Ricerca e ricostruzione vanno di pari passo

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Ricerca e ricostruzione vanno di pari passo

La Basilica di Santa Maria Formosa rappresenta un’impresa eterna, inestinguibile come il suo pregio storico-architettonico. La sua sfortuna è stata soltanto quella di non essere riuscita a sopravvivere alla barbarie dei secoli, altrimenti avrebbe goduto la tutela dell’Unesco al pari dell’Eufrasiana di Parenzo, perché la “formosità” esteriore e la preziosità dei marmi e dei mosaici sarebbero state perfettamente comparabili. A parte la magnifica cappella bizantina, le strutture e le pavimentazioni musive venute alla luce con gli scavi del XXI secolo hanno già prodotto abbastanza per fornire conoscenze aggiuntive sull’architettura del periodo paleocristiano, una panoramica di reperti sufficiente a farci crescere sopra uno splendido parco archeologico. Di estate in estate la visione delle grandi proporzioni dell’edificio sacro a tre navate è sempre più evidente, grazie agli interventi di ricostruzione delle principali strutture murarie. E ora, tolto l’abito della stagione turistica, si riprende a lavorare senza sosta.

Un nuovo quadrante di terreno

Testimoni di pluriennali e costanti ricerche sistematiche nella zona, ci si chiede semmai sia rimasto un fazzoletto di terra ancora intatto, non rastrellato e denudato delle pale archeologiche. Eppure, le operazioni da compiere per concludere a dovere l’esigente progetto di ricerca, tutela e conservazione, finalizzato alla creazione definitiva del parco sono ancora diverse. A tornare alla carica con nuova lena è sempre lo studioso medievalista Željko Ujčić, coordinatore responsabile della prestigiosa missione “Formosa”, per conto del Museo archeologico istriano, da cui si apprende che le indagini continuano passando al setaccio un nuovo quadrante di terreno e procedendo in parallelo con la ricostruzione di altre strutture murarie e le delicate manovre di prelievo ed esame del materiale di pietra, a opera della Capitel di Gimino.

Perimetro ben delineato

La doppia manovra edile-archeologica, rende tanto più complesso l’intervento che dura da una decina di giorni e che intende protrarsi per ulteriori 110 giornate lavorative, condizioni meteo permettendo. L’oggetto d’interesse è ora diventato il colonnato della navata settentrionale della Basilica, nella parte che non ha mai visto la luce ancora dagli inizi del XX secolo. Tanto per citare una curiosità, Ujčić indica che si tratta dell’area che la vecchia Austria aveva trasformato in piazzale in funzione dell’albergo Central, adibito ai pranzi e alle danze dell’imperial e regia società. Dall’altra parte, a livello del colonnato della navata meridionale, invece, si osservano già i lavori di ricostruzione, che seguono dopo la dettagliata ricerca del suolo. È indubbio che tutto il perimetro della chiesa e delle sue navate risulterà ben delineato e interessante ai visitatori, per non dire che i pochissimi turisti ancora in circolazione si fermano tuttora per fotografare la panoramica dei resti e dei lavori di recupero.

Pavimentazione musiva integra

“Sulla base dei risultati che abbiamo finora ottenuto dopo costanti interventi sul terreno – spiega Željko Ujčić – abbiamo potuto definire l’esatto posizionamento della pavimentazione della Basilica. La scoperta dei mosaici nello spazio dell’intercolumnio è tanto singolare per la raffigurazione con i motivi della simbologia cristiana, quanto importante per risalire finalmente a un dato finora ignoto: il livello della superficie del tempio sacro. Grazie alla sua solida fattura, la struttura che regge la pavimentazione musiva non ha subito cedimenti nei secoli ed è rimasta integra, tale e quale nella sua posizione d’origine. Fattore questo, che ora aiuterà la ricostruzione fedele delle parti architettoniche della basilica trinavata. Non è da escludere che questi preziosi mosaici, con la raffigurazione della cesta e degli uccelli del paradiso, vengano riprodotti in copie da collocare nel futuro parco archeologico”.

Pulizia da materiali invasivi

Gli scavi archeologici in corso a livello del colonnato settentrionale, tra l’altro, hanno rivelato esattamente il prevedibile, i resti con l’intercolumnio danneggiato dalle costruzioni e interpolazioni di epoca più recente, vale a dire dei primi anni del XX secolo. A sentire Ujčić, l’archeologia sta anche compiendo gesti cavallereschi e di pulizia dai materiali invasivi dei secoli moderni: se i costruttori austriaci avevano utilizzato le pietre divelte della Formosa per incorporarle nelle loro costruzioni, ora si riprende il maltolto dall’ingegneria edile del XX secolo per restituire gli averi alla Formosa. Detto altrimenti, le antiche pietre tornano ad essere incorporate entro le forme dell’architettura bizantina del VI secolo, mentre i mattoni rossicci di nuovo conio vengono sostituiti con materiale di pietra uguale a quello originale. Scava che ti scava, l’archeologia finisce nuovamente per nuotare nell’acquitrino. Non per nulla, considerata la paludosità dell’area, la Formosa era chiamata anche Santa Maria del Canneto. Come indicato da Željko Ujčić, sotto le sue fondamenta fanno nuovamente capolino altre antiche strutture romane sormontate da costruzioni con volta a botte, adottate come soluzioni edili e statiche dai costruttori del VI secolo.

Fondi museali e ministeriali

Attendendo ulteriori manovre di recupero edilizio e di configurazione del parco archeologico, si ricorderà che la Santa Maria Formosa ha dovuto passare attraverso lunghissime e periodiche campagne di scavo, che alla fine contribuiranno a completare al dettaglio le conoscenze (date prima di tutto da Pietro Kandler), sull’aspetto della Basilica ed esaurire ogni possibilità di ricerca e di studio in merito. L’archeologia ha setacciato a dovere la superficie del santuario, dal presbiterio alle sacristie, dalla parte nord-occidentale, al settore della navata centrale e meridionale e fino all’ingresso principale rivolto a ovest. A suscitare scalpore la scoperta dei frammenti della pavimentazione musiva. Anche le ultime indagini vengono condotte grazie ai finanziamenti del Museo e del Ministero della Cultura.

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