dell’amore in dono, in realtà è giunto con “Ridere come gli uomini”, la storia dei fratellini in fuga davanti all’uomo nero, che trae spunto dalla memoria collettiva della Toscana sulla strage compiuta dal nazismo. Figura centrale non Laika, amica fedele dell’uomo ingrato, che l’ha mandata a morire in orbita fra le stelle, ma Wolf, cane famigerato, diventato tale dopo trattamento altamente “formativo” impartito dalle SS division das Reich. Imbattendosi nell’abbraccio disarmante della sorellina in fuga, una ragazzina Down, perseguitata per la sua diversità, il suo cuore si scioglie irreversibilmente, smarrito dall’atteggiamento di chi non conosce il rancore ed emana affetto senza richiesta di compenso e necessità di comunicare gratitudine. Non per nulla, l’importanza della reciprocità del sentimento umano viene trasmessa nel libro prestando la frase di Seneca “Se vuoi essere amato, ama”, e, incoraggiando il messaggio latino del “Se vis amari ama”,

Il motivo per volersi bene

Altieri aggiunge che “il volersi bene senza motivo è un motivo per voler bene”. Semplicità genuina. Dopo un attimo di timidezza, ecco partire alla carica tanti piccoli curiosi: come ha cominciato a scrivere, quale libro le piace di più, quanto tempo serve per imbastire un libro, perché scrive, per chi scrive? Sembra facile, ma già si entra nel discorso filosofico (leggi felicità, senso delle azioni umane e della vita). Le risposte si sono alternate intelligenti, sagge e spassose come l’aneddoto sull’esordio di una carriera scrittoria cominciata in età adolescenziale in seguito a un tiro mancino, di un “babbo” aspirante poeta, come la rivelazione dell’imparzialità dell’autore nei confronti delle sue creature letterarie, dei motivi che inducono a scrivere (“perché mi viene bene!”). E via a dire dell’esperienza buffa del primo incontro con i potenziali lettori a Certaldo (che non si sono fatti vedere); della necessità di non tentare percorsi poetici se non si possiede l’”anormalità” dei grandi maestri del verso; della condizione dello scrittore costretto a vezzeggiare le case editrici (alla pari di fidanzate o ex); del meraviglioso rapporto, comunque instaurato con “Il Battello a vapore”; del desiderio di produrre un libro di fantascienza finora non scritto perché a qualcuno balena sempre la medesima idea un attimo prima. Alla faccia delle categorizzazioni imposte all’arte letteraria, per Fabrizio Altieri non esistono libri per bambini e per adulti, ma solo libri belli e libri brutti.

L’incontro con il gruppo giornalistico

Oltre al classico incontro di massa con i ragazzi, lo scrittore italiano si è prestato per un intervista in separata sede con il gruppo giornalistico della SEI “Martinuzzi” guidato da Sandro Lakoseljac, e qui le formulazioni delle domande hanno permesso di spaziare nello specialistico letterario, di approfondire la tematica dell’affetto gratuito (con “Geranio, il cane caduto dal cielo”, a differenza dei cani, bagnini, da caccia o da altro, capace di niente, specializzato in nulla, soltanto di voler bene e farsi voler bene), fino a consigliare buone letture (Dickens, Dino Buzzati, Cesare Pavese…) e ricevere un interessante ricettario. Come diventare scrittori? Vademecum di commiato: partire con la stesura di cose brevi, proseguire a mo’ di allenamento quotidiano, mai dotarsi di proposito di insegnare agli altri, osservare la realtà non basta, recepire l’idea, lo spunto, non pretendere l’interesse dei grossi editori, mai pagare per venire pubblicati…

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