Problemi nello sviluppo. Crescere insieme e sicuri

Si tratta di un progetto comune del Centro riabilitativo di Veruda e della Città

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Problemi nello sviluppo. Crescere insieme e sicuri
Iva Gortan, Valentina Butković, Iva Lanča Joldić e Loretta Morosin. Foto: DARIA DEGHENGHI

Il Centro di riabilitazione di Veruda e la Città di Pola hanno unito le forze in un europrogetto comune finalizzato all’aggiornamento professionale degli educatori che nei propri gruppi hanno in affidamento anche bambini con difficoltà psicomotorie, massimamente intellettive, ma anche disturbi del comportamento. L’europrogetto si chiama per esteso “Sostegno e riabilitazione dei bambini con problemi nello sviluppo: crescere insieme in sicurezza”. Nel suo ambito, l’ente pubblico e l’amministrazione locale hanno organizzato un panel che ne riassume le attività sinora svolte e quelle che devono appena iniziare. Si sono uniti alla conferenza anche i docenti e gli studenti della Facoltà di scienze della formazione dell’Università degli studi di Pola che, secondo il vicerettore Mirjana Radetić Paić “deve aprirsi alla società e partecipare attivamente alla sua crescita, poiché la teoria senza la pratica, come sappiamo da tempo, serve a poco”. Presente anche l’assessore alle Politiche sociali della Città di Pola, Ivana Sokolov, a sua volta specialista di diritti dell’infanzia e quindi “sempre interessata a un argomento che per sua natura rimane inesauribile”.

In che cosa consiste esattamente il progetto? In estrema sintesi, gli esperti del Centro di riabilitazione e quindi logopedisti, educatori della riabilitazione, psicologi eccetera, svolgono laboratori per maestre d’asilo sulle tecniche, i metodi e l’approccio ai ragazzi (ai singoli e al gruppo) nel caso in cui in asilo vi siano uno o più bambini che si comportano diversamente, con o senza diagnosi. “Diversamente” in tutti questi casi: disturbi dell’attenzione e del comportamento, disturbi dello spettro autistico, disturbi intellettivi, disturbi psicomotori e via elencando. Loretta Morosin, direttrice del Centro, ha spiegato che il programma dura due anni e coinvolge otto gruppi d’asilo che insieme contano 24 bambini con varie tipologie di difficoltà nell’apprendimento. Gli asili che partecipano al programma appartengono a tutto l’anello polese e non solo agli enti prescolari della Città di Pola: si sono uniti infatti ai laboratori anche le scuole materne di Fasana, Dignano, Sanvincenti, Barbana, Lisignano e Medolino. Alcune maestre (Barbana, Lisignano e Fasana) hanno già frequentato i corsi e terminato l’aggiornamento professionale, altre devono appena cominciare. Ma intanto un primo sondaggio ha già individuato alcuni problemi chiave che affliggono il personale educativo degli enti prescolari.
L’inchiesta condotta dalle psicologhe del Centro, Iva Gortan e Valentina Butković, su un campione di 60 educatori, ha mostrato infatti che una buona parte delle maestre d’asilo (addirittura il 60 p.c.) non si ritiene sufficientemente competente per occuparsi dei bambini con difficoltà di apprendimento, anche se rispondendo a domande più particolareggiate e circostanziate, risulta vero l’esatto contrario e cioè: che si sono già trovati in contatto con bambini di questa categoria, che conoscono le sfide e i problemi cui vanno incontro e che gestiscono bene le difficoltà laddove si presentino. Dallo stesso sondaggio sono emersi tre problemi chiave che vengono trattati dai laboratori spesati dal Fondo sociale europeo al cento per cento (1,8 milioni di kune): la mancanza di diagnosi precise (molto spesso, infatti, i bambini non sono seguiti da specialisti), la carenza formativa degli stessi educatori secondo un loro giudizio personale e la mancanza di specialisti disponibili a collaborare. Per ovviare a tutte queste difficoltà di percorso e per consentire ai bambini con difficoltà di sviluppo di frequentare gli asili pubblici regolari piuttosto che quelli specializzati del Centro di riabilitazione secondo il canone della deistituzionalizzazione e dell’inclusione sociale attualmente in vigore.

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