Pola. Terminal bus, 20 anni portati male

La stazione delle corriere al Quinto fu inaugurata nel dicembre del 2022. Da allora il suo aspetto è andato deteriorandosi. La struttura portante è soggetta a infiltrazioni d’acqua, mentre frammenti d’intonaco e di muratura si staccano dalle facciate

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Pola. Terminal bus, 20 anni portati male
Anche le pensiline sono in attesa di manutenzione al Terminal bus in piazza della Prima brigata istriana. Foto: DARIA DEGHENGHI

Vent’anni portati piuttosto male. Correva il mese di dicembre del 2002 quando l’allora sindaco Luciano Delbianco e la sua Giunta diedero l’ok per il trasferimento della Stazione centrale degli autobus da via dell’Istria all’indirizzo attuale in Siana. In perfetta sincronia è stato predisposto anche il trasloco dei mezzi pubblici urbani dal capolinea di Carolina e subito dopo il piazzale è stato adibito a parcheggio pubblico. Da vent’anni dunque, gli autobus dei trasporti interurbani, urbani e suburbani, partano da e arrivano in piazza della Prima brigata istriana. E in vent’anni il suo aspetto non solo non ha guadagnato prestigio, ma ci ha pure rimesso la faccia perché tra municipio e azienda dei trasporti Brioni Pula non è mai corso buon sangue. Sui motivi è inutile dilungarsi oltre. Basti ricordare a questo titolo, che nel 2002 l’allora giunta Delbianco aveva deciso di affidare la gestione del Terminal bus all’azienda trasporti Brioni, mentre le amministrazioni successive hanno contestato la decisione cercando di trasferire i diritti di gestione alla municipalizzata Pulapromet. Il contenzioso ha finito per scatenare una catena interminabile di processi giudiziari, corsi e ricorsi, accuse e controaccuse, richieste di danni e risarcimenti reciproci. Nel frattempo l’azienda Brioni Pula è stata rilevata dal gruppo sloveno Nomago, senza tuttavia migliorare l’aspetto e la funzionalità del capolinea. Capolinea che, si badi bene, non è tra i peggiori in Croazia. Anzi.

Il peggiore dei «migliori»
Per classe o categoria d’esercizio, il Terminal bus polese è tra i primi del Paese in compagnia della Stazione della capitale, Zagabria e di quella di Osijek. Il suo primato deriva da parametri puramente quantitativi: il numero dei metri quadrati di superfici interne ed esterne, la disponibilità delle banchine, la presenza di un parcheggio (gratuito), di servizi igienici, biglietterie, guardaroba, locali di ristoro, punti vendita e cose di questo genere. Quanto all’aspetto, alla qualità della struttura e degli ambienti e poi anche al grado d’utilizzo degli spazi e delle risorse, alla manutenzione… si tratterebbe di questioni secondarie. Chi ci passa davanti o ci gira intorno regolarmente lo sa bene: il Terminal è grande quanto basta e avanza, è sufficiente per accogliere un numero elevato di passeggeri e per diversi anni è stato anche un riparo di fortuna per i senzatetto nelle ore serali dei mesi invernali. Tuttavia il suo aspetto non solo è rimasto quello del 2002 ma è peggiorato.

Un tetto in amianto da smantellare
La copertura del tetto è sempre quella in amianto avuta in eredità dalla caserma militare “Vladimir Gortan”. In passato ampiamente utilizzato nell’edilizia per le coperture e l’isolamento per le sue qualità di buona resistenza alle intemperie e agli urti meccanici, l’amianto si è scoperto essere una delle cause scatenanti di numerosi tumori sul lungo periodo. Pertanto negli ultimi vent’anni il legislatore e gli stessi enti locali incoraggiano a sbarazzarsene sovvenzionando la rimozione e lo smaltimento sicuro delle coperture in asbesto di cui è ancora pieno l’odierno patrimonio urbanistico. Predicando bene ma razzolando male, la Città di Pola ha più volte offerto in bando incentivi per lo smantellamento dei manufatti in amianto, ma non ha ancora trovato il modo, i soldi o il tempo per sostituire la copertura ad arco con un tetto sostenibile per la sua unica Stazione degli autobus. Passati i decenni in funzione di caserma e passati ora anche questi vent’anni in funzione di capolinea, in corrispondenza dei punti di congiunzione tra tetto e pareti, la struttura è soggetta a infiltrazioni d’acqua che stanno facendo gonfiare le armature in ferro del cemento, con le conseguenze che si notano ormai anche a occhio nudo: forse non tanto all’interno quanto piuttosto all’esterno del fabbricato, frammenti di intonaci e di muratura si staccano dalle facciate a un ritmo che va accelerando.

Pensiline intaccate dalla ruggine
Anche le pensiline sono coperte di ruggine, proprio come le panchine e i cestini, mille volte distrutti dai vandali e altrettante volte ripristinati ma mai sostituiti. L’asfalto della carreggiata e della rotatoria cede regolarmente sotto il peso considerevole dei mezzi pubblici ogni volta da capo, non appena viene rappezzato alla bell’e meglio. Ma c’è di più. I locali in affitto sono stati più volte abbandonati dai gestori proprio per l’atmosfera che regna alla Stazione: un’atmosfera di desolazione e di ristrettezze economiche che non giova agli affari. Inutile dire che la pandemia non ha fatto altro che peggiorare le condizioni già poco propizie al commercio e alla ristorazione. La tavola calda con pizzeria ha tolto il disturbo e la panetteria ne ha seguito l’esempio. Il bar vivacchia, l’edicola del giornalaio cerca di sopravvivere vendendo acqua e salatini, mentre la paninoteca che s’affaccia sulle banchine campa di merende confezionate ai ragazzi della vicina scuola elementare. In compenso lo spazio interno è comodamente diviso dalle tre biglietterie delle aziende residenti: la locale Pulapromet, la polese Brioni Pula (Nomago) e la fiumana Autotrans (Arriva). Una biglietteria comune o perlomeno due (una per le corse urbane e un’altra per le interurbane) sarebbe una soluzione di gran lunga più razionale, ma le cose stanno in questi termini. Evidentemente non ci siamo ancora arrivati. In secondo luogo, uno sportello delle informazioni efficiente, con un personale possibilmente più sorridente sarebbe il minimo. Lo dicono i turisti, non noi. Ecco dunque i problemi del Terminal bus. Certamente è meglio della Stazione in via dell’Istria che avevamo usato fino al dicembre del 2002, ma è il caso di accontentarci? Per i turisti che viaggiano in autobus, è la prima impressione di Pola che si fanno, non dimentichiamocelo.

I locali commerciali alla stazione.
Foto: DARIA DEGHENGHI

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