Pola. Sempre più votati al turismo

Da un paio di mesi nelle vie Kandler e Sergia e nelle piazze San Tommaso e Duomo sono attivi alcuni cantieri che lasciano presagire l’apertura di nuovi locali di ristoro e appartamenti per affitti brevi. Il nucleo storico in questo modo apre sempre più ai villeggianti

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Pola. Sempre più votati al turismo
Un cantiere in via Strossmayer: si lavora per recuperare un palazzo storico dalla deriva. Foto: DARIA DEGHENGHI

Il processo è lento ma tenace e le conseguenze si notano soltanto a distanza di anni. C’è voluto qualche decennio e stretti legami con l’Occidente ma ormai è chiaro: anche Pola, come altre città votate quasi esclusivamente al turismo, sono in preda a un constante fenomeno di terziarizzazione, stagionalizzazione e svuotamento della popolazione residente dal centro storico. Piaccia o non piaccia, l’industria è fallita o è migrata verso località non marittime (vetro, cementi e imbarcazioni di piccola taglia sono le sole attività propriamente industriali ancora fortemente radicate nell’economia locale). In compenso cresce di anno in anno l’industria dei viaggi, delle locazioni turistiche e della ristorazione. Di estate in estate, l’edilizia turistica privata segue il passo dell’edilizia alberghiera delle corporazioni. Dopo la pandemia, il mercato è semplicemente scoppiato. Chiunque abbia case o soldi, o entrambi (tanto meglio) investe nel settore della locazione e della ristorazione che a Pola sono fortemente stagionalizzate. L’anno turistico comincia in concomitanza con la Pasqua e anche qualche settimana prima con i congressi, continua fino alla fine di ottobre col picco di luglio e agosto, e lascia l’inverno libero per la sosta, le ristrutturazioni, la verniciatura e la sostituzione di arredi ed elettrodomestici.

Piccole e grandi imprese
Da un paio di mesi a questa parte tra le vie Kandler, Sergia, piazza San Tommaso e piazza Duomo sono attivi alcuni cantieri che lasciano presagire l’apertura di nuovi locali di ristoro e appartamenti per affitti brevi. In tutti i casi si parte da zero per recuperare edifici in rovina venduti a prezzi stracciati dagli eredi che non hanno avuto interesse a ristrutturare o da inquilini che hanno deciso di trasferirsi in periferia lasciando il vecchio per il nuovo. Nella cerchia di chi investe troviamo due tipologie di imprese: quella dei piccoli proprietari che per arrotondare lo stipendio o pagare la rata del mutuo scelgono la formula dell’affitto breve con investimenti minimi e quindi pochi restauri a tappeto, e quella dei grandi investitori immobiliari, che incidono più marcatamente sull’aspetto esteriore della città, sempre in vista della redditività degli appartamenti nei centri storici.

A breve un altro ristorante in piazza Foro. Foto Daria Deghenghi

Locazione e ristorazione
Ma vediamo che cosa ne verrà fuori. Osteria numero uno. In via Kandler continuano gli investimenti nell’isolato di San Teodoro, che ha guadagnato di colpo prestigio dopo la lastricatura a spese dell’amministrazione comunale. Il palazzo ad angolo tra le vie Kandler e Strossmayer, proprio dietro al Duomo, è oggetto di un recupero a tappeto che comprende la rimozione e la ricostruzione del tetto e dei solai, le intonacature interne ed esterne, l’impiantistica elettrica e idraulica, i sanitari, le pareti divisorie, le pavimentazioni. Che cosa se ne ricaverà esattamente? Che domande. Un ristorante al pianterreno e appartamenti da affittare ai turisti ai due livelli superiori. Tutte le volte che si va a curiosare per i cantieri le risposte sono sempre le stesse.

La domanda comanda: un’altra rivendita di liquori e distillati. Foto Daria Deghenghi

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Via che vai, osteria che trovi
Osteria numero due. In piazza San Tommaso quello che un tempo era stato un ristorante culto per una clientela in prevalenza locale (l’ex Delfin), con gli anni ha subito il peso del degrado ma ora è pronto per risorgere a nuova vita. L’impresa è locale ma il concetto è internazionale: sarà un ristorante e un lounge bar alla moda, con vista sul Duomo, di cui porterà il nome. Anche in questo caso il restauro è completo: rifatta la copertura del tetto nei punti deboli e salvata solo la parte sana della struttura, cambiate porte e finestre, rifatte le pareti divisorie e gli intonaci, ora si passa agli esterni: la terrazza e il bar estivo. La sopraintendenza ha imposto di lasciare intatti il muro di recinzione che si affaccia sulla piazza e il muro ad angolo che dà su via Kandler. Per accontentarli si vedrà di ricavare appunto un banco-bar da esterni, ovviamente in funzione solo d’estate.

In via Kandler l’ennesimo ristorante con appartamenti turistici al piano. Foto Daria Deghenghi

La domanda comanda
Osteria numero tre: piazza Foro. L’anno scorso l’amministrazione comunale ha deciso di disfarsi di un ufficio praticamente inutilizzato (in uso solo per le elezioni e i referendum) e ha deciso di destinarlo ad uso ristorazione. All’asta il locale è stato ceduto in locazione a imprenditori del settore che ora lo stanno adeguando all’uso. Alla ristrutturazione in corso, seguiranno gli acquisti di arredi e corredi da cucina. Anche tra gli interventi edili invernali nei locali commerciali privati o pubblici si notano diversi cambi di gestione. Piaccia o meno, artigiani e negozi d’abbigliamento, calzature e accessori lasciano la scena. Vi subentrano quasi esclusivamente gelaterie, rivendite di distillati (spirits boutique) e una miriade di Candy shop, tutti disposti a lavorare sei mesi l’anno e non un giorno in più.

Davanti al Duomo un altro “Duomo” (il ristorante-lounge)- Foto Daria Deghenghi

Una scenografia vuota
Questa è la situazione in città a poche settimane dal decollo di una nuova stagione turistica. Affitti brevi, booking da record (quest’anno tra l’altro in sensibile anticipo), abitazioni vuote nei mesi freddi e folle di turisti in estate. Si chiama “turistificazione” dei centri abitati ed è un fenomeno che spopola, alla lettera e in senso metaforico. Anche questa nostra situazione locale non è che la scia di un fenomeno globale talvolta indicato come “gentrificazione”: i centri storici vengono abbandonati dalla popolazione residente, acquistati a scopo di lucro e trasformati in quartieri-vetrina a uso e consumo del turista. La città si svuota per diventare mera scenografia, teatro per lo spettacolo privato di chi viaggia e compra. Lo sanno bene a Rovigno e a Dubrovnik (Ragusa), campioni nazionali di turistificazione. D’ora in avanti anche a Pola vivere in centro sarà sempre più proibitivo.

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