Polo natatorio. Ivan Glušac: «Stiamo cercando di risparmiare»

Sono passati nove mesi dall’apertura della piscina pubblica polese, attualmente chiusa per lavori di manutenzione. Abbiamo fatto un bilancio con il direttore degli impianti

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Polo natatorio. Ivan Glušac: «Stiamo cercando di risparmiare»

Ci vuole un mese di chiusura per un check up capillare e un ciclo completo di manutenzione degli impianti, ad agosto, affinché in settembre il Polo natatorio polese possa riaprire i battenti in concomitanza con l’avvio di un nuovo anno scolastico e con l’inizio degli allenamenti delle società natatorie e sportive. Infatti per il complesso delle piscine pubbliche municipali agosto è trascorso in un clima di operosità senza pari, anche perché le maestranze della società appaltatrice sono state chiamate a effettuare tutte le riparazioni necessarie in seguito a difetti di fabbricazione. “In agosto siamo rimasti chiusi per necessità – così il direttore della società Pula Sport, che gestisce gli impianti sportivi pubblici, Ivan Glušac –. Non c’è momento migliore del mese di agosto per rimettere gli impianti in sesto, dal momento che le società sportive e le scuole sono in vacanza e comunque tutti sono al mare. La manutenzione annua ordinaria include il check up delle caldaie e degli impianti idrico, elettrico e del gas, il cambio dell’acqua in tutte e tre le piscine, il controllo degli agenti chimici e via elencando. In secondo luogo, passati questi primi nove mesi dall’apertura dell’impianto, sono venute a galla alcune imperfezioni della costruzione ed è stato necessario richiamare la società appaltatrice affinché provvedesse alle riparazioni e alle sostituzioni necessarie. S’intende che questi lavori sono a spese del costruttore, perché ci siamo tutelati in questo senso con vari vincoli nel contratto d’appalto: la garanzia di 10 anni e la trattenuta di un milione e mezzo di kune dal valore dell’opera”.

L’isolamento idrico delle terrazze

Che tipo di imperfezioni sono state rilevate esattamente? Stando a Glušac, “il difetto maggiore dell’opera consisteva nell’isolamento idrico di entrambe le terrazze esterne che circondano l’edificio, quella settentrionale che dà sullo stadio e quella meridionale che si affaccia su via Veruda. In secondo luogo è stato necessario sostituire il corrimano e i parapetti della piscina per gli anziani e i portatori di handicap, e poi si è rivelato necessario riverniciare una delle pareti della piscina dei bambini. I lavori sono a buon punto, e ora si riducono alla ricomposizione del lastricato in pietra sulla piazzetta dell’ingresso, per cui possiamo dire con certezza che il Polo natatorio sarà riaperto al pubblico il 9 settembre”.

Un impianto sostenibile

Piuttosto, visto che sono passati nove mesi, è possibile tirare le somme sull’ammontare complessivo dei costi annui dell’impianto? In termini attualmente correnti, il Polo natatorio è “sostenibile”? La parola al direttore: “Ecco, appunto, la questione della sostenibilità è stata uno dei criteri alla base della decisione di non investire in un complesso natatorio olimpico, ma in una struttura di questo tipo. I costi della manutenzione sono enormi. Le spese del gas e della luce, in condizioni in cui la temperatura dell’acqua non deve scendere sotto i 27 gradi e quella dell’ambiente dev’essere costantemente ferma a 30 (con queste dimensioni dell’impianto, alquanto spazioso) sono esorbitanti. Ma è chiaro che le piscine sono una voragine energetica, lo sono ovunque e ci siamo preparati a ogni evenienza. Naturalmente stiamo cercando di risparmiare su tutti i fronti: con il sistema fotovoltaico per il riscaldamento dell’acqua corrente nei servizi igienici e con il riutilizzo dello spreco di acqua per l’irrigazione del campo di calcio, i costi si riducono nel limite del possibile. Insomma l’impianto costa ma è pur sempre sostenibile, anche in condizioni di prezzi accessibili per i fruitori”, ha concluso Glušac.

Il turismo sportivo

“Per aumentare gli introiti – continua il nostro interlocutore – abbiamo firmato contratti con tutta una serie di istituzioni, enti e associazioni, tipo asili, scuole, società socio-sanitarie e via elencando, ma quel che più conta, puntiamo ad aumentare al massimo le entrate derivanti dal turismo sportivo, per cui stiamo cercando di attirare in città le varie nazionali per i loro allenamenti fuori sede o fuori stagione. In giugno e in luglio abbiamo accolto la nazionale croata giovanile di pallanuoto e una squadra di pallamano ucraina. Il nostro punto di forza maggiore è la vicinanza degli impianti sportivi: del Palasport e dello stadio con la pista atletica, l’unica in Istria, per cui l’isolato sportivo di Veruda è ideale per il turismo sportivo. Una circostanza che dovremo sfruttare ulteriormente in futuro”.

Un migliaio di abbonati

Quanti sono i clienti delle tre piscine, qual’è l’affluenza quotidiana dell’utenza? Stando a Glušac, il fatto essenziale di questo nuovo impianto sportivo è che ha motivato un numero finora impensabile di ragazzi a dedicarsi agli sport d’acqua. “Abbiamo un migliaio di abbonati fissi che sono gli atleti delle quattro società natatorie, di pallanuoto e di triathlon residenti, e vari fruitori occasionali muniti di biglietti giornalieri o abbonamenti mensili e annui. Ogni giorno tra i 400 e i 500 atleti usufruiscono del servizio delle piscine, e centinaia di clienti settimanali frequentano la palestra e il wellness, idem per il bar. Insomma, il Polo natatorio è diventato un punto di riferimento per gli sportivi della città e questo è un bene, perché la qualità della vita e le condizioni di salute della popolazione non possono che trarne un duraturo giovamento”.
Daria Deghenghi

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