Pula Music Week e movida tra entusiasmo e lamentele

Il Festival in Arena provoca già al suo debutto pareri divisi: i giovani plaudono l’iniziativa, gli altri un po’ meno. Contrariati i barcaioli in Riva e Možemo!

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Pula Music Week e movida tra entusiasmo e lamentele
La prima serata del Pula Music Week ha divisio i cittadini. Foto: SRECKO NIKETIC/PIXSELL

Pula Music Week divide. Chi non ne può più già dopo la prima serata e chi vorrebbe che non finisse mai, o perlomeno che si ripetesse più volte l’anno, anche in inverno, oppure tutti i fine settimana nei mesi caldi. Non c’è Festival di musica elettronica che non produca questa spaccatura: non appena in città succede qualcosa di grosso, la platea finisce per polarizzarsi e immediatamente gli uni infieriscono e gli altri esultano. È già successo con i festival di Vallelunga, Outlook e Dimensions, soltanto che all’epoca a ospitarli era un rione periferico (Stignano) e comunque le presenze avevano giovato al booking degli affittacamere privati nella bassa stagione. Ora le cose sono diverse perché il Festival si tiene in Arena e perché i locali hanno invaso tutti i parchi e le piazze del circondario, a cominciare dai Giardini Valeria fino al parco Francesco Giuseppe I, passando per il parcheggio del Molo Dogana fino alla Riva Delbianco e alla via della 119ª Brigata Istriana. Una cosa è certa: i residenti del centrocittà non ne possono già più. Tra il caldo torrido e la musica elettronica che non si ferma fino alle tre di notte, non solo non si dorme, ma s’impazzisce pure. Una coppia di pensionati che intervistiamo la mattina dopo l’esordio della rassegna ci dice chiaro e tondo che non apprezza l’evento: “La musica in sé non è un problema – ammettono – il problema è il tipo di musica e la durata dei concerti. Se danno l’opera, o anche un concerto di musica leggera, va benissimo. Ce lo godiamo volentieri anche due volte: la sera prima per le prove generali e la sera dello spettacolo. Ma questa non è musica che accarezza l’orecchio: questi sono bassi forti e aggressivi e il ritmo non cambia mai. È come prendersi una serie infinita di martellate sul capo, fino alle tre di notte. Guardi che questa è una nostra opinione. Siamo anziani e non abbiamo più gli anni per subire questo tipo di rumori”.

Barche turistiche, affari sfumati
E invece no, non sono solo gli anziani a lamentarsi. I barcaioli in Riva ce l’hanno col sindaco e questa volta non gliela perdonano: i bar ambulanti hanno occupato il parcheggio del Molo Dogana e i clienti non vengono più. “Non solo non abbiamo alcun utile di questo Festival – ci dicono – ma ci rimettiamo pure. È assurdo che questo tipo di Festival si faccia nella stagione di punta, in un centro storico, piuttosto che in periferia e fuori stagione. Prima almeno l’amministrazione cittadina sentiva il parere dei residenti, ora non fanno altro che imporre la loro e noi non possiamo fare altro che subire. Ma è assurdo: questo è un Festival che stride con questo luogo e basta”. Di tutt’altro avviso i guardiani notturni dei bar nei Giardini Valeria. Sono entusiasti del Festival e della movida in centro. “Si sta così bene qua fuori di notte che alle quattro del mattino i clienti protestano quando si spegne la musica: non se ne vogliono andare. Fosse così più volte l’anno, o tutto l’anno, sarebbe fantastico. Finalmente un po’ di vita notturna anche in questa nostra città”.

La Riva sotto assedio. E i barcaioli protestano.
Foto: DARIA DEGHENGHI

Perché proprio in centro?
Perplessi, invece, i consiglieri della piattaforma Možemo!, che sono tornati a farsi sentire con un comunicato stampa diffuso subito la mattina dopo la serata d’esordio: “È bello vedere una città che rivive dopo due anni di lockdown, a prescindere dalla tipologia delle rassegne, che siano culinarie, musicali o di altro tipo. Tuttavia se la rassegna infastidisce la popolazione è un altro paio di maniche. Specie se la Città non ci guadagna un soldo, come succede appunto in questo caso, perché l’occupazione del suolo pubblico non è stata pagata un centesimo. In questo caso si tratta soltanto di favorire interessi privati spiccioli a spese della comunità. Ci hanno promesso il ritorno della vita in centro e invece ci hanno recapitato un mostro di Frankenstein che non attira i polesi in centro ma, al contrario, li caccia via a pedate. In estate il nostro nucleo storico diventa un resort turistico, un horror comunale, mentre in inverno si trasforma in un deserto”. La sezione polese della piattaforma Možemo! si chiede a che pro questo Pula Music Week? Perché proprio la prima settimana di luglio, nella stagione di punta, quando la città è già piena per conto suo anche senza incentivi culturali? Perché proprio in centro piuttosto che a Punta Christo o Musil? Perché una concessione lunga 10 anni e soprattutto perché l’Arena e tutte le piazze, i parcheggi e i parchi del circondario sono stati ceduti gratuitamente ai locatori mentre le spese delle pulizie e della luce sono a carico della Città o meglio dei contribuenti fiscali?

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