Regione istriana. Il mammografo mette le ruote

Grazie a un investimento di mezzo milione di euro le Case della salute hanno ora un veicolo che farà aumentare il numero delle donne che potranno sottoporsi allo screening

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Regione istriana. Il mammografo mette le ruote
Manuel Runić, Gordana Antić, Boris Miletić, Elvis Černeka e Danijela Lazarić Zec davanti al nuovo veicolo. Foto: DARIA DEGHENGHI

Grazie a un investimento di mezzo milione di euro sostenuto dalla Regione istriana, il mammografo viaggerà su ruote da una località della penisola all’altra al servizio delle pazienti. D’ora in avanti la radiologia diagnostica busserà alle porte delle donne e non viceversa. Per fare la prova basterà attendere il proprio turno in base al Piano nazionale di screening per le donne over 50 coordinato dall’Istituto regionale di salute pubblica, oppure rispondere alla chiamata dello Screening regionale per le donne tra i 45 e i 50 anni. Se finora le mammografie preventive erano state 16.000 per biennio (il ciclo dura due anni), ora il loro numero è destinato a lievitare, perché col veicolo in circolazione aumenterà anche il numero delle donne che non rifiuteranno l’esame per mancanza di tempo, mezzi, trasporto o altro. Ieri mattina, dunque, la cerimonia della consegna delle chiavi al direttore delle Case della salute Manuel Raunić da parte del presidente della Regione Boris Miletić, il quale ha detto quello che non basta mai ripetere, nemmeno a dirlo ogni giorno daccapo: “Non c’è nessun motivo per morire di cancro al seno quando abbiamo le possibilità di prevenirne lo sviluppo sul nascere con un esame veloce e gratuito come questo”.

In funzione dopo Capodanno
La salute non ha prezzo, ha ribadito il presidente, se non ché le apparecchiature e i veicoli commerciali hanno un costo che non è irrilevante. Per comprare e attrezzare l’unità mobile, la Regione ha versato 477.000 euro di soldi pubblici e il suo contributo non termina qui, perché all’unità mammografica mobile verrà presto affiancato anche un furgone con ecografo a bordo. Entrambi i veicoli cominceranno il proprio itinerario dopo Capodanno e la prima tappa sarà quella di Cittanova. Dopo discenderanno la costa occidentale (Buie, Orsera, Parenzo…) per coprire il territorio costiero prima dell’estate, quando verrà il momento di… migrare verso l’interno, nelle piccole località dell’Istria centrale o pedemontane. Da rilevare che prima dell’acquisto di questo veicolo speciale, le visite senologiche erano effettuate soltanto a Pola o a Pisino (e di recente ad Albona). Ciò nonostante, un numero non irrilevante di donne delle zone rurali della penisola non si sono fatte trovare all’appuntamento in struttura.

Un esame che salva la vita
“La prima causa di morte tra le donne resta il carcinoma della mammella”, ha rilevano l’assessore regionale alla sanità Gordana Antić, che ha lanciato per l’ennesima volta l’appello alle donne di farsi visitare perché si tratta di un esame che salva la vita, in questo caso “seguendo gli elevati precetti della deontologia medica di Andrija Štampar, per cui è il medico ad andare incontro al paziente e non viceversa”. Le ha fatto eco Manuel Runić: “Non c’è veramente alcuno motivo perché il cancro al seno sia la prima causa di morte tra le donne. Con queste possibilità diagnostiche e queste possibilità di cura e di prevenzione, ogni donna può salvarsi”. Sempre che si presenti in ambulatorio quando la chiamano, bisogna aggiungere. Elvis Černeka, radiologo, ha ribadito il concetto per cui il tumore al seno uccide, e lo fa in maniera subdola, senza preavviso, anche in assenza di fattori di rischio. “Contrariamente a quanto si crede – stando a quanto precisa l’epidemiologa Danijela Lazarić Zec – il fatto che la malattia non abbia colpito altri membri della famiglia non è assolutamente una garanzia o una rassicurazione contro l’insorgenza del tumore. Nessuna donna può sapere in anticipo se si ammalerà o meno, anzi, nel 75 per cento delle neoplasie diagnosticate, non ci sono stati particolari rischi o indicazioni di sorta. Tuttavia, l’età che avanza è un fattore di rischio che riguarda tutte le donne”, ha ribadito la dottoressa, ricordando che è per questo che lo screening a scadenza regolare (almeno una volta ogni due anni) è tutto quello che serve per scovare il tumore allo stadio iniziale del suo sviluppo, allorché è ancora facilmente trattabile e la guarigione è praticamente assicurata.

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