
Ecco un argomento bollente in una giornata che già si preannuncia rovente non soltanto dal punto di vista climatico: domani alle 14 si riunirà il Consiglio cittadino per affrontare la questione del riassetto della riva. La proposta di discutere in merito a quale futuro – a breve o piuttosto a lunga scadenza – da riservare a questa importantissima dimensione portuale era stata inoltrata dal Club consiliare della DDI, con atto firmato da Elena Puh Belci, il 5 luglio scorso. Da qui l’invito ufficiale esteso per la riunione monotematica, che vedrà al centro dell’attenzione l’area rivierasca polese. Lungi dal prevedere le modalità di svolgimento dell’incontro consiliare al dettaglio, quel che è dato a sapere in anticipo è che ci sarà un discorso introduttivo da parte del consigliere Valter Boljunčić, che da quanto annunciato parlerà a favore di uno sviluppo portuale da gestire su misura dei cittadini, quindi tanto di interventi da parte di esperti della pianificazione ambientale – leggi rappresentanti della Società degli architetti dell’Istria, dello Studio BF di Zagabria premiato per il suo progetto di massima realizzato nel 2011, della ditta KON-2K5 autrice di una progettazione di supporto e dell’Autorità portuale. Nel contempo, il sindaco Filip Zoričić sarà invitato a presentarsi al microfono allo scopo di fornire spiegazioni su tutte le iniziative che avrebbe finora intrapreso in merito a degli annunciati interventi urbanistico-ambientali da farsi in riva.
In che direzione?
I principi di fondo ribaditi dal Club dietino partono dal dato di fatto che la riva polese è di rilevanza cruciale per Pola e i suoi cittadini. La domanda più determinante da porsi quale comunità è “quale riva vogliamo?”: recuperata nelle sue attuali, limitate dimensioni come piace alla Marina ACI che detiene la concessione su buona parte delle strutture e così come intenderebbe fare il sindaco Filip Zoričić, oppure ampliarla in base al progetto di massima dello studio BF, tenendo conto anche del fatto che gli stessi autori del nuovo progetto di massima – s.r.l. Obala di Salato – hanno proposto un’estensione dell’area fruibile per ulteriori 13,8 metri. Il campanello d’allarme, per quanto riguarda la riva, manutenzione ed utilizzo inclusi, era scattato in seguito ad alcune dichiarazioni apparse sui mass media, che parlavano di preparativi concreti circa il suo recupero, nonché di firme contrattuali da apporre in rappresentanza dell’ACI, della Città e dell’Autorità portuale già nell’autunno di quest’anno. Nell’attuale progettazione, che non contempla “crescita” alcuna per la riva, bensì soltanto l’utilizzo limitato a quanto già disponibile, vi è coinvolta la ditta che si occupa del turismo da diporto con un inserimento nella misura del 25 p.c., mentre la Città figura partecipe nella misura del 67 p.c. Quello che il Club DDI reputa non accettabile è che la ricostruzione pianificata terrebbe conto esclusivamente degli interessi finanziari e di guadagno dell’ACI allo scopo di trarre vantaggio dagli ultimi 5 anni di concessione per la sua attività portuale.
Da oggi, per sempre
Quello di cui Pola ha invece bisogno è di una riva messa a posto per i secoli a venire e in grado di implementare un profilo socio-culturale marittimo nel suo rapporto con la città, ossia valorizzata nella relazione con l’ambiente urbano di cui è parte integrante. Un tanto affinché la medesima rappresenti sì una porta d’entrata turistica per scoprire la bellezza del luogo storico, ma soprattutto una dimensione utile ad esaltare il profilo di una comunità locale che la frequenta. Il presupposto che conta è in sostanza quello di affermarci come città-porto sostenibile per aprire orizzonti di progresso interculturale e di raduno sociale ai cittadini e anche per chi è solamente in transito. Pola deterrebbe tutte le peculiarità per farlo aprendosi in direzione dei bracci portuali non valorizzati e spingendo le proprie esigenze di crescita infrastrutturale in nuove direzioni, lasciando nascere nuove aree che potranno diventare fruibili a vocazione non soltanto turistica, ma con servizi a disposizione di tutti i cittadini. In tutto questo, almeno per ora ci si sente traditi. L’imperativo assoluto per i consiglieri che hanno richiesto questa convocazione del Consiglio è, intanto, quello di non venire messi di fronte al fatto compiuto e di non lasciarsi perdere l’occasione di incidere sul destino strategico della riva di Pola.
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