Rinnovate le vesti dei togati di pietra

Il Museo archeologico dell’Istria e la fondazione Ars et Labor impegnati in un’operazione di recupero

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Rinnovate le vesti dei togati di pietra

Ars et Labor, l’arte e il lavoro sono di casa a Fort Bourguignon. La struttura austro-ungarica non è soltanto il mega magazzino dove il Museo archeologico istriano di Pola (MAI)ha fatto incetta di reperti storici, tonnellate di materiale di pietra da conservare con cura, in vista di una selezione da compiersi prima dell’allestimento museale permanente nel ristrutturato edificio. Qui, dentro le mura della fortezza, hanno portato a buon fine la stupenda missione che si è assunto il Cantiere-scuola di manutenzione conservativa: l’organizzazione di una vera, grande officina estiva del restauro, che ha fatto calamitare a Pola 13 studenti restauratori italiani e 4 senior. Il merito dell’iniziativa è della Fondazione dignanese Ars et Labor e dell’Istituto Salesiano San Zeno di Verona, una collaborazione inclusiva di programmi di scambio tra studenti sancita da un contratto-convenzione e realizzata in buona cooperazione con il Museo archeologico istriano.

Il compito assegnato in officina è stato a dir poco nobile e tecnicamente esigente: recuperare le statue togate che appartengono all’illustre passato romano di Pola. Straordinaria è stata la risposta dei partecipanti che in questi ex ambienti militari, non esattamente comodi e piuttosto umidi, hanno lavorato sodo, entusiasmati dalla ricchezza e dalla bellezza del patrimonio archeologico locale in pietra e dall’opportunità di poter incidere sulla sua ulteriore valorizzazione. Continuando la lunga serie di progetti già realizzati a Dignano, la Fondazione ha messo in opera a Fort Bourguignon questo progetto campus, guidato da Đeni Bravar Gobić, restauratrice responsabile del MAI, con la collaborazione di insegnanti dell’Istituto Salesiano San Zeno di Verona, tra i quali la prof. Sabrina Piantavigna e il restauratore esperto nel recupero della pietra, Giovanni Rossetto, cui sono stati affidati materiali depositati in fortezza. Un tanto grazie alle borse di studio assegnate dalla Fondazione dignanese amministrata dal veneziano Bruno Girardello, che ha ospitato tutti nella sua foresteria in Locanda San Martin, un ambiente che l’ente ha recuperato a dovere per dare spazio alla promozione delle proprie attività incentrate sulla valorizzazione del patrimonio storico e artistico-culturale del territorio istriano, ma anche croato. Tanto di progetto che trova in Gianna Fioranti, segretaria generale della Fondazione, il suo promotore, avrebbe dovuto attecchire ancora nell’anno passato, ma, si sa, l’epidemia, peggiorata soprattutto in Italia, aveva osteggiato anche ogni desiderio di conservazione del patrimonio d’arte. Come rilevato da Đeni Gobić Bravar, Pola conta una ventina di figure di togati quasi a figura intera e molto rappresentativi, ma anche busti dai bei drappeggi che erano spia di appartenenza alla classe nobiliare romana delle persone ritratte in scultura. “All’officina di restauro – spiega l’esperta del MAI – è stata effettuata un’opera di conservazione di alcune sculture togate da cui sono stati rimossi gli interventi di restauro azzardato compiuti con la tecnica degli anni 70, mediante malta cementizia e cunei di ferro, ed eliminate le impurità. Moltissimi reperti sono stati selezionati in base alla diversità dello stato di degrado e delle scorie inquinanti presenti sulla superficie, tanto da poter fornire agli studenti, ottime occasioni di apprendimento su diversi esempi di materiali storici da recuperare con differenti metodologie meccaniche e chimiche. Parte di questi reperti verranno scelti per fare parte del futuro lapidario antico che verrà collocato nel circondario dell’edificio museale al riparo di sistemi di copertura. Qualcosa troverà pure inserimento all’interno dell’allestimento permanente”.

La Fondazione di Dignano, oltre che aprire il Cantiere-scuola e fornire un ampio contributo al lavoro del Museo archeologico istriano, ha dimostrato anche tantissima inventiva con la caccia al tesoro proposta agli studenti veronesi a scopo di divulgazione e valorizzazione del patrimonio culturale dignanese. Esperienza unica anche questa. Sia organizzatori sia ospiti hanno auspicato che questo scambio di esperienze e tirocinio professionale veda una continuazione nel tempo.

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