Risorse: la priorità a Sanità e Istruzione I progetti di crescita del turismo? Quelli non si toccano

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Risorse: la priorità a Sanità e Istruzione I progetti di crescita del turismo? Quelli non si toccano

L’anno sta ormai per concludersi ed è giunto, un po’ per tutti, il momento di fare il punto sullo stato dell’arte delle cose, tra bilanci su quanto compiuto e impostato nell’anno che si conclude e quanto, invece, potrà vedere sviluppo e compimento nell’ormai imminente 2019. Un compito al quale non si è sottratto neppure il presidente della Regione istriana, Valter Flego, al quale abbiamo rivolto alcune domande riguardo il passato, il presente e il futuro dell’Istria.

La manovra finanziaria della Regione istriana per l’anno prossimo ammonta complessivamente a 1,4 miliardi di kune. Quanto spetta all’amministrazione regionale e quanto, invece, alle istituzioni e agli enti finanziati direttamente dalla Regione?

Il Bilancio di previsione della Regione istriana per il 2019 è di 1.424.700.000 kune. Delle spese pianificate, la quota riferita ai singoli dipartimenti dell’amministrazione regionale ammonta a 307.3590.682 kune, ossia al 21,6 per cento dell’ammontare complessivo del Preventivo. La quota relativa alle istituzioni sostenute dalla Regione è, invece, pari a 1.117.349.317 kune, ossia il 78,4 per cento del totale.

Presentando il Bilancio di previsione per il 2019 ha annunciato crescita e sviluppo. Che cosa dobbiamo aspettarci?

L’anno prossimo ci attende il prosieguo dei diversi investimenti già iniziati, ma anche l’avvio di nuovi e importanti progetti orientati al miglioramento continuo della qualità sociale e, in generale, degli standard di vita lungo tutta la Penisola.

Numerosi progetti sono stati realizzati anche quest’anno. Quali ritiene siano i più importanti e indispensabili? E perché?

In primo luogo sottolineerei l’entrata in funzione del Centro di smaltimento dei rifiuti di Castion, con la quale sono state gettate le basi per una gestione efficace ed efficiente dei rifiuti. Particolarmente importante è il fatto che con la nuova gestione dei rifiuti riusciremo a ridurre notevolmente l’impatto e le conseguenze negative e nocive per la salute delle persone.Il 2018 per l’ambiente sarà ricordato anche e soprattutto per l’enorme successo ottenuto nel campo dei progetti europei, in modo particolare per quanto riguarda il Programma di collaborazione transfrontaliera INTERREG V-A Italia-Croazia
2014 – 2020, tramite il quale siamo riusciti a ricevere finanziamenti a fondo perduto per un valore complessivo di 32 milioni di kune. Quest’anno abbiamo inoltre portato a termine la riqualificazione energetica dell’edificio della Scuola media superiore “Mate Blažina” di Albona, un investimento di 5,3 milioni di kune.

Quali sono, invece, i progetti che la Regione istriana prevede di realizzare nel 2019?

Innanzitutto devo dire che mi rende particolarmente felice il fatto che il 35,4 per cento delle risorse finanziarie (circa 500 milioni di kune) inserite nel Bilancio di previsione 2019 saranno destinate ai vari programmi di sviluppo. Tra questi ultimi evidenzierei la costruzione della Scuola di Medicina di Pola, il cui valore è stato stimato intorno ai 52 milioni di kune. L’anno prossimo prevediamo poi di investire 4 milioni nella ristrutturazione della Scuola elementare “Mate Balota” di Buie e altri 4,5 milioni nell’ampliamento e nell’allestimento degli interni del Centro per gli anziani di Arsia. È prevista inoltre la sistemazione della depandance del Centro per anziani “Alfredo Štiglić”, di via Mažuranić a Pola. Tra i nostri programmi per il 2019 figurano poi la ricostruzione, l’ampliamento e la riqualificazione energetica dell’edificio della Scuola elementare “Ivan Batelić” di Arsia. Il costo complessivo dell’opera è di 7,7 milioni di kune. Un altro progetto di particolare interesse sarà la ricostruzione dell’edificio (Scuola gialla nda) che ospita il Centro di aggregazione sociale. A tale scopo nel 2019 prevediamo di investire 1,5 milioni di kune e nei due anni successivi ulteriori 4,2 milioni. Il progetto prevede la ristrutturazione e l’ampliamento della palazzina, la risistemazione degli interni e la ricostruzione del tetto. Nell’edificio saranno installati anche tre ascensori.
Per quanto riguarda gli investimenti e i progetti già avviati, l’anno prossimo prevediamo di portare a termine la costruzione del nuovo Ospedale generale di Pola e del Centro per anziani “Domenico Pergolis” di Rovigno, che dovrebbe essere ultimato entro la fine del prossimo mese di marzo. Ricordo poi che nel 2019 proseguiranno i lavori di costruzione del sistema d’irrigazione Porto Cervera – Balzarini (Bašarinka), il cui costo è pari a 104,2 milioni di kune. Diversi sono anche i progetti europei che stiamo implementando in tutta l’Istria. Complessivamente sono 39. Dei nuovi progetti evidenzierei “Ecitijens”. Finanziata tramite il Programma “Interreg V-A Italia-Croazia 2014-2020, quest’ultima iniziativa prevede lo sviluppo di un sistema di pronto intervento e il potenziamento dell’attuale sistema della protezione civile della Regione istriana. Nonostante si preveda che la fetta più consistente delle risorse disponibili venga investita nella sanità e nell’istruzione, nel 2019 continueremo a sostenere l’imprenditoria locale attraverso le nostre diverse misure di sostegno. Naturalmente, non mancheranno tanti altri progetti più piccoli e meno dispendiosi, ma altrettanto importanti.

Dopo anni di attesa sono finalmente iniziati i lavori per il raddoppio delle corsie tra Pisino e il traforo del Monte Maggiore sull’Ipsilon istriana. Che cosa significa ciò per l’Istria e che cosa ne è del progetto per la costruzione della seconda galleria del Monte Maggiore e di quello per il raddoppio delle corsie tra il Monte Maggiore e Mattuglie?

Il raddoppio di un ulteriore tratto dell’Ipsilon istriana porta molteplici benefici sia all’Istria che alla Croazia. Innanzitutto il raddoppio delle corsie lungo il tratto Pisino – Monte Maggiore garantirà maggiore sicurezza e maggiore scorrevolezza del traffico veicolare lungo la nostra principale arteria stradale. Sfortunatamente, negli anni passati siamo stati testimoni di diversi incidenti mortali lungo questo tratto. La sicurezza è dunque la cosa più importante per i nostri cittadini, ma anche per le migliaia di turisti che ogni anno giungono nella nostra penisola. Con la costruzione di questo nuovo tratto aumenteremo i livelli di concorrenza del nostro turismo e l’attrattività delle nostre destinazioni, perché la maggior parte dei nostri ospiti arriva in Istria a bordo di un’automobile. Oltre a questo, il progetto avrà significative ricadute economiche sul territorio. I lavori sull’autostrada dovrebbero durare circa 3 anni e ciò porterà alla ripresa del settore edile e all’apertura di un migliaio di nuovi posti di lavoro. In occasione dell’inaugurazione del nuovo cantiere sull’Ipsilon ho detto che questo non sarebbe stato l’ultimo intervento. Infatti, in futuro, ci aspettiamo anche il raddoppio delle corsie dal Monte Maggiore allo svincolo per Mattuglie e la realizzazione del secondo tunnel sotto il Monte Maggiore, ma anche il raddoppio delle corsie lungo i viadotti del Quieto e della Val di Leme. Soltanto allora potremo dire di avere ultimato, sotto ogni profilo l’Ipsilon. Inoltre, soltanto allora i cittadini e i loro ospiti avranno finalmente a disposizione l’autostrada che meritano, così come la merita l’Istria, la Regione più sviluppata della Croazia.

L’anno scorso ha dichiarato di credere nel management del Gruppo “Uljanik”, aggiungendo che i vertici del Gruppo sarebbero riusciti a superare la crisi e a salvare lo stabilimento navale dal baratro. È sotto gli occhi di tutti che così non è stato. Crede ancora nella sopravvivenza dell’impianto e chi è, secondo Lei, il principale responsabile della situazione in cui versano l’Uljanik e il 3.maj?

Per quanto riguarda l’Uljanik è chiaro a tutti che non c’è più tempo. Il governo, in qualità di principale azionista del Gruppo, deve sciogliere ogni dubbio e dire apertamente se è interessato o meno alla cantieristica. Se la risposta dovesse essere positiva l’Esecutivo adotti tutte le misure necessarie e approvi e invii a Bruxelles il nuovo Piano di ristrutturazione. Se il governo veramente intende salvare l’Uljanik, ripeto, deve immediatamente agire. Per quanto riguarda la Regione, dico che per l’Istria e Pola la cantieristica è più che necessaria, anche e soprattutto per quanto riguarda il mantenimento di migliaia di posti di lavoro.
Il fallimento e la chiusura dello stabilimento navale polese sono un opzione che non possiamo né accettare né prendere in considerazione. Per quanto riguarda la responsabilità dell’attuale situazione in cui versa l’Uljanik ritengo sia da attribuire in larga parte alla dirigenza precedente. È stato il vecchio Consiglio d’Amministrazione a stipulare i contratti con i tempi di costruzione e consegna delle navi. Tuttavia mi preme sottolineare che in questo preciso momento la cosa più importante non è stabilire la responsabilità, ma che cosa succederà domani e quale futuro attende la cantieristica in Croazia.

Il mese scorso si è parlato molto del Politecnico di Pola. Qual è la sua posizione in merito all’intero caso?

Nel nostro lavoro siamo guidati dai principi d’integrità, responsabilità e legalità. Poiché nella gestione del Politecnico sono state ravvisate alcune irregolarità il dovere della Regione istriana – in qualità di fondatore dell’ente – non poteva che essere quello di riportare la gestione del Politecnico entro i limiti della legalità e di stabilizzare le finanze dell’Istituto. Nel farlo abbiamo pensato in primo luogo all’interesse dei docenti e degli studenti, ai quali abbiamo assicurato le migliori condizioni di studio. Ritengo opportuno evidenziare che degli obblighi e della gestione del Politecnico risponde in ultima istanza la Regione istriana e che, di conseguenza, ogni kuna spesa male e inutilmente è una kuna sottratta ai contribuenti e ai cittadini di tutta l’Istria. Il nostro prossimo passo sarà riconvertire il Politecnico in un Istituto superiore di studi moderno e all’avanguardia che possa offrire programmi di studio e di formazione professionale adattabili alle diverse esigenze presenti e future del mercato del lavoro. Un obiettivo che prevediamo di raggiungere coinvolgendo nel progetto anche eventuali datori di lavoro.

Da tempo ormai si parla della possibilità di costruire un terminal crociere a Pola, il cui porto affiancherebbe quello di Venezia nella gestione dei flussi di crocieristi. Ritiene sia una possibilità concreta come, tra l’altro, ha recentemente dichiarato nel corso di una conferenza dedicata al turismo?

Pola ha enormi potenzialità. È vicina alla ferrovia, all’autostrada e all’aeroporto. Insomma, è l’ubicazione ideale per un terminal passeggeri. Lungo tutta la costa adriatica, oltre a quello di Venezia, non esistono altri hub crocieristici. Poiché in futuro alle grandi navi della lunghezza di 300 e più metri non sarà più consentito accedere alla laguna delle città veneta, ritengo più che plausibile la possibilità che Pola affianchi e diventi un partner importante del terminal passeggeri di Venezia. Credo che il porto di Pola abbia tutte le caratteristiche per essere trasformato in un punto di partenza e arrivo delle grandi navi da crociera. Ma non soltanto. Il terminal passeggeri di Pola potrebbe accogliere anche gli eventuali traghetti in arrivo dall’Italia, soprattutto nei mesi estivi. Oltre ai benefici per il turismo, la costruzione del terminal crocieristico contribuirebbe al rilancio dell’economia locale sia attraverso l’apertura di nuovi posti di lavoro che attraverso lo sfruttamento di un’ex area militare dismessa di proprietà dello Stato. L’hub crocieristico sorgerebbe infatti a Vallelunga, una zona ancora oggi abbandonata a sé stessa.

L’anno passato non è apparso particolarmente soddisfatto dai trasferimenti statali alla Regione istriana. È cambiato qualcosa quest’anno?

La manovra finanziaria 2019 proposta dal governo è pressoché identica a quella dell’anno scorso e, anche questa volta, all’Istria spetta soltanto lo 0,13 per cento delle risorse di Bilancio, ossia le briciole. Il trattamento riservato all’Istria dallo Stato è umiliante. I nostri cittadini meritano molta più considerazione.

Il Ministero della Difesa è pronto a riaprire ai militari l’ex base aerea di Altura. Non ha mai visto di buon occhio tale possibilità. È sempre della stessa idea?

La posizione della Regione istriana è chiara fin dall’inizio: la “militarizzazione” di Pola e della penisola non è possibile se desideriamo continuare a sviluppare il turismo in Istria, dov’è concentrato un terzo degli arrivi e delle presenza annuali di tutta la Croazia. La convivenza tra turismo e velivoli militari che giornalmente sorvolano le nostre località sfondando il muro del suono non è possibile. Tuttavia, come concordato con il ministro della Difesa, soltanto una parte dell’ex base aerea di Altura sarà destinata a scopi militari e trasformata in base per i droni, che saranno utilizzati per il controllo dei confini terrestri e marittimi e per il monitoraggio antincendio e anticalamità naturali del territorio. Mi soddisfa inoltre la decisione del dicastero competente di assegnare la parte restante dell’ex area militare di Altura al Comune di Lisignano che, sono sicuro, saprà valorizzare economicamente l’intera zona.

Il settore turistico istriano registra di anno in anno nuovi record. Non pensa che l’eccessivo sviluppo del turismo ci si possa ritorcere contro?

L’Istria è la regione più turistica della Croazia ed è una delle top destination d’Europa. Tuttavia, il turismo di massa non è mai stato una nostra opzione. Al contrario. Proprio per questo motivo una delle nostre priorità è la destagionalizzazione e la creazione di un movimento turistico forte durante tutto l’anno. Per questo stiamo lavorando e sviluppando nuove forme e modelli di turismo esperienziale, che dovrebbero motivare i turisti a visitare la penisola durante tutto l’anno. Rispetto a una decina d’anni fa la stagione turistica estiva si è già allungata, ma ritengo ci sia ancora spazio per migliorare ulteriormente la situazione, soprattutto per quanto riguarda il periodo tra il 15 ottobre e il 15 dicembre e il 15 febbraio e il 15 aprile. Per attirarne nuovi punteremo decisi sul turismo sanitario, sul cicloturismo e sul turismo nautico e congressuale. Dobbiamo iniziare a pensare a un turismo diverso, non basato sulla quantità, ma sulla qualità e sulle emozioni, un turismo specifico e originario. Naturalmente, dobbiamo continuare a investire nelle infrastrutture.

Al termine del 2017 ha dichiarato di essere soddisfatto dalla dinamiche dello sviluppo regionale. Vale anche per il 2018?

Assolutamente. Anche quest’anno la Regione istriana – nonostante mille difficoltà – ha ottenuto risultati eccellenti in diversi settori. Non abbiamo mai rinunciato ai nostri obiettivi, dimostrando di essere i più competenti e capaci di gestire i nostri programmi di sviluppo. Programmi che abbiamo portato basandoci sui principi di responsabilità, sostenibilità e innovazione.

Come valuta la collaborazione tra la Regione istriana e le istituzioni della minoranza nazionale italiana?

La collaborazione è eccellente, così com’è ottima anche quella con tutte le altre comunità nazionali dell’Istria. Assieme, attraverso un rapporto d’amicizia e partenariato, contribuiamo a rendere migliore la vita di tutti i cittadini dell’Istria, fieri delle nostre peculiarità, della nostra identità e della nostra cultura.

Da alcuni giorni circolano in maniera sempre più insistente indiscrezioni circa una sua possibile candidatura alle prossime elezioni europee. La sua carriera politica proseguirà in Istria oppure a Bruxelles?

La cosa più importante, al momento, è preparare un programma elettorale concreto e di qualità. Scegliere i candidati spetterà agli organi interni al partito. Parlando di elezioni europee, vorrei sottolineare che è molto importante sapere quali persone rappresenteranno gli interessi del Paese in Europa. Avere propri rappresentanti nel Parlamento è fondamentale, soprattutto perché, presto, dovrà essere approvata la manovra finanziaria per il periodo 2021 – 2027, ma anche per quanto riguarda l’attuale situazione a livello europeo. Il nostro obiettivo dev’essere la costruzione di un’Europa nuova, moderna e progressista. Inoltre dobbiamo chiederci in quale Croazia e in quale Europa desideriamo vivere nel 2030, ossia dobbiamo stabilire quali sono le priorità e i bisogni dei nostri Comuni, delle nostre Città, delle nostre Regioni e dello Stato e trovare i modi di integrarli tra le priorità del Parlamento europeo. Questo perché non dobbiamo dimenticare che gli europarlamentari sono votati direttamente dai cittadini.

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