Pola. Scuole cittadine sotto chiave

Il secondo semestre dell’anno scolastico 2024/25 promuove il Protocollo di monitoraggio dell’accesso agli edifici. Regime di vigilanza anche per le due istituzioni in lingua italiana con un agente che pattuglia la zona, che comprende anche la scuola di medicina e un asilo

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Pola. Scuole cittadine sotto chiave
Alla Scuola media superiore italiana si fa merenda a fianco del poliziotto. Foto: ARLETTA FONIO GRUBIŠA

Vigilantes o meno e al di là delle opzioni, da ieri, e per la prima volta nella storia contemporanea, tutte le scuole di Pola sono finite sotto chiave. La poliziotta che fa la spola davanti all’elementare, avanti e indietro da un incrocio all’altro in zona Campo San Martin; il servizio ispettivo di ronda e di vigilanza con presidio fisso davanti e tutt’attorno alla zona delle istituzioni formative – ottennale italiana Giuseppina Martinuzzi, Scuola Media Superiore Italiana Dante Alighieri, Scuola media di Medicina e asilo croato Dječji vrtić – poi il cellulare della Questura parcheggiato davanti alla scuola media di via Kandler, ma in detto caso non sarebbe monitoraggio, quanto una questione prettamente logistica. È soltanto un brevissimo rendiconto della sensazione da coprifuoco e di stato di emergenza che si respirava ieri mattina in tutta Pola, quale conseguenza della tragedia capitata venti giorni or sono a Zagabria, che ha imposto la necessità di dover inaugurare il secondo semestre dell’anno scolastico 2024/25, all’insegna della chiusura e di una purtroppo (quasi) fondata, se non spropositata, generale paranoia.

Il Protocollo ministeriale
Il Protocollo ministeriale di monitoraggio dell’accesso e dell’uscita dalle istituzioni scolastiche viene applicato, gioco-forza anche a Pola, Città che da fondatrice delle 11 scuole elementari ha offerto i servizi di altrettanti vigilantes, proprio con l’obiettivo di garantire maggiore sicurezza alle scolaresche.
In tutto otto istituzioni hanno accettato di buon grado l’offerta di tutela, mentre le altre tre hanno detto di avere già il necessario. Sia come sia, le disposizioni basilari del Protocollo diffuso a livello nazionale sono state applicate a suon di scatti di lucchetti e chiavistelli, come quello che da ieri sbarra l’accesso all’ala scolastica della Dante Alighieri, ospitante le classi inferiori e le sezioni del Doposcuola dell’elementare Martinuzzi. Da lì non si passa più.
Come comunicato dal direttore Luka Brussich, d’ora in poi sia gli alunni delle inferiori sia gli alunni delle superiori entrano dall’ingresso principale della scuola controllato dal vigilantes assegnato dal Municipio, la cui mansione è per l’appunto supportata dal suddetto agente di polizia assegnato al “quartiere delle scuole”. “Nel caso nostro – così il direttore – la zona delle scuole italiane è già stata messa in sicurezza grazie alla chiusura del circondario e al rinnovo della recinzione spesata dalla Città, mentre l’Unione Italiana ha aiutato la collocazione delle videocamere aggiuntive ancora la scorsa primavera”. Osservando la faccenda dal monitor di cui dispone l’elementare italiana, soltanto l’area attorno a questa struttura è stata attrezzata da nientemeno che 19 videocamere, tali da permettere la visione di qualsivoglia presenza o movimento sospetto attorno all’edificio da ogni sua angolatura”. Poliziotto e vigilantes a parte, la Martinuzzi è sbarrata anche dall’esterno con meccanismo che concede l’apertura solamente dall’interno. Come hanno reagito i genitori a cotanto di novità e di regole? Nessun problema. Da quanto riferito, la collaborazione è ottima, con tanto di accondiscendenza.

SMSI, una sola entrata
Si diceva, che la prudenza per arginare la criticità vige anche davanti alla Dante, dove la preside Debora Radolović ha augurato un felice e prospero 2025 e una buona ripresa delle lezioni a suo nome personale e del collettivo a tutti gli allievi e famiglie. In detto caso, la direttrice annuncia che “prossimamente si costituirà un gruppo di lavoro volto ad adeguare l’applicazione delle disposizioni, mentre nel frattempo si presentano alcune linee guida indispensabili per riprendere il lavoro garantendo il rispetto delle norme di sicurezza alle quali tutti sono pregati di attenersi”. Si entra soltanto dalla porta principale di via Santorio 3, tutti gli altri accessi sono off limits. In portineria prestano servizio il mastro e la bidella scolastica; la porta d’ingresso con serratura di sicurezza viene aperta prima dell’inizio delle lezioni, per venire riaperta soltanto durante la grande pausa per la merenda; i genitori possono entrare a scuola previo appuntamento con il capoclasse o docente che comunica ogni arrivo al servizio in portineria al fine di verificare l’identità del visitatore esterno. Gli indirizzi mail ufficiali dei capoclasse sono visibili dalle pagine web della scuola a titolo di prenotazione, mentre i genitori che verranno convocati a scuola per colloqui informativi saranno in dovere di rispettare l’orario di ricevimento pubblicato sulle pagine ufficiali della scuola. Dunque, non si esce più durante i riposi di 5 minuti e nel frattempo ci si continuerà ad adeguare alle nuove disposizioni, fornendo per tempo ogni informazione riguardante la sicurezza e l’incolumità a scuola, degli allievi e dei dipendenti scolastici.

Lucchetto chiuso: di qua non si passa più.
Foto: ARLETTA FONIO GRUBIŠA

Servono profili professionali adatti
Rispettosa della normativa anti-pericoli anche l’elementare di Dignano, che ha letteralmente provveduto a chiudere a chiave la sede delle sue sezioni italiana e croata. Possibilità di aprirsi soltanto dall’interno, anche in questa scuola dove la direttrice Barbara Buršić Križanac si rammarica del fatto che tanto di misure non contribuiscono alla soluzione del problema dalla sua origine. “Stiamo spegnendo un incendio – dice – ma non facciamo in modo di affrontare la questione in maniera efficace. Le scuole hanno bisogno di maggiori supporti dall’interno, in quanto a profili professionali adatti e di sostegno, quali assistenti sociali, logopedisti, psicologi, specialisti nelle relazioni sociali e della riabilitazione e via elencando tutto ciò di cui necessitano i ragazzi, gli insegnanti e i genitori che si trovano nelle condizioni di dover affrontare le sfide imposte da una nuova epoca così tanto difficile e complessa”.

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