Saldi di mezza stagione: come trovare la convenienza tra tanta confusione

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Saldi di mezza stagione: come trovare la convenienza tra tanta confusione

Si va per saldi di questi giorni, proprio come si va in spiaggia e a passeggio. Agosto è fatto così: un salto al mare, un salto a casa per rifocillarsi e poi un salto in centro a caccia di acquisti più convenienti di prima. I negozi in questo periodo dell’anno sono davvero in disordine: tutti che toccano, che osservano, che si vestono e si svestono per poi lasciare tutto sottosopra. Si compra e si spende molto più del solito anche perché, diciamocelo, un abito a metà prezzo è sempre meglio che lo stesso abito a prezzo intero. Bastava attendere i saldi, vestire per un mesetto o due la roba dello scorso anno. Così il guardaroba si rinnova costantemente sottocosto nelle calde sere di mezza estate.

L’offerta non è male, anche se non la si può certo paragonare a quella delle città più grandi. Tuttavia ci si accontenta. Scarpe da ginnastica, calzature e ciabatte da mare sono scontate almeno del 30 per cento, ma più sovente del 50 e talvolta anche del 60 e 70 per cento. Ci vuole però la fortuna di non portare il numero che portano tutti, e di non desiderare il modello che desiderano tutti, perché così si finisce con un pugno di mosche in mano: la merce è già stata venduta da un pezzo. Ciò nonostante, i negozi sono più numerosi di prima, l’assortimento è migliore e la quantità di articoli disponibili è praticamente illimitata, per cui, a meno di fare i difficili, gli incontentabili, gli schizzinosi, un buon acquisto lo si può sempre fare. I grandi marchi delle scarpe da ginnastica, che oggi si chiamano sneakers, si possono acquistare a 200 e 300 kune mentre all’inizio della stagione lo stesso articolo costava esattamente il doppio se non il triplo. Idem per le magliette di cotone, le camicette, le polo, i pantaloni e i vestiti da uomo e da donna, i costumi da bagno, i pareo, le gonne, i top. Una maglietta che prima costava 120 kune, ora si trova a 60, un abito da 499 ora si può acquistare a 250 kune e via discorrendo.
Oddio, sotto sotto c’è anche chi ti frega alla cassa quando la percentuale del saldo e il prezzo finale non sono regolarmente dichiarati sull’etichetta del prodotto, ma tant’è. Si dà il caso che non tutti i negozi aggiornino tutte le etichette degli articoli in saldo, ma preferiscano stiparli secondo la percentuale del saldo “in mucchi”: di qua è tutto scontato del 30 per cento, di là la riduzione è del 50 per cento. E come va a finire? Una prova tira l’altra, gli articoli si mescolano, hai preso il vestito dal mucchio del 50 per cento, ma quello la non ci stava, doveva essere nell’altro mucchio. E alla cassa ti arriva la fregatura: l’abito che sull’etichetta recava il prezzo di partenza di 549 kune, che si doveva pagare la metà, ovvero 274.50, alla cassa risulta costare 384.30, perché doveva essere scontato del 30 e non del 50 per cento. Inutile protestare: la cassiera ha sempre la spiegazione pronta. Il capo non era al proprio posto, i clienti non l’avranno riposto sullo scaffale giusto, la commessa non se n’è accorta. Bla bla bla. Sempre la solita solfa. Il fatto è che per legge l’etichetta dovrebbe riportare l’esatta percentuale della riduzione del prezzo, il prezzo iniziale e quello finale. Cosa che i commercianti non fanno, e così facendo, si fanno beffe della legge e del cliente. Sarà così, probabilmente, finché glielo lasceremo fare.

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