Dalla cartamoneta di scarso pregio alle monete metalliche di valore. Il passaggio dalla kuna all’euro ha creato scompiglio e disorientamento mettendo in crisi acquirenti e commercianti alle prese con i contanti che non sono carta. Che fare con così tanti spiccioli da 1 e 2 euro, da 50, 20, 10, 5, 2, e 1 centesimo? Una bella buggeratura per quelli che con timore hanno acquistato più sacchetti nel controvalore di 100 kune, contenenti 13,27 euro in mini e maxi monetine. Quanto si sta verificando in questi giorni in città è a dir poco un fenomeno di massa. Sta capitando una caccia collettiva ai portamonete di una volta, alle piccole custodie in pelle o tessuto da infilare in tasca per trasportare esclusivamente contanti. Possibilmente dotati di scompartimenti per dividere gli euro dai centesimi, viceversa i centesimi d’ottone color oro “pallido” da quelli minuscoli con placcatura in rame. La cartolibreria ai Giardini vende custodie portachiavi da adibire a contenitore per monete. Negozi di calzature e accessori nei centri commerciali vedono, in fila davanti alla cassa, clienti che hanno fatto incetta di borsettine-sacchetto multiuso da riempire con euro. Le rivendite del Made in China in centro città che vendono di tutto e di più hanno smaltito ogni riserva di piccoli taccuini già dallo scorso 2 gennaio. “Ne avevamo qualche decina, adesso manco uno…” sbotta la commessa con fare incredulo dettato dalla rivoluzione finanziaria in atto, che costringe a procurare tanto di dispense portatili. Un consiglio per tutti coloro che rischiano di rimanere a corto del requisito “porta-euro”: ragionare alla maniera medievale, procurare il sacchetto in pelle di agnello, mucca, cavallo o altri tipi di tessuto resistente; indossarlo legato al collo con cordoncino, eventualmente alla cintura a prova di ladro. Ed ecco che vedremo comparire nei bar clientela che poggerà ai tavolini occhiali, cellulare e sacchi con “metal money” per affrontare l’impresa di pagamento del caffè nostro quotidiano.